Era prevista la cessione a privati di quanto ancora rimaneva di proprietà pubblica nell’area dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto. Un vasto movimento comprendente cittadini, associazioni ed enti tra cui il Comune di Genova e il Municipio Levante, sindacati e privato sociale, ha lanciato con forza l’allarme per il rischio di un grave danno alla città. Un danno ambientale, trattandosi di un’area verde di pregio, urbanistico, sociale e sanitario, derivante dalla perdita di preziosissimi spazi pubblici, ma anche culturale, per la presumibile distruzione di un patrimonio architettonico, museale e storico di grande valore. La Regione, ora, torna parzialmente sui propri passi.
Renata Paola Dameri, assessora alle Politiche Socio Sanitarie, ha espresso l’apprezzamento suo e delle due commissioni riunite (Territorio e Welfare) per il cambiamento di linea della Regione.
Poco prima Montaldo aveva comunicato che, vista la difficoltà di trovare una collocazione per le persone che ancora sono ospitate nelle strutture di Quarto, in particolare per i pazienti psichiatrici e per quelli disabili, l’ente di Piazza De Ferrari è orientato a mantenere nelle attuali collocazioni quei pazienti, oltre agli anziani affetti da Alzheimer, a mantenere in quella sede le altre attività “distrettuali”, tra cui il Centro di Educazione Motoria e le attività di formazione, e a inserire nell’area altri servizi, istituendo una sorta di “Cittadella della salute” per il levante cittadino.
Prendendo atto delle sue dichiarazioni Dameri è stata lieta di notare «un cambiamento importante, perché finalmente si cerca di coniugare l’aspetto finanziario con le esigenze della persona e perché si è avviata un’importante collaborazione tra Comune e Regione».
Il compito del Comune è vigilare. Perché, come spiegano la presidente Cristina Lodi, della Commissione Consiliare 7, e la vicepresidente della 5, Clizia Nicolella, l’ente locale deve interessarsi del rispetto dei diritti delle persone assistite, come non può non occuparsi di un bene pubblico che si trova all’interno della città ed è utilizzato dai genovesi.
È ovvio perciò, secondo Dameri, che Palazzo Tursi mantenga sotto osservazione l’ex Op e ciò che vi accade.
Tutti i presenti, commissari o rappresentanti del vasto movimento che in questi mesi ha espresso preoccupazione per il destino dell’area (tra gli altri: sindacati sanitari, Spi – Cgil, Coordinamento per Quarto, Consulta handicap, Associazione Ligure Famiglie Pazienti Psichiatrici, Municipio Levante, Difensore Civico) hanno concordato nell’espressione di un sentimento di soddisfazione, ma l’esposizione di Montaldo, anche se integrata da quella di Corrado Bedogni, direttore generale della Asl 3 Genovese, conteneva solo un’indicazione di massima, senza alcuna precisazione, per esempio, sulle parti del complesso che saranno interessate al cambiamento e su quali rimarranno vincolate alla cessione, o su come si svilupperà il rapporto con il territorio e con le sue organizzazioni.
Bedogni, pur dichiarando che gli uffici Asl hanno già avviato alcuni studi, ha dichiarato che, ovviamente, l’amministrazione potrà mettersi davvero in movimento solo quando le linee di indirizzo saranno ufficialmente note. Da parte di tutti gli interessati c’è perciò molta attenzione per gli sviluppi futuri.
Nel territorio, Nerio Farinelli, presidente del Levante, ha rivendicato l’impegno del Municipio, espressosi già in luglio con una mozione all’unanimità del Consiglio. Un impegno che «viene dopo anni e anni di sonno profondo, ma adesso l’amministrazione periferica ha conquistato un ruolo, ne chiede il riconoscimento e intende mantenerlo». Da Manuela Noli, dello Spi Cgil, è venuto un particolare ringraziamento al presidente e al consiglio per quella “mozione bipartisan” che ha posto con forza il problema.
Bisogna che di queste cose si parli, secondo Noli e altri intervenuti, perché la salute mentale è un tema sempre più di attualità, un problema destinato a crescere a causa della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. È sacrosanta, questa cessazione, ma comporta la necessità di decidere che cosa fare dei pazienti.
Per Dameri il tema chiave a cui porre attenzione è l’integrazione socio-sanitaria, fondamentale quando si parla di disabilità fisica o psichica. Ogni intervento in questi campi contiene nello stesso tempo elementi sanitari e sociali.
«L’integrazione dà benefici non solo alle persone, ma anche alla finanza. Significa per esempio meno ospedalizzazione e più assistenza domiciliare: perciò più benessere, più salute, meno spese».
Alcuni interventi hanno rivendicato il ruolo indispensabile del servizio sanitario pubblico; in generale si è posta l’enfasi sull’importanza della progettazione, della pianificazione e di un pensiero politico sulle scelte da operare. Certamente, e Montaldo ne ha dato efficacemente conto, è praticamente impossibile progettare se, come nel corso degli otto mesi di quest’anno, «si sono dovute apportare già due correzioni ai bilanci per attuare i risparmi a più riprese richiesti dal governo».
Altri interventi hanno richiesto il blocco delle cartolarizzazioni sull’area di Quarto, per acquisire una nuova visione complessiva della questione, per meglio valutare le ricadute delle decisioni della Asl sul Puc, il Piano Urbanistico Comunale, per avviare una fase di progettualità.
Al termine della riunione si è posta la questione della mozione, all’ordine del giorno per domani martedi 11 settembre, che un gruppo di consiglieri comunali aveva presentato prima della pausa estiva e che adesso sarebbe superata dalle comunicazioni dell’assessore regionale.
