Tecnologia: al via il progetto Sinecode su dispositivi cerebrali.

29/03/2012 - 16:16

Con il primo incontro oggi all'Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova parte il progetto Sicode dedicato all'avanzamento dello studio delle interfacce Cervello-Macchina (Brain machine interfaces-Bmi). Coordinato da Iit e dalla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa), si propone di perfezionare l'ingegneria dei dispositivi cerebrali, approfondendo la comprensione del funzionamento del cervello durante il movimento del corpo. "Oggi le Bmi - spiega Stefano Panzeri dell'Iit - sono considerate l'unica soluzione che in futuro consentirà a portatori di handicap motori, dovuti ad esempio a paralisi in seguito a danni alla colonna vertebrale o ictus, di tornare a muoversi". Più precisamente, le interfacce Cervello-Macchina sono sistemi in grado di 'leggere' gli impulsi provenienti dal cervello e tradurli in movimenti effettuati da oggetti esterni, quali arti robotici artificiali. "Il progetto - aggiunge Panzeri - cambierà il paradigma relativo alla progettazione delle interfacce Cervello-Macchina. Fino ad oggi veniva presa in considerazione solo la connessione tra i neuroni deputati al movimento e l'oggetto esterno, quale un arto artificiale, senza tenere conto delle variabili di stato che influenzano i processi cerebrali, come gli stati di allerta, attenzione e motivazione". Precisa ancora: "Il cervello è un sistema altamente complesso e solo prendendolo in considerazione nel suo insieme è possibile realizzare delle interfacce in grado di interpretare correttamente tutte le sfumature dei segnali ricevuti, dando così alle protesi a cui sono connesse la capacità di eseguire esattamente i movimenti desiderati". Il progetto - finanziato nell'ambito del programma 'Future and Emerging Technologies' della Commissione Europea - sarà curato da un team interdisciplinare con neuroscienziati, matematici e ingegneri. Come sottolinea Vincent Torre della Sissa, la ricerca si divide in due fasi, "diverse ma complementari": "Comprendere quale sia l'attività elettrica del sistema nervoso in assenza di stimolazioni e realizzare Bmi di nuova generazione capaci di 'leggere' correttamente l'attività elettrica del cervello in prospettiva di poter contribuire a ridare una reale autonomia di movimento a chi è affetto da gravi handicap motori". (ANSA).

Ultimo aggiornamento: 29/03/2012
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