Alluvione: l'emergenza continua
La delicata fase della ricostruzione

A Tursi, conferenza stampa per aggiornare sulla situzione post-alluvione: dopo la pioggia e l'esondazioni, firmato lo stato di calamità naturale. Il Comune impegnato su centinaia di interventi, tra pubblico e privato, per far ripartire la città

Foto di Nicola Giordanella
Chiusi i riflettori della stampa nazionale e internazionale sul dramma dell’alluvione che ha colpito la nostra città il 4 novembre scorso, inizia la seconda emergenza, la messa in sicurezza e la ricostruzione.

L’assessore Ottonello assicura che «In questa seconda fase, altrettanto delicata e critica, manterremo altissimo il livello di guardia, senza nessuna caduta di tensione: c’è molto da fare, e bisogna agire presto e bene». Continua, quindi, il lavoro dei Municipi interessati, in prima linea fin dalle prime ore dell’emergenza, che con un dispiegamento straordinario di uomini e mezzi, rimangono a disposizione dei cittadini per raccogliere segnalazioni e fornire supporto tecnico e umano. La notizia è che Protezione Civile ha firmato lo stato di Calamità Naturale, cosa che dovrebbe generare un flusso straordinario di fondi statali per gli interventi; la complessa situazione politico-istituzionale finanziaria nazionale, però, non permettono rosee prospettive, soprattutto nel breve periodo.

«In realtà, in termini di cantieri, abbiamo due alluvioni da gestire – spiega Mario Margini, assessore ai lavori pubblici – quella del 2010 e quella di quest’anno, facendovi fronte con sempre meno aiuti da parte del governo. 29 sono i cantieri a ponente, 58 sono quelli aperti in seguito alla pioggia di questo novembre». L’alluvione di questi giorni ha interessato un’area vastissima, con danni decisamente più considerevoli: sono circa 2000, infatti, i punti di intervento, rispetto ai 400 dello scorso anno. «Ad oggi abbiamo già speso 10 milioni  per far fronte alle prime necessità – sottolinea l’assessore – e l’emergenza continua». Il comune, oltre ai tantissimi interventi pubblici deve anche controllare quelli privati, intervenendo nel caso di ritardi o inefficienze. «Non esistono pericoli di cedimento, ma solamente interventi di messa in sicurezza: la priorità è la qualità dei lavori, non solo la rapidità».

Per quanto riguarda le tubature di gas e acqua, non si segnalano complicazioni: dopo circa 48 ore, tutte le case della città avevano la regolare fornitura di queste utenze. «Oggi – spiega Senesi – se aprendo il rubinetto esce acqua marrone, il problema non è nelle tubature, ma nei serbatoi condominiali».
La rete fognaria ha subito molti danni durante gli allagamenti, e sono in corso verifiche e monitoraggi per scovare eventuali criticità non visibili. Al momento rimane chiuso solamente il depuratore di Puntavagno, dove i tecnici stanno operando la sostituzione delle griglie di filtraggio in entrata, seriamente danneggiate durante l’alluvione dai detriti. In qualche giorno, però l’impianto, di per sé funzionante, dovrebbe tornare operativo.

L’assessore Papi illustra lo stato dell’arte della situazione sfollati: il Comune ha evacuato 144 persone, provenienti da 66 alloggi, si cui 32 causa pubblica incolumità. Ad oggi 11 persone sono tornate nelle loro abitazioni, 39 continuano ad essere ospitate in alberghi o ostelli in attesa delle relative messe in sicurezza; 94 genovesi hanno trovato rifugio presso parenti, mentre sono 19 le persone già sistemate in via definitiva nei nuovi alloggi ricavati dal patrimonio immobiliare del Comune.

Continua il servizio porta a porta di Pronto Ascolto, che in questi giorni ha battuto quasi la totalità delle zone colpite; 638 sono le segnalazioni raccolte: 288 nel municipio della media Valbisagno, 222 in quello della bassa Valbisagno e 125 in quello di Levante. Rimane attivo anche il numero verde, in servizio tutti i giorni della settimana.

L’assessore Scidone ricorda come «i volontari della Protezione Civile stanno continuando a presidiare il territorio, affiancando tecnici e Vigili del Fuoco: non possiamo dimenticare che tra l’alluvione di Spezia e Genova i nostri ragazzi sono nel fango da oltre un mese».
Auto alluvionate: l’amministrazione invita tutti i proprietari a contattare Polizia Municipale, ACI o Municipi per il recupero dei mezzi, affinché si possa terminare questo fase. È previsto, infatti, che le auto non riconosciute o non ritirate dai proprietari, vengano spostate in un'altra area nel ponente cittadino.
Genova, 15 novembre 2011
Ultimo aggiornamento: 15/11/2011
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