Ventidue, 23 e 24 settembre. Per tre giorni la fontana di Piazza De Ferrari, nel cuore della city, si tingerà di rosso, per protestare contro la sempre più feroce la repressione del popolo siriano ad opera del regime di Assad. Un gesto simbolico voluto dal sindaco Marco Doria: «La situazione in Siria, che di ora in ora diventa sempre più drammatica, non può essere ignorata. E’ importante che la comunità internazionale si attivi, mettendo in campo aiuti per proteggere e assistere la popolazione, ma anche promuovendo azioni utili a costruire una tregua. Solo attraverso un percorso di non violenza e di dialogo la Siria potrà trovare pace e democrazia».
Con questa iniziativa, realizzata con la collaborazione di Aster, il Comune di Genova aderisce all’appello di AGIRE (agenzia Italiana per la risposta alle emergenze) che lancia una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per la Siria.
«La situazione ha ormai largamente superato il livello di allerta - aggiunge Marco Bertotto, direttore di AGIRE - per questo abbiamo deciso di lanciare l’operazione RED ALERT – ALLARME ROSSO. Due milioni e mezzo di persone necessitano di assistenza umanitaria immediata e circa un milione e mezzo hanno abbandonato le proprie case, rifugiandosi all’interno del paese o affrontando lunghi viaggi a piedi per raggiungere le nazioni confinanti. La guerra in Siria assume sempre più i connotati di una crisi umanitaria regionale, a cui è necessario rispondere con un’azione decisa e immediata per portare aiuti. Altrimenti migliaia di vite peseranno sulla nostra coscienza».
Con questa iniziativa, realizzata con la collaborazione di Aster, il Comune di Genova aderisce all’appello di AGIRE (agenzia Italiana per la risposta alle emergenze) che lancia una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per la Siria.
«La situazione ha ormai largamente superato il livello di allerta - aggiunge Marco Bertotto, direttore di AGIRE - per questo abbiamo deciso di lanciare l’operazione RED ALERT – ALLARME ROSSO. Due milioni e mezzo di persone necessitano di assistenza umanitaria immediata e circa un milione e mezzo hanno abbandonato le proprie case, rifugiandosi all’interno del paese o affrontando lunghi viaggi a piedi per raggiungere le nazioni confinanti. La guerra in Siria assume sempre più i connotati di una crisi umanitaria regionale, a cui è necessario rispondere con un’azione decisa e immediata per portare aiuti. Altrimenti migliaia di vite peseranno sulla nostra coscienza».