Due grandi storici per la “Storia della Liguria”. Sono stati Franco Cardini e Giuseppe Galasso a presentare lunedì 8 marzo nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale il quinto volume della collana promossa da Fondazione Carige che si propone di analizzare i profondi mutamenti storici e territoriali della Liguria.
Curata, come tutto il piano dell’opera, da Gabriella Airaldi, docente di Storia del Medioevo all’Università di Genova, questa “quinta puntata” è dedicata al periodo compreso tra l’Unità d’Italia e il 1970, anno della nascita della Regione. Dentro ci sono molti argomenti e molte analisi che aiutano a capire meglio il presente di una città che è stata sempre al centro dello sviluppo economico, sociale e culturale italiano, dal ruolo fondamentale rivestito nel Nuovo Regno al contributo alla guerra di Liberazione, dal dinamismo dell’attività portuale alla crescita industriale nel lungo e difficile dopoguerra.
Di tutti questi aspetti si è parlato davanti a un pubblico molto attento e particolarmente interessato non soltanto alle vicende della propria regione, ma desideroso di recuperare – anche grazie ai prestigiosi relatori – quel filo di collegamento con il passato sicuramente prezioso per capire la realtà attuale.
Un concetto – quest’ultimo – ripreso anche dal sindaco di Genova Marco Doria che è intervenuto per portare il suo saluto. Il primo cittadino ha posto l’accento in particolare sul ruolo e il peso della città di Genova nelle dinamiche storiche nazionali e, in alcuni momenti, internazionali. “Un peso e un ruolo – ha tenuto a sottolineare – che si è sviluppato seguendo una vocazione di costante apertura verso l’esterno”. “La storia di Genova – ha concluso – è stata sempre la storia di una comunità aperta al mondo”.
Un progetto culturale e didattico – La Storia della Liguria – durato 6 anni e che ha dato risultati molto positivi. La collana è stata realizzata per le scuole della Liguria e del Basso Piemonte, dove è stata diffusa in oltre 10.000 copie con la collaborazione della Direzione Scolastica Regionale e di tanti insegnanti che hanno visto in quest’opera, accompagnata da 5 diversi dvd, un valido strumento di conoscenza e approfondimento.
Erano presenti anche l’assessore regionale Sergio Rossetti, Amedeo Amato di Fondazