In migliaia in piazza Matteotti
per ricordare le vittime

Si è aperta con un minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso,  la manifestazione di solidarietà dell'incidente al porto di Genova, che ha causato 7 morti e 2 dispersi. In piazza Matteotti, per testimoniare il dolore dei genovesi, si sono radunate migliaia di persone

Si è aperta con un minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso,  la manifestazione di solidarietà dell'incidente al porto di Genova, che ha causato 7 morti e 2 dispersi. In piazza Matteotti, per testimoniare il dolore dei genovesi, si sono radunate migliaia di persone. Per 15 minuti, dalle 11 alle 11.15 tutta la città si è fermata: chiuse banche, negozi, supermercati. Sospese le attività nelle scuole e all'università. In molti posti di lavoro sono stati osservati due minuti di raccoglimento. I primi ad arrivare in piazza sono stati gli operai delle Riparazioni navali, seguiti da quelli di Fincantieri e dai lavoratori del porto. Presenti i rappresentanti delle istituzioni civili e militari. Le orazioni sono state tenute dal sindaco Marco Doria, da Ivano Bosco segretario della Cgil e dal responsabile dei cappellani del lavoro, mons. Molinari. Ha preso la parola per primo il presidente del Consiglio Comunale: "Ci siamo tutti - ha detto - cittadini autorità, lavoratori, sindacati, tutti uniti". Poi il sindaco: "Tanti lavoratori sono morti nello svolgimento della loro attività. Sono aspetti che rendono questo evento ancora più doloroso. In molti abbiamo negli occhi le immagini della notte della tragedia. Rivedo l'estremità del molo, nella notte, coperta da un cumulo di macerie sulle quali si muovono alcuni vigili del fuoco. Pezzi di struttura nell'acqua e sommozzatori che si immergono alla ricerca di corpi. Io insieme ad altri a pochi metri di distanza ad osservare attoniti. Sul momento sembra che nulla ci sia da fare se non testimoniare con la propria presenza la vicinanza di una comunità. La città è stata colpita nel suo centro vitale, il porto, il cuore di Genova. Siamo qui anche per riflettere come reagire, andare avanti e come ricostruire nell'immediato. Genova lo ha saputo fare tante volte e lo saprà fare anche in questa occasione". Il segretario della Cgil, Ivano Bosco, di fronte a una piazza sempre più gremita, ha iniziato la sua orazione in ricordo delle vittime dicendo: "Sono usciti di casa per fare il proprio dovere e non sono più tornati. C'è un'inchiesta e determinare le motivazioni della tragedia spetta a chi di dovere, noi ribadiamo che queste cose non devono  accadere mai più. Non si può parlare di fatalità: il lavoro, che ha liberato, difeso e dato dignità ai cittadini, non può più essere dimenticato e trascurato". La terza e ultima orazione, del cappellano del lavoro, mons. Molinari, è stata interrotta dalle contestazioni di alcuni lavoratori portuali che hanno letto una lettera in ricordo dei loro colleghi di lavoro caduti e feriti nella tragedia di Molo Giano. Oltre alla solidarietà alle famiglie delle vittime e dei feriti hanno chiesto più chiarezza e trasparenza di fronte a tragedie come questa. Una denuncia contro i sindacati che non sono stati in grado di continuare lo sciopero per non interrompere la produttività. Il porto avrebbe dovuto fermarsi in segno di cordoglio, invece una nave da crociera è partita con tanto di turisti in coperta, armati di macchine fotografiche per documentare l'ennesima tragedia. In Italia ogni anno ci sono più di tremila morti sul lavoro.                                                           

9 maggio 2013
Ultimo aggiornamento: 16/05/2013
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