Per la Comunità di Sant’Egidio a Genova i senza dimora abituali sono circa 450. A questi ne vanno aggiunti circa 100, tra stranieri e italiani, che ogni notte, a volte solo per risparmiare il costo di un giaciglio in un alloggio clandestino, trovano saltuariamente ospitalità in appartamenti che il Comune di Genova e le associazioni di volontariato mettono a disposizione di questo esercito di disperati.
E’ solo la punta di un iceberg che, con la crisi economica, emerge sempre di più. A discutere di welfare, insieme ai consiglieri e agli assessori Renata Paola Dameri (Politiche Socio Sanitarie e della Casa) ed Elena Fiorini (Legalità e Diritti), sono state invitate una decina di associazioni del terzo settore. Il problema dei senza tetto, al quale va aggiunto quello dei punkabestia, giovani che bivaccano per strada con i loro cani, è salito alla ribalta nei giorni scorsi quando, come ha detto il sindaco Marco Doria: «La Polizia municipale ha invitato dei senza fissa dimora che sostavano in Piazza Matteotti e a De Ferrari a spostarsi».
L’intervento dei Vigili Urbani non ha avuto carattere di straordinarietà e non aveva nessun intento persecutorio: «Hanno applicato i regolamenti comunali che proibiscono – continua il sindaco – l’abbandono di bottiglie di vetro e indumenti che contribuiscono a creare una situazione di disagio urbano». Un episodio sul quale è tornata, oggi pomeriggio, l’assessore alla Legalità e ai Diritti: « Gli agenti hanno avvicinato le persone in pieno pomeriggio e, secondo le indicazioni ricevute, hanno chiesto cortesemente loro di spostarsi e, solo nell’ipotesi di un rifiuto, avrebbero applicato il regolamento di Polizia Municipale che, in questi casi, prevede l’identificazione e una sanzione pecuniaria».
Gli interventi su barboni e punkabestia corrono il rischio di essere interpretati come degli interventi di facciata ma: «Prestiamo molta attenzione alle difficoltà sociali in cui vivono tante persone, pur tuttavia – conclude l’assessore alla Legalità – è necessario che tutti siamo consapevoli che per vivere bene insieme ci sono delle regole da rispettare». Nel mese di luglio sono state identificate 11 persone ed elevate due sanzioni per lancio di bottiglie di vetro. L’età media dei fermati è tra i 30 e i 40 anni, il più anziano ne aveva 71 e il più giovane 16.
La parola è poi passata alle associazioni del terzo settore. C'é sempre più gente affamata a Genova che chiede aiuto alle mense per i poveri, «Una situazione nuova – ha detto Maurizio Scara volontario della Comunità di Sant'Egidio - rispetto al recente passato». Sul fatto che le mense cittadine sono sempre più piene di gente hanno convenuto un po’ tutte le associazioni: «Oltre ai senza fissa dimora classici, incontriamo sempre più anziani italiani, badanti senza lavoro e minori stranieri accompagnati». La comunità di Sant'Egidio serve 500 panini al giorno a Genova, per circa 8.000 euro di costo al mese.
Ogni sera aiuta 200 persone fornendo generi alimentari e coperte. Don Paolo Farinella, prete del centro storico, ha invitato le istituzioni a non considerare il problema di chi dimora per strada esclusivamente come una questione di ordine pubblico: «Sono individui che non ce la fanno più e hanno tutto il diritto di essere aiutati per ritrovare una dimensione di vita». I problemi elencati riguardano la mancanza dei fondi del Comune di Genova, che dovrà operare un taglio alla spesa sociale di 4 milioni di euro, il fatto che i senza dimora ricevono da Arte una casa ma non hanno reddito per poter pagare affitto e utenze.
E’ solo la punta di un iceberg che, con la crisi economica, emerge sempre di più. A discutere di welfare, insieme ai consiglieri e agli assessori Renata Paola Dameri (Politiche Socio Sanitarie e della Casa) ed Elena Fiorini (Legalità e Diritti), sono state invitate una decina di associazioni del terzo settore. Il problema dei senza tetto, al quale va aggiunto quello dei punkabestia, giovani che bivaccano per strada con i loro cani, è salito alla ribalta nei giorni scorsi quando, come ha detto il sindaco Marco Doria: «La Polizia municipale ha invitato dei senza fissa dimora che sostavano in Piazza Matteotti e a De Ferrari a spostarsi».
L’intervento dei Vigili Urbani non ha avuto carattere di straordinarietà e non aveva nessun intento persecutorio: «Hanno applicato i regolamenti comunali che proibiscono – continua il sindaco – l’abbandono di bottiglie di vetro e indumenti che contribuiscono a creare una situazione di disagio urbano». Un episodio sul quale è tornata, oggi pomeriggio, l’assessore alla Legalità e ai Diritti: « Gli agenti hanno avvicinato le persone in pieno pomeriggio e, secondo le indicazioni ricevute, hanno chiesto cortesemente loro di spostarsi e, solo nell’ipotesi di un rifiuto, avrebbero applicato il regolamento di Polizia Municipale che, in questi casi, prevede l’identificazione e una sanzione pecuniaria».
Gli interventi su barboni e punkabestia corrono il rischio di essere interpretati come degli interventi di facciata ma: «Prestiamo molta attenzione alle difficoltà sociali in cui vivono tante persone, pur tuttavia – conclude l’assessore alla Legalità – è necessario che tutti siamo consapevoli che per vivere bene insieme ci sono delle regole da rispettare». Nel mese di luglio sono state identificate 11 persone ed elevate due sanzioni per lancio di bottiglie di vetro. L’età media dei fermati è tra i 30 e i 40 anni, il più anziano ne aveva 71 e il più giovane 16.
La parola è poi passata alle associazioni del terzo settore. C'é sempre più gente affamata a Genova che chiede aiuto alle mense per i poveri, «Una situazione nuova – ha detto Maurizio Scara volontario della Comunità di Sant'Egidio - rispetto al recente passato». Sul fatto che le mense cittadine sono sempre più piene di gente hanno convenuto un po’ tutte le associazioni: «Oltre ai senza fissa dimora classici, incontriamo sempre più anziani italiani, badanti senza lavoro e minori stranieri accompagnati». La comunità di Sant'Egidio serve 500 panini al giorno a Genova, per circa 8.000 euro di costo al mese.
Ogni sera aiuta 200 persone fornendo generi alimentari e coperte. Don Paolo Farinella, prete del centro storico, ha invitato le istituzioni a non considerare il problema di chi dimora per strada esclusivamente come una questione di ordine pubblico: «Sono individui che non ce la fanno più e hanno tutto il diritto di essere aiutati per ritrovare una dimensione di vita». I problemi elencati riguardano la mancanza dei fondi del Comune di Genova, che dovrà operare un taglio alla spesa sociale di 4 milioni di euro, il fatto che i senza dimora ricevono da Arte una casa ma non hanno reddito per poter pagare affitto e utenze.