Piano Energetico del Comune
In commissione si fa il punto

Nella giornata dedicata alla campagna “M’Illumino di meno”, le commissioni consiliari sono state aggiornate sullo stato di avanzamento del SEAP - Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile. Obiettivo abbattere la CO2 del 23.7% entro il 2020

Testo Alternativo
Com’è ormai tradizione, si celebra oggi la giornata “M’illumino di meno”, ideata dalla trasmissione di Radio 2 Rai Caterpillar per sensibilizzare sul tema del risparmio energetico.
Il Comune di Genova aderisce, come ha riferito l’Assessore all’Ambiente Valeria Garotta, con alcune azioni simboliche: dalle ore 18 di oggi 15 febbraio verranno spente la fontana di piazza De Ferrari e le illuminazioni artistiche della stessa piazza, di via Garibaldi e del monumento di piazza Corvetto.

E’ quindi sembrato naturale dedicare proprio la seduta di oggi delle commissioni congiunte Promozione della Città, Territorio e Sviluppo Economico a verificare lo stato di avanzamento del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (l’acronimo in inglese è SEAP), ovvero lo strumento di pianificazione approvato dall’Amministrazione Comunale in seguito all’adesione al Patto dei Sindaci: 4000 Sindaci di città d’Europa si impegnano a diminuire le emissioni di CO2 e a risparmiare energia per il 20% entro il 2020.
Il Piano genovese è stato il primo ad essere approvato ed è quindi diventato un modello per tutta Europa; l’assessore Garotta ha sottolineato l’aspetto flessibile e partecipativo del Piano, per cui è possibile pensare a modificare, aggiungere o anche eliminare le azioni previste, alla luce della loro effettiva efficacia e fattibilità, di mutate condizioni di contesto o di nuove idee ed iniziative; un impianto dinamico che, come notato da Maria Fabianelli di ARE (Agenzia Regionale per l’Energia, l’Ente strumentale incaricato della redazione e del monitoraggio del SEAP) è stato condiviso anche dalla Commissione Europea.

Il Piano, illustrato da ARE e dal professor Schenone del CRUIE (Centro Ricerca per Urbanistica, Infrastrutture ed Ecologia) dell’Università di Genova, parte da una serie di dati di base elaborati a livello europeo nel 2005, affinché tutte le città aderenti al Patto partissero da elementi omogenei e confrontabili; secondo questi dati, nel 2005 Genova ha prodotto 2,3 milioni di tonnellate di CO2, provenienti in gran parte dall’edilizia residenziale privata e dal terziario, ed in misura molto minore dai trasporti.
La Commissione Europea ha poi evidenziato alcuni ambiti di intervento (edilizia ed illuminazione pubblica, trasporti, produzione locale di elettricità, teleriscaldamento e teleraffrescamento, pianificazione e distretti, partecipazione e sensibilizzazione). Su ognuno di questi ambiti il SEAP prevede una serie di azioni a breve e lungo termine, in tutto 77, di cui vengono identificati con precisione data di inizio, tempistica, costi ed indicazione delle risorse da impiegare, obiettivi, soggetto responsabile e misurabilità/verificabilità dei risultati.
Il Piano poi prevede una serie di indicatori qualitativi e quantitativi rispetto allo stato di avanzamento delle singole azioni, e delle stime in termini di risparmio di CO2. Il SEAP è sottoposto a monitoraggio ogni due anni rispetto allo stato di avanzamento, ed ogni quattro rispetto al raggiungimento di risultati. Esistono già monitoraggi relativi al 2011 ed al 2012.

Si prevede che il risparmio di CO2 entro il 2020 sarà del 23,7%, ottenuto per il 6,9% da interventi su edilizia ed illuminazione pubblica, al 5% dai trasporti, al 7,4% dalla produzione locale di elettricità attraverso rinnovabili, al 3,4% dalla realizzazione si sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento, allo 0,5% ciascuno dalla pianificazione e dalla sensibilizzazione.
Naturalmente, gli obiettivi che il Comune si pone possono essere previsti solo negli ambiti dove l’Amministrazione può direttamente intervenire; non sono quindi stati calcolati consumi ed interventi per l’area portuale e per gli insediamenti industriali.
Analogamente il settore forse di massimo impatto, quello dell’edilizia, può essere oggetto di interventi diretti da parte del Comune solo per l’edilizia comunale, che ha ovviamente un forte significato simbolico ma un impatto molto limitato sui risultati; mentre l’Amministrazione può svolgere un ruolo di indirizzo e di supporto ad esperienze sull’edilizia privata e sul terziario.
Intanto, è in via di definizione l’affidamento della nuova gestione per i sistemi di condizionamento degli edifici comunali, che in alcuni casi hanno addirittura ancora impianti a olio combustibile e che passeranno tutti al metano.

Diventa importante quindi l’impegno sul progetto di ARE, Provincia e Muvita “Condomini intelligenti”: per i privati è possibile progettare interventi di efficientamento energetico a costo zero appoggiandosi al sistema delle ESCO, società che finanziano interventi finalizzati a migliorare la resa energetica, rientrando dall’investimento attraverso i risparmi ottenuti sulle bollette; esiste però un costo iniziale di diagnosi energetica che deve essere sostenuto dal privato. Il progetto Condomini Sostenibili, grazie a fondi regionali, permette di coprire questo costo iniziale.
Altrettanto centrale diventa l’elaborazione del nuovo Regolamento Edilizio, che potenzialmente può prevedere molte norme indirizzate alla sostenibilità energetica (si pensi solo al caso dei contatori individuali che permettono di regolare i consumi del singolo appartamento in condomini con riscaldamento centralizzato).
Un approfondimento è stato dedicato al tema degli impianti di cogenerazione per il teleriscaldamento/raffrescamento: il SEAP originario prevedeva la nascita di alcuni grandi impianti di cogenerazione, alla luce però del diverso quadro economico e delle dinamiche del mercato dell’energia, si è stabilito di modificare il Piano nella direzione di impianti di più piccola dimensione, su scala di quartiere (come alle Gavette) o di singolo complesso, come si sta procedendo a fare per gli ospedali e gli impianti sportivi come la Sciorba. Il Galliera ha già il suo impianto, preso verrà attivato quello del Gaslini e si avvierà la realizzazione di quello del San Martino, che avrà un impatto importante sui consumi energetici del nosocomio.

Per coerenza con i temi della giornata, il presidente della commissione VI Malatesta ha segnalato come l’impianto di illuminazione della Sala Rossa consumi oltre 5000 watt l’ora, nonostante nello scenografico lampadario centrale siano state installate lampade a basso consumo; si è quindi deciso di svolgere la seduta alla sola luce naturale proveniente dal lucernario.
15 febbraio 2013
Ultimo aggiornamento: 15/02/2013
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