Legge contro la pubblicità dei giochi

Vietare la pubblicità del gioco pubblico, anche online, e introdurre norme volte a prevenire la dipendenza dal gioco d'azzardo come l'obbligo di avvisi sulle sue conseguenze nocive e il divieto ai minori. E ancora, destinare il 3% dei proventi a un fondo speciale contro la dipendenza e un altro 3% a un fondo anti-usura. Sono questi, in sintesi, i punti principali di un proposta di legge alle Camere presentata oggi dal segretario regionale del Pd in Liguria, Lorenzo Basso, e dal consigliere regionale Massimo Donzella.

«Il gioco - spiega Basso - tocca soprattutto le fasce più deboli, quelle meno istruite e quelle che hanno difficoltà economiche e sta conoscendo un'impennata in questo momento di crisi. Lo Stato non può fare pubblicità per lanciare una cultura secondo cui la risoluzione dei problemi passa attraverso il gioco».

I firmatari delle proposta di legge spiegano che il settore dei giochi in concessione dai monopoli di stato «oggi non è legiferato, va avanti con provvedimenti amministrativi». Da qui, l'urgenza di «una legislazione di riferimento» su modello di quella contro il fumo, con divieto di pubblicità e avvisi sui rischi. Sono in gioco, avvertono, «pericolose conseguenze sociali» che vanno dai «rovinosi indebitamenti, al ricorso all'usura, all'intervento della criminalità organizzata presente anche nella gestione dei giochi».

I dati, del resto, impongono un quadro normativo più definito. «Quest'anno - riferisce Donzella - il gioco ha apportato alle casse dello stato 60 miliardi di euro, il 4% del Pil. Nel 2003 erano 13 miliardi e mezzo, l'1,5% del Pil. In 8 anni c'é stato uno sviluppo del 400%». In Liguria, aggiunge Basso, «il volume d'affari e di quasi 2 miliardi di euro, con una spesa media annua di 1200 euro». Per quanto riguarda i dipendenti dal gioco d'azzardo, Donzella afferma che «secondo gli studi più contenuti già qualche anno fa erano almeno 700 mila ora le proiezioni parlano di 3 milioni di vittime» che subiscono, aggiunge, «l'aggressività di giochi sempre più pervasivi come le video lottery promossi dalla pubblicizzazione di jackpot milionari che attraggono soprattutto le classi deboli».

- FONTE: ANSA -