L’intento dei firmatari, condiviso dagli intervenuti, è di mantenere la mozione, aggiornandola sulla base delle novità. Se domani sarà fatta propria dalla Giunta, per il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Stefano Bernini, «avrà valore di indirizzo politico nel rapporto con la Regione» con cui, nelle persone di Montaldo e dell’assessore alle Risorse finanziarie e al Patrimonio, Sergio Rossetti, avrà un incontro mercoledi 12.
Renata Paola Dameri, assessora alle Politiche Socio Sanitarie, ha espresso l’apprezzamento suo e delle due commissioni riunite (Territorio e Welfare) per il cambiamento di linea della Regione.
Poco prima Montaldo aveva comunicato che, vista la difficoltà di trovare una collocazione per le persone che ancora sono ospitate nelle strutture di Quarto, in particolare per i pazienti psichiatrici e per quelli disabili, l’ente di Piazza De Ferrari è orientato a mantenere nelle attuali collocazioni quei pazienti, oltre agli anziani affetti da Alzheimer, a mantenere in quella sede le altre attività “distrettuali”, tra cui il Centro di Educazione Motoria e le attività di formazione, e a inserire nell’area altri servizi, istituendo una sorta di “Cittadella della salute” per il levante cittadino.
Prendendo atto delle sue dichiarazioni Dameri è stata lieta di notare «un cambiamento importante, perché finalmente si cerca di coniugare l’aspetto finanziario con le esigenze della persona e perché si è avviata un’importante collaborazione tra Comune e Regione».
Il compito del Comune è vigilare. Perché, come spiegano la presidente Cristina Lodi, della Commissione Consiliare 7, e la vicepresidente della 5, Clizia Nicolella, l’ente locale deve interessarsi del rispetto dei diritti delle persone assistite, come non può non occuparsi di un bene pubblico che si trova all’interno della città ed è utilizzato dai genovesi.
È ovvio perciò, secondo Dameri, che Palazzo Tursi mantenga sotto osservazione l’ex Op e ciò che vi accade.
Tutti i presenti, commissari o rappresentanti del vasto movimento che in questi mesi ha espresso preoccupazione per il destino dell’area (tra gli altri: sindacati sanitari, Spi – Cgil, Coordinamento per Quarto, Consulta handicap, Associazione Ligure Famiglie Pazienti Psichiatrici, Municipio Levante, Difensore Civico) hanno concordato nell’espressione di un sentimento di soddisfazione, ma l’esposizione di Montaldo, anche se integrata da quella di Corrado Bedogni, direttore generale della Asl 3 Genovese, conteneva solo un’indicazione di massima, senza alcuna precisazione, per esempio, sulle parti del complesso che saranno interessate al cambiamento e su quali rimarranno vincolate alla cessione, o su come si svilupperà il rapporto con il territorio e con le sue organizzazioni.
Bedogni, pur dichiarando che gli uffici Asl hanno già avviato alcuni studi, ha dichiarato che, ovviamente, l’amministrazione potrà mettersi davvero in movimento solo quando le linee di indirizzo saranno ufficialmente note. Da parte di tutti gli interessati c’è perciò molta attenzione per gli sviluppi futuri.
Nel territorio, Nerio Farinelli, presidente del Levante, ha rivendicato l’impegno del Municipio, espressosi già in luglio con una mozione all’unanimità del Consiglio. Un impegno che «viene dopo anni e anni di sonno profondo, ma adesso l’amministrazione periferica ha conquistato un ruolo, ne chiede il riconoscimento e intende mantenerlo». Da Manuela Noli, dello Spi Cgil, è venuto un particolare ringraziamento al presidente e al consiglio per quella “mozione bipartisan” che ha posto con forza il problema.
Bisogna che di queste cose si parli, secondo Noli e altri intervenuti, perché la salute mentale è un tema sempre più di attualità, un problema destinato a crescere a causa della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. È sacrosanta, questa cessazione, ma comporta la necessità di decidere che cosa fare dei pazienti.
Per Dameri il tema chiave a cui porre attenzione è l’integrazione socio-sanitaria, fondamentale quando si parla di disabilità fisica o psichica. Ogni intervento in questi campi contiene nello stesso tempo elementi sanitari e sociali.
«L’integrazione dà benefici non solo alle persone, ma anche alla finanza. Significa per esempio meno ospedalizzazione e più assistenza domiciliare: perciò più benessere, più salute, meno spese».
Alcuni interventi hanno rivendicato il ruolo indispensabile del servizio sanitario pubblico; in generale si è posta l’enfasi sull’importanza della progettazione, della pianificazione e di un pensiero politico sulle scelte da operare. Certamente, e Montaldo ne ha dato efficacemente conto, è praticamente impossibile progettare se, come nel corso degli otto mesi di quest’anno, «si sono dovute apportare già due correzioni ai bilanci per attuare i risparmi a più riprese richiesti dal governo».
Altri interventi hanno richiesto il blocco delle cartolarizzazioni sull’area di Quarto, per acquisire una nuova visione complessiva della questione, per meglio valutare le ricadute delle decisioni della Asl sul Puc, il Piano Urbanistico Comunale, per avviare una fase di progettualità.
Al termine della riunione si è posta la questione della mozione, all’ordine del giorno per domani martedi 11 settembre, che un gruppo di consiglieri comunali aveva presentato prima della pausa estiva e che adesso sarebbe superata dalle comunicazioni dell’assessore regionale.
L’intento dei firmatari, condiviso dagli intervenuti, è di mantenere la mozione, aggiornandola sulla base delle novità. Se domani sarà fatta propria dalla Giunta, per il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Stefano Bernini, «avrà valore di indirizzo politico nel rapporto con la Regione» con cui, nelle persone di Montaldo e dell’assessore alle Risorse finanziarie e al Patrimonio, Sergio Rossetti, avrà un incontro mercoledi 12.