Le “lavatrici” sono un complesso residenziale il cui soprannome è dovuto in particolare alle grosse lastre di cemento con grandi fori a forma di rombo o di cerchio che sono poste sulla facciata come decorazione e che fanno assomigliare le palazzine ad oblò, appunto, di lavatrici.
Il quartiere, che segue l’andamento collinare e che sovrasta l’autostrada dei Fiori nel tratto che separa Prà da Pegli, è stato considerato per molto tempo sede di degrado, sino ad essere definito eco-mostro.
Da alcuni anni, anche grazie alla presenza di un agguerrito comitato di quartiere, è stato avviato dalla civica amministrazione un profondo piano di risanamento, che sta dando i suoi frutti e che comprende un progetto pilota di risparmio energetico, iniziato nel maggio scorso, finanziato dalla Comunità europea denominato E3 soho. Si tratta di un programma che oltre a Genova vede la partecipazione dei quartieri di social housing di altre due grandi città europee: Saragozza e Varsavia. Ne parliamo con l’assessore al Patrimonio Bruno Pastorino.
Perché, tra i quartieri che avrebbero potuto ospitare il programma varato da Bruxelles per il risparmio energetico è stato scelto San Pietro a Pegli?
«“Le lavatrici”stanno diventando, anche grazie ai suoi abitanti, un luogo simbolico di trasformazione e di risanamento dei quartieri popolari. Il progetto E3 soho e la collaborazione tra Comune e Dipartimento di scienze per l’architettura dell’Università di Genova, sancita da un protocollo d’intesa tra i due enti, hanno l’obiettivo di favorire e promuovere la ricerca, lo studio e la progettazione di soluzioni integrate per la produzione di energia ed il contenimento dei consumi».
Nel dettaglio, per circa 18 mesi verranno monitorati i consumi di energia elettrica, riscaldamento ed acqua di diversi alloggi del quartiere presi a campione e sulla base della disponibilità dei residenti. Per questo bisogna evidenziare la non comune sensibilità del Comitato di quartiere ai problemi della innovazione e del risparmio energetico e nel contempo ringraziare le famiglie che oggi hanno offerto il loro alloggio per l’installazione delle apparecchiature necessarie al progetto. Attraverso speciali dispositivi elettronici collegati in rete da un computer, che rivelerà i picchi di consumo, si potranno evidenziare correttivi sia comportamentali che tecnologici atti a ridurre i consumi del 25%, con un risparmio corrispondente sulle bollette e per l’ambiente.
In quale direzione verrà indirizzata la ricerca per un appropriato utilizzo delle risorse?
«L’obiettivo è duplice. Da un lato – dice l’assessore Pastorino - puntiamo ad una corretta scelta delle fonti rinnovabili da poter inserire nel quartiere per soddisfare i bisogni energetici degli abitanti, dall’altro all’utilizzo di materiali e soluzioni appropriate per migliorare l’equilibrio climatico degli alloggi. Il Comune di Genova, che il prossimo mese diventerà partner del progetto europeo insieme alle città citate, potrà giovarsi delle indicazioni scaturite dallo studio per applicarne gli esiti agli altri quartieri di edilizia residenziale pubblica e per intervenire adeguando le strutture edilizie più dispersive».
Questo studio avrà delle ricadute oltre che sul fronte energetico anche su quello urbanistico?
«Contiamo di indirizzare la ricerca e lo studio – conclude l’assessore al patrimonio - anche in funzione della progettazione di soluzioni strutturali e di design volte alla riqualificazione architettonica del quartiere e per incrementare e migliorare gli spazi verdi e sociali dei residenti. In ultimo, riteniamo che sia utile valorizzare il quartiere anche attraverso l’utilizzo del colore per ridefinire la qualità architettonica degli edifici ed armonizzarla con il territorio».
Il quartiere, che segue l’andamento collinare e che sovrasta l’autostrada dei Fiori nel tratto che separa Prà da Pegli, è stato considerato per molto tempo sede di degrado, sino ad essere definito eco-mostro.
Da alcuni anni, anche grazie alla presenza di un agguerrito comitato di quartiere, è stato avviato dalla civica amministrazione un profondo piano di risanamento, che sta dando i suoi frutti e che comprende un progetto pilota di risparmio energetico, iniziato nel maggio scorso, finanziato dalla Comunità europea denominato E3 soho. Si tratta di un programma che oltre a Genova vede la partecipazione dei quartieri di social housing di altre due grandi città europee: Saragozza e Varsavia. Ne parliamo con l’assessore al Patrimonio Bruno Pastorino.
Perché, tra i quartieri che avrebbero potuto ospitare il programma varato da Bruxelles per il risparmio energetico è stato scelto San Pietro a Pegli?
«“Le lavatrici”stanno diventando, anche grazie ai suoi abitanti, un luogo simbolico di trasformazione e di risanamento dei quartieri popolari. Il progetto E3 soho e la collaborazione tra Comune e Dipartimento di scienze per l’architettura dell’Università di Genova, sancita da un protocollo d’intesa tra i due enti, hanno l’obiettivo di favorire e promuovere la ricerca, lo studio e la progettazione di soluzioni integrate per la produzione di energia ed il contenimento dei consumi».
Nel dettaglio, per circa 18 mesi verranno monitorati i consumi di energia elettrica, riscaldamento ed acqua di diversi alloggi del quartiere presi a campione e sulla base della disponibilità dei residenti. Per questo bisogna evidenziare la non comune sensibilità del Comitato di quartiere ai problemi della innovazione e del risparmio energetico e nel contempo ringraziare le famiglie che oggi hanno offerto il loro alloggio per l’installazione delle apparecchiature necessarie al progetto. Attraverso speciali dispositivi elettronici collegati in rete da un computer, che rivelerà i picchi di consumo, si potranno evidenziare correttivi sia comportamentali che tecnologici atti a ridurre i consumi del 25%, con un risparmio corrispondente sulle bollette e per l’ambiente.
In quale direzione verrà indirizzata la ricerca per un appropriato utilizzo delle risorse?
«L’obiettivo è duplice. Da un lato – dice l’assessore Pastorino - puntiamo ad una corretta scelta delle fonti rinnovabili da poter inserire nel quartiere per soddisfare i bisogni energetici degli abitanti, dall’altro all’utilizzo di materiali e soluzioni appropriate per migliorare l’equilibrio climatico degli alloggi. Il Comune di Genova, che il prossimo mese diventerà partner del progetto europeo insieme alle città citate, potrà giovarsi delle indicazioni scaturite dallo studio per applicarne gli esiti agli altri quartieri di edilizia residenziale pubblica e per intervenire adeguando le strutture edilizie più dispersive».
Questo studio avrà delle ricadute oltre che sul fronte energetico anche su quello urbanistico?
«Contiamo di indirizzare la ricerca e lo studio – conclude l’assessore al patrimonio - anche in funzione della progettazione di soluzioni strutturali e di design volte alla riqualificazione architettonica del quartiere e per incrementare e migliorare gli spazi verdi e sociali dei residenti. In ultimo, riteniamo che sia utile valorizzare il quartiere anche attraverso l’utilizzo del colore per ridefinire la qualità architettonica degli edifici ed armonizzarla con il territorio».