Qualità dei servizi: Genova
ha anticipato il decreto Monti

Presentata a Palazzo Tursi la relazione sul secondo anno di attività dell’Autorità Servizi Pubblici Locali. Marta Vincenzi: «Esperienza innovativa, che ispira la politica nazionale». Invito ai candidati sindaci: «Si impegnino perché l’Aspl continui il suo lavoro»

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Questa mattina, come già in altre occasioni, il sindaco di Genova ha espresso il proprio orgoglio per il lavoro fatto, e per il coraggio della scelta scomoda, che segue gli esempi di Roma e di Torino, di avere in casa propria, nell’organizzazione del Comune, un controllore totalmente autonomo.

L’occasione è il seminario di presentazione della relazione sull’attività dell’anno 2010-2011 dell’Autorità servizi Pubblici Locali, dal titolo “Trasparenza e qualità nei servizi pubblici locali: l’esperienza dell’Aspl”, che si è svolto nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, presenti tra gli altri Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio comunale, e i componenti dell’Autorità, Marco Barilati, Lorenzo Cuocolo e il Presidente Alberto Maria Benedetti,

L’agenzia genovese ha sviluppato nella nostra città una modalità d’intervento particolare, in grado di influenzare anche la politica nazionale. Nel “modello Genova”, infatti, da oltre un anno le carte dei servizi prevedono le modalità di esercizio dei diritti del cittadino e quelle di risarcimento del danno eventualmente arrecato dalla pubblica amministrazione. Questa norma è entrata nel decreto Monti sulle liberalizzazioni, dimostrando «la sensibilità del legislatore verso la protezione degli utenti dei pubblici servizi», come affermato da Benedetti, che mette in risalto l’utilità della difficile scelta del Comune, peraltro prevista dal suo Statuto, perché «un’autorità indipendente consente un controllo più efficace sul come i pubblici servizi vengono gestiti».

L’Aspl ha agito, in questi anni, sempre nei limiti del proprio mandato, su sollecitazione di cittadini, di organizzazioni dei consumatori e della stessa amministrazione comunale o anche di propria iniziativa. Non poteva intervenire su tutto: per esempio sulla questione delle “blu area” non doveva interferire sul lavoro della Magistratura. Ha sorvegliato, dopo la sentenza, che il Comune prendesse i provvedimenti necessari, come del resto ha fatto senza bisogno di sollecitazioni.
Ci sono poi i limiti, richiamati dai relatori, dovuti alla scarsità di mezzi, che comportano la necessità di intervenire non tanto sui casi singoli quanto sulle questioni generali, nella certezza che, anche in un periodo di crisi, dall’aumento della trasparenza possano venire solo vantaggi.

Il Sindaco ha concluso con l’auspicio che l’amministrazione futura non disperda il patrimonio di questo modello genovese di autorità di controllo. Chiede anzi ai candidati sindaco di inserire nel proprio programma «una valutazione del lavoro dell’Aspl e un progetto per la sua prosecuzione e per il futuro potenziamento».
Genova, 19 marzo 2012
Ultimo aggiornamento: 20/03/2012
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