Il Comune sta costruendo quattro nuove scuole: due asili nido, in Vico della Rosa alla Maddalena e in Via Pellegrini al Campasso, una scuola dell’infanzia in Via Montebruno a Marassi, un istituto comprensivo in Piazza delle Erbe. Sull’andamento dei lavori gli assessori Mario Margini e Paolo Veardo riferiscono con una conferenza stampa seguita da un lungo sopralluogo nelle sedi dei cantieri. I lavori procedono, e ogni cantiere ha le sue caratteristiche: per la sede di Marassi si è scelto di utilizzare così, dopo averne verificato l’utilità, gli oneri d’urbanizzazione del centro commerciale Il Mirto; i due asili Nido sono collocati in zone in cui c’è grande bisogno di questo servizio; particolarmente interessante, poi, è il progetto dell’istituto di Piazza Erbe.
Questo, infatti, sarà un istituto comprensivo, cioè elementari e medie nello stesso edificio: un totale di sedici aule che ospiteranno più di quattrocento alunni per la normale attività didattica, con l’aggiunta di tre sale speciali in comune tra le due sezioni delle elementari e le due delle medie, da usare a rotazione per attività di laboratorio; poi biblioteca, mensa e depositi, direzione, segreteria, aula docenti, tutti i servizi necessari. Il nuovo edificio si integra con l’ex oratorio della Confraternita di Nostra Signora del Suffragio, per cui è previsto un intervento di ricostruzione filologica, essendo parzialmente distrutto nel tetto e in altre parti.
Siamo perciò nell’ambito del Piano di Riqualificazione Urbana (Pru) di Porta Soprana, che prevede la ricostruzione del tessuto preesistente, caratterizzato da palazzate continue lungo la strada di origine medievale. Il nuovo è inserito nell’antico, ne riprende in parte l’andamento, armonizza ma non si mimetizza; ha anzi un carattere marcatamente moderno, concepito com’è con un basamento di due piani che ricalca il perimetro della costruzione originaria e con un corpo superiore di tre piani che ha un altro andamento, con la pianta a forma di zeta per catturare più luce.
È un intervento che sembra contraddire quel “costruire sul costruito” che è alla base del Piano Urbanistico Comunale, ma, chiarisce Veardo, qui si costruisce sulle macerie, «Le ultime macerie della seconda guerra mondiale. E non è stato semplice: di questo progetto stiamo parlando da più di dieci anni». In questo modo una nuova scuola arricchisce un tessuto urbano in continua evoluzione.
Per un Comune, di questi tempi, è uno sforzo non da poco: con i soldi del proprio bilancio, con finanziamenti europei, con gli oneri d’urbanizzazione, senza soldi da Roma. Da un decennio almeno, dice l’assessore, i governi non si occupano più di queste cose.
Questo, infatti, sarà un istituto comprensivo, cioè elementari e medie nello stesso edificio: un totale di sedici aule che ospiteranno più di quattrocento alunni per la normale attività didattica, con l’aggiunta di tre sale speciali in comune tra le due sezioni delle elementari e le due delle medie, da usare a rotazione per attività di laboratorio; poi biblioteca, mensa e depositi, direzione, segreteria, aula docenti, tutti i servizi necessari. Il nuovo edificio si integra con l’ex oratorio della Confraternita di Nostra Signora del Suffragio, per cui è previsto un intervento di ricostruzione filologica, essendo parzialmente distrutto nel tetto e in altre parti.
Siamo perciò nell’ambito del Piano di Riqualificazione Urbana (Pru) di Porta Soprana, che prevede la ricostruzione del tessuto preesistente, caratterizzato da palazzate continue lungo la strada di origine medievale. Il nuovo è inserito nell’antico, ne riprende in parte l’andamento, armonizza ma non si mimetizza; ha anzi un carattere marcatamente moderno, concepito com’è con un basamento di due piani che ricalca il perimetro della costruzione originaria e con un corpo superiore di tre piani che ha un altro andamento, con la pianta a forma di zeta per catturare più luce.
È un intervento che sembra contraddire quel “costruire sul costruito” che è alla base del Piano Urbanistico Comunale, ma, chiarisce Veardo, qui si costruisce sulle macerie, «Le ultime macerie della seconda guerra mondiale. E non è stato semplice: di questo progetto stiamo parlando da più di dieci anni». In questo modo una nuova scuola arricchisce un tessuto urbano in continua evoluzione.
Per un Comune, di questi tempi, è uno sforzo non da poco: con i soldi del proprio bilancio, con finanziamenti europei, con gli oneri d’urbanizzazione, senza soldi da Roma. Da un decennio almeno, dice l’assessore, i governi non si occupano più di queste cose.