Le rovine sommerse della Torre dei Piloti stanno per restituire il corpo dell'ultimo disperso individuato dai palombari della Marina Militare tra il molo e un pilastro di cemento. Le ricerche del sergente Gianni Jacoviello non si sono mai interrotte sin dalle prime ore immediatamente successive alla tragedia. Ieri era stato portato in superficie il borsone del sottoufficile contenente alcuni oggetti già restituiti ai familiari.
La Polizia scientifica si è recata sul posto per scattare le fotografie che poi verranno consegnate alla Magistratura che ha avviato le indagini per individuare eventuali responsabilità. Già oggi era attesa l'apertura della "scatola nera" della portacontainer, ma l'operazione, che richiede molta accortezza per non rischiare di distruggere il software contenuto, slitterà di alcuni giorni. Lo ha deciso la Procura di Genova che ha accolto l'invito della società Sperry Marine, costruttrice dell'apparecchiatura.
Le indagini comprendono anche i computer di bordo acquisiti dalla Polizia Postale. La Jolly Nero resta sotto sequestro e piantonata 24 ore su 24 da personale della Capitaneria di Porto. Oltre alla perizia sullo stato della nave, affidata a due ammiragli della Marina Militare, sono in corso le operazioni per duplicare i reperti che sono stati recuperati in mare. Sono una cinquantina di pezzi di apparecchiature informatiche che dovrebbero contenere le conversazioni tra la Capitaneria di porto, i piloti, i rimorchiatori e la Torre.
Delle indagini in corso ha parlato anche il sindaco Marco Doria intervistato da una emittente televisiva locale. "Chiedo chiarezza a nome della comunità genovese sull'incidente in porto. Si deve capire perché ciò è accaduto, c'é una necessità di chiarezza, di comprensione della dinamica dei fatti e di giustizia". Doria ha anche sottolineato che: "Prima non mi risulta che qualcuno di autorevole avesse mai sollevato la questione della sicurezza della Torre dei Piloti. Il tema della sicurezza sul lavoro, in porto, è assolutamente fondamentale, tenendo fermo il punto che quello di Genova è un porto capace di lavorare".
La Polizia scientifica si è recata sul posto per scattare le fotografie che poi verranno consegnate alla Magistratura che ha avviato le indagini per individuare eventuali responsabilità. Già oggi era attesa l'apertura della "scatola nera" della portacontainer, ma l'operazione, che richiede molta accortezza per non rischiare di distruggere il software contenuto, slitterà di alcuni giorni. Lo ha deciso la Procura di Genova che ha accolto l'invito della società Sperry Marine, costruttrice dell'apparecchiatura.
Le indagini comprendono anche i computer di bordo acquisiti dalla Polizia Postale. La Jolly Nero resta sotto sequestro e piantonata 24 ore su 24 da personale della Capitaneria di Porto. Oltre alla perizia sullo stato della nave, affidata a due ammiragli della Marina Militare, sono in corso le operazioni per duplicare i reperti che sono stati recuperati in mare. Sono una cinquantina di pezzi di apparecchiature informatiche che dovrebbero contenere le conversazioni tra la Capitaneria di porto, i piloti, i rimorchiatori e la Torre.
Delle indagini in corso ha parlato anche il sindaco Marco Doria intervistato da una emittente televisiva locale. "Chiedo chiarezza a nome della comunità genovese sull'incidente in porto. Si deve capire perché ciò è accaduto, c'é una necessità di chiarezza, di comprensione della dinamica dei fatti e di giustizia". Doria ha anche sottolineato che: "Prima non mi risulta che qualcuno di autorevole avesse mai sollevato la questione della sicurezza della Torre dei Piloti. Il tema della sicurezza sul lavoro, in porto, è assolutamente fondamentale, tenendo fermo il punto che quello di Genova è un porto capace di lavorare".