Al grido di «applicare il referendum», i membri del comitato Acqua Pubblica di Genova hanno fatto irruzione in Consiglio comunale per chiedere di rimuovere formalmente il patrocinio del Comune al Festival dell’Acqua, organizzato da Federutility a settembre.
I manifestanti, che domani mattina saranno ricevuti dal sindaco Marta Vincenzi (oggi a Roma per due incontri con Fincantieri e la Cgil e Anci sulla portualità), pongono l’accento sul fatto che le aziende promotrici della kermesse nulla hanno a che vedere con la gestione pubblica dell’acqua: «Anzi – come si legge sul volantino consegnato in Sala Rossa – sono proprio le società per azioni che attualmente gestiscono il servizio idrico in Italia, che speculano e fanno profitti sull’acqua e contro le quali 27 milioni di elettori si sono espressi molto chiaramente».
La loro richiesta è molto semplice: il Comune tolga il patrocino all’evento che si terrà a Palazzo Ducale dal 5 al 9 settembre. «Invece di pensare al Festival e favorire le imprese che hanno perso il referendum – spiega Silvia Parodi del comitato Acqua pubblica di Genova – chiediamo alle istituzioni di iniziare a muoversi nella direzione espressa dalla volontà popolare».
I manifestanti, che domani mattina saranno ricevuti dal sindaco Marta Vincenzi (oggi a Roma per due incontri con Fincantieri e la Cgil e Anci sulla portualità), pongono l’accento sul fatto che le aziende promotrici della kermesse nulla hanno a che vedere con la gestione pubblica dell’acqua: «Anzi – come si legge sul volantino consegnato in Sala Rossa – sono proprio le società per azioni che attualmente gestiscono il servizio idrico in Italia, che speculano e fanno profitti sull’acqua e contro le quali 27 milioni di elettori si sono espressi molto chiaramente».
La loro richiesta è molto semplice: il Comune tolga il patrocino all’evento che si terrà a Palazzo Ducale dal 5 al 9 settembre. «Invece di pensare al Festival e favorire le imprese che hanno perso il referendum – spiega Silvia Parodi del comitato Acqua pubblica di Genova – chiediamo alle istituzioni di iniziare a muoversi nella direzione espressa dalla volontà popolare».