“Linea Verde”, la storica trasmissione dedicata ai problemi dell' agricoltura, del territorio e dell' ambiente fa tappa a Genova per raccontare uno dei volti meno noti della nostra città: l’agricoltura. Il lavoro della terra rappresenta sempre una sfida. Ma qui a Genova si combatte una vera e propria guerra di resistenza, contro il cemento e contro la distruzione di un patrimonio di saperi e di tradizioni. Domenica 12 febbraio Linea verde inizierà dal capoluogo ligure un viaggio alla scoperta dell'agricoltura nelle città italiane.
Lo ha annunciato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Tursi la conduttrice televisiva Eleonora Daniele, accolta dal sindaco Marta Vincenzi. «La lotta tra agricoltura e città che avanza - spiega Daniele - sarà il tema della puntata interamente dedicata a Genova. Linea verde racconterà gli agricoltori, la gastronomia e i sapori di Genova ». Il grande pubblico di Rai 1 ( Linea verde conta una media di 4 milioni di telespettatori a puntata) conoscerà i luoghi più suggestivi della nostra città e le tradizioni enogastronomiche locali.
Si parlerà dell’ultima tragica alluvione, dell’istituto agrario Marsano di Nervi, dove si insegnano le tecniche di palificazione e terrazzamento che prevengono frane e alluvioni e, in una parola, garantiscono la tutela del patrimonio. Sempre nel levante cittadino, riflettori puntati su Quarto, dove c’è lo scoglio dei Mille, e uno degli ultimi orti, frutto di una promessa fatta da Dino alla moglie Simona quando lei era malata: portarla a vivere in un luogo dove potessero dividere il loro tempo insieme, tutto il giorno sui campi, tra gli animali. Simona ora sta molto meglio, con il marito produce ortaggi e alleva mucche da latte sul Monte Fasce. «Sono felice che Genova ospiti la prima tappa di Linea verde - commenta il sindaco Vincenzi – e ne abbia fatto una città protagonista”. Genova è il comune più agricolo della Liguria e non ha mai potuto fare a meno del rapporto tra monte e mare. « Nella tradizione dei pescatori - racconta il sindaco – c’è quella che viene chiamata in gergo “a barca de’ sappe “ dove si mettono le zappe perché, dopo aver coltivato la terra, si va a fare un giro in mare per pescare le acciughe».
Mettere insieme orti, reti, insalata e pesci fa parte della nostra cultura e della nostra specificità. Il sindaco ricorda la fragilità del nostro territorio, che nel corso dei secoli è stata ingombrata da innumerevoli partnership. Innanzi tutto il porto, che ha deturpato il litorale, le produzioni siderurgiche che hanno determinato la rottura tra monte e mare, le industrie che hanno cancellato i sistemi naturalistici che dalla collina portavano al mare. Poi la ferrovia e l’autostrada che distruggono la prospettiva nord-sud e spingono le linee di collegamento verso est-ovest. « Ma l’ultimo sacco della città, la ferita più grave - continua Vincenzi - è rappresentato dall’urbanizzazione disordinata degli anni cinquanta e sessanta.
Furono gli anni in cui i terrazzamenti delle nostre colline sparirono, con le conseguenze che tutti noi abbiamo toccato in occasione delle recenti alluvioni ». Le strade di cantiere divennero vie di quartiere, i torrenti furono tombinati e, una volta scomparsi sottoterra, se ne perse la mappatura. Più che uno scarso utilizzo agricolo del territorio, le ragioni che causano le alluvioni a Genova sono la speculazione edilizia e la cattiva utilizzazione dei suoi torrenti. « L’agricoltura – ha concluso il sindaco – deve rappresentare un presidio del territorio ma anche di ricomposizione di una modalità di vivere, di produrre e di consumare di cui c’è bisogno».
Lo ha annunciato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Tursi la conduttrice televisiva Eleonora Daniele, accolta dal sindaco Marta Vincenzi. «La lotta tra agricoltura e città che avanza - spiega Daniele - sarà il tema della puntata interamente dedicata a Genova. Linea verde racconterà gli agricoltori, la gastronomia e i sapori di Genova ». Il grande pubblico di Rai 1 ( Linea verde conta una media di 4 milioni di telespettatori a puntata) conoscerà i luoghi più suggestivi della nostra città e le tradizioni enogastronomiche locali.
Si parlerà dell’ultima tragica alluvione, dell’istituto agrario Marsano di Nervi, dove si insegnano le tecniche di palificazione e terrazzamento che prevengono frane e alluvioni e, in una parola, garantiscono la tutela del patrimonio. Sempre nel levante cittadino, riflettori puntati su Quarto, dove c’è lo scoglio dei Mille, e uno degli ultimi orti, frutto di una promessa fatta da Dino alla moglie Simona quando lei era malata: portarla a vivere in un luogo dove potessero dividere il loro tempo insieme, tutto il giorno sui campi, tra gli animali. Simona ora sta molto meglio, con il marito produce ortaggi e alleva mucche da latte sul Monte Fasce. «Sono felice che Genova ospiti la prima tappa di Linea verde - commenta il sindaco Vincenzi – e ne abbia fatto una città protagonista”. Genova è il comune più agricolo della Liguria e non ha mai potuto fare a meno del rapporto tra monte e mare. « Nella tradizione dei pescatori - racconta il sindaco – c’è quella che viene chiamata in gergo “a barca de’ sappe “ dove si mettono le zappe perché, dopo aver coltivato la terra, si va a fare un giro in mare per pescare le acciughe».
Mettere insieme orti, reti, insalata e pesci fa parte della nostra cultura e della nostra specificità. Il sindaco ricorda la fragilità del nostro territorio, che nel corso dei secoli è stata ingombrata da innumerevoli partnership. Innanzi tutto il porto, che ha deturpato il litorale, le produzioni siderurgiche che hanno determinato la rottura tra monte e mare, le industrie che hanno cancellato i sistemi naturalistici che dalla collina portavano al mare. Poi la ferrovia e l’autostrada che distruggono la prospettiva nord-sud e spingono le linee di collegamento verso est-ovest. « Ma l’ultimo sacco della città, la ferita più grave - continua Vincenzi - è rappresentato dall’urbanizzazione disordinata degli anni cinquanta e sessanta.
Furono gli anni in cui i terrazzamenti delle nostre colline sparirono, con le conseguenze che tutti noi abbiamo toccato in occasione delle recenti alluvioni ». Le strade di cantiere divennero vie di quartiere, i torrenti furono tombinati e, una volta scomparsi sottoterra, se ne perse la mappatura. Più che uno scarso utilizzo agricolo del territorio, le ragioni che causano le alluvioni a Genova sono la speculazione edilizia e la cattiva utilizzazione dei suoi torrenti. « L’agricoltura – ha concluso il sindaco – deve rappresentare un presidio del territorio ma anche di ricomposizione di una modalità di vivere, di produrre e di consumare di cui c’è bisogno».