Doria parla alla città. Sessantatrè pagine fitte di punti e titoli: dai modelli di sviluppo, all'utilizzazione attenta delle risorse, dall'equità sociale, al rigore delle istituzioni.
«Alla base della nostra azione - scrive il sindaco - deve esserci una visione nitida della città dei prossimi anni, di Genova di come vorremmo che fosse». Una città in cui il Porto sarà al centro di una area economica più vasta, in cui l'industria non sarà più quella che ha caratterizzato gli ultimi decenni, in grado però di conservare le capacità "del fare", aperta ai flussi turistici, città d'arte e di cultura. Va rilanciata l'idea di una città Smart, in cui le tecnologie siano in grado di legarsi con un nuovo modello di sviluppo, capace di migliorare la qualità della vita e il rispetto dell'ambiente.
Le linee programmatiche agiscono come due specchi che si confrontano: nel primo si riflette la situazione sotto i nostri occhi, nel secondo l'immagine che Genova avrà nel prossimo futuro. Non un libro dei sogni, nè una brochure per addetti ai lavori, ma un lungo elenco di schede di facile lettura, che fotografano una città in cammino.
Le linee programmatiche, che mettono a denominatore comune la trasparenza, il lavoro e l'integrazione, si articolano in capitoli e paragrafi che tengono conto dell’attribuzione delle deleghe e delle competenze della giunta. Il filo rosso che lega tutti i capitoli sono tre idee cardini, come la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini alla vita della città, la valorizzazione delle competenze di chi lavora, a cominciare da quelle dei dipendenti del comune e delle società da esso controllate, il progetto Smart City, che guarda al tempo stesso ai nessi tra economia e ambiente e alla comunità dei cittadini, per promuovere forme sempre più avanzate di coesione e integrazione.
Per ultimo, ma non per importanza, le profonde trasformazioni in atto degli assetti istituzionali, che vedranno l'azzeramento delle province, e la creazione della cosiddetta città metropolitana, in cui andranno garantiti i legittimi interessi di tutti i comuni che ne faranno parte.
«Alla base della nostra azione - scrive il sindaco - deve esserci una visione nitida della città dei prossimi anni, di Genova di come vorremmo che fosse». Una città in cui il Porto sarà al centro di una area economica più vasta, in cui l'industria non sarà più quella che ha caratterizzato gli ultimi decenni, in grado però di conservare le capacità "del fare", aperta ai flussi turistici, città d'arte e di cultura. Va rilanciata l'idea di una città Smart, in cui le tecnologie siano in grado di legarsi con un nuovo modello di sviluppo, capace di migliorare la qualità della vita e il rispetto dell'ambiente.
Le linee programmatiche agiscono come due specchi che si confrontano: nel primo si riflette la situazione sotto i nostri occhi, nel secondo l'immagine che Genova avrà nel prossimo futuro. Non un libro dei sogni, nè una brochure per addetti ai lavori, ma un lungo elenco di schede di facile lettura, che fotografano una città in cammino.
Le linee programmatiche, che mettono a denominatore comune la trasparenza, il lavoro e l'integrazione, si articolano in capitoli e paragrafi che tengono conto dell’attribuzione delle deleghe e delle competenze della giunta. Il filo rosso che lega tutti i capitoli sono tre idee cardini, come la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini alla vita della città, la valorizzazione delle competenze di chi lavora, a cominciare da quelle dei dipendenti del comune e delle società da esso controllate, il progetto Smart City, che guarda al tempo stesso ai nessi tra economia e ambiente e alla comunità dei cittadini, per promuovere forme sempre più avanzate di coesione e integrazione.
Per ultimo, ma non per importanza, le profonde trasformazioni in atto degli assetti istituzionali, che vedranno l'azzeramento delle province, e la creazione della cosiddetta città metropolitana, in cui andranno garantiti i legittimi interessi di tutti i comuni che ne faranno parte.