Rubrica antichi mestieri. Questa settimana il "Frävego"

15/06/2016 - 08:24

Undicesimo appuntamento settimanale con gli "antichi mestieri".

Questa settimana è di turno il "frävego", il cui nome discende dal latino fabrorum: nel Medioevo il lavoro di questi straordinari artigiani, che potremmo ben definire artisti, era concentrato nella zona del Centro storico che va da Soziglia a Campetto.

A Genova  risale quindi a un periodo molto remoto nel tempo.

Nel libro degli statuti, ricevuti dal notaio Bartolomeo De Fornari che comincia nel  1242, è registrato quello sull'arte dei fabbri orefici, deliberato nella chiesa di Santa Maria delle Vigne il 24 febbraio 1248.

I partecipanti all'atto istitutivo della corporazione erano 17 tra i quali 3 artigiani, un Enrico, un Giacomo e un Pietro senza nome di casato. 

I fräveghi, raccolti in corporazione sotto la protezione di Sant'Egidio, nel 1454 ottennero una propria Cappella dedicata ai diecimila Martiri e già appartenente al canonico Fattinanti, presso la chiesa di Santa Maria delle Vigne.

Ai fräveghi é riconosciuto il merito delle opere di copertura e di canalizzazione del torrentello discendente da Soziglia per migliorare le condizioni della strada dove si trovavano le botteghe piene di oro e di gemme.

Grande fu la fama dei fräveghi genovesi per la preziosità dei gioielli modellati, e fra i nomi più noti si ricordano i Fattinanti, i Guani, i Passano, i Molfino, gli Strata e gli Agnesi.

Provenivano dai paesi vicini: Costaguta da Rapallo,  Assereto da Recco e Croce da Camogli.

Il termine "Frävego" fu usato sino al 1950, quando scomparve per essere sostituito con l’attuale “orefice”.


IL PROGETTO

La rubrica Antichi Mestieri Genovesi sul sito istituzionale ogni mercoledì svela i segreti di figure di lavoratori ormai estinte.

Un progetto dell'Ufficio Comunicazione ICT, in collaborazione con la Redazione Web, che vuole ricordare il passato della città che è stato glorioso anche per ciò che artigiani imprenditori, con coraggio e intraprendenza, creavano in buie botteghe o all'aperto in stretti carruggi, e rispolverare tecniche e attività di alcune decine di lavori dimenticati come l'arrotino, il primo artigiano presentato.

Mestieri e usi, abitudini e linguaggi, rituali e rumori scomparsi, prima dal nostro quotidiano e ormai anche dal ricordo collettivo.Genova è stata, nei secoli, fucina di grandi personaggi: marinai e esploratori, artigiani e balestrieri, e artisti noti e celebrati in Europa e nel mondo.

La realtà contemporanea e l'economia 2.0 ha cancellato dal mercato del lavoro molte tipiche figure professionali, oggi definite vintage, ma solo fino a pochi decenni fa il lavoro era soprattutto fatica fisica e sfruttamento dell’ingegno.

La rubrica si avvale della collaborazione, per i testi, di Claudio Pittaluga, cultore di storia genovese, che ha messo a disposizione le sue ricerche anche in un programma di incontri nelle scuole primarie cittadine e, per le immagini, di Gino Carosini, illustratore di fumetti e favole per bambini e bambine.

La sezione dedicata presenta anche utili link esterni per chi volesse conoscere la storia della città attraverso i secoli o approfondire la conoscenza della lingua zeneize.

Testo Alternativo
Ultimo aggiornamento: 21/06/2016
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