Hanno incrociato le braccia contro il disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro presentato dal governo. I dipendenti delle Poste e Telecomunicazioni della Cgil non ci stanno ad assistere impotenti allo smantellamento dello stato sociale e alla modifica dell'art 18 dello Statuto dei Lavoratori. Hanno così organizzato un corteo che è sfilato oggi dalla Stazione Principe sino in Prefettura. E' solo il preludio, dicono, dello sciopero generale. Le quattro ore di sciopero sono state precedute da quaranta assemblee nel corso delle quali è emerso il profondo disagio della categoria contro l'azienda che: “Dichiara di essere in crisi, ma in realtà - spiega Gianni Pastorino Segretario Generale Slc Cgil Genova - il problema è la gestione, basti pensare alla rottura del sistema informatico, che giorni fa ha mandato tutto in tilt, ma che è stato scelto da loro benché carissimo – conclude – l’azienda, quindi, deve essere rivista completamente dal punto di vista gestionale”.Di seguito alcune aziende delle telecomunicazioni interessate dallo sciopero: Rai, Telemar, Fastweb, Vodafone Omnitel n.v., H3g, Telecom Italia, Wind, Ericsson telecomunicazioni, Centro Stampa San Biagio, Amcor, Postel.
I Postali scrivono al Ministro:
"no" all'abolizione dell'art.18
"no" all'abolizione dell'art.18
Si sono messi in marcia questa mattina alle 9 con bandiere e fischietti per protestare contro la riforma del mercato del lavoro decisa dal Governo. “Così non si riducono le distanze tra giovani e meno giovani"
genova, 20 aprile 2012
Ultimo aggiornamento: 20/04/2012