"Moschee aperte", il sindaco: la diversità è ricchezza, la libertà di religione e pensiero è inviolabile

Centro islamico di Sampierdarena, domenica pomeriggio di festa; ragazze con il velo e loro compagne e compagni di classe di diversa cultura e religione insieme a cantare in coro in arabo, con la ricorrente parola Salam, pace, in una sala gremitissima di persone di ogni età, molte entrate per la prima volta in un salone adibito a moschea.

Si è svolta così la seconda giornata dell'iniziativa, promossa dal Secolo XIX, Moschee aperte, presente il direttore del quotidiano Alessandro Cassinis.

Prima della festa con dolci, focaccia e the alla menta, la significativa successione delle testimonianze da parte degli esponenti delle religioni cattolica, ortodossa, ebraica e degli imam di Genova.

Il saluto della città nelle parole del sindaco Marco Doria e dell'assessore Emanuela Fracassi.

Il Sindaco: "La libertà e la convivenza religiosa sono diritti e principi inviolabili. Il fatto che ci siano paesi del mondo dove questa libertà viene negata o poteri che tentano di negarla rende ancora più forte per noi il dovere di rispettarla e garantirla a tutti.
Ma non è solo per questo che Genova deve essere impegnata a promuovere il confronto tra culture e religioni diverse, tra chi professa credi diversi e chi non ne professa.
È anche perché questo pluralismo e questo confronto costituiscono una ricchezza per la nostra comunità. Chi è nato e chi vive a Genova - ha concluso il sindaco - è e deve sentirsi genovese".

L'assessore Fracassi ha ricordato che da bambina per entrare in chiesa indossava il velo e ha aggiunto: "Non è un velo in testa che cambia la testa". Domenica scorsa, alla prima giornata di Moschee aperte nel centro islamico di via dei Fregoso, era stata l'assessore Elena Fiorini a manifestare l'apprezzamento e la partecipazione dell'Amministrazione comunale per questa iniziativa di incontro rivolta a tutti i genovesi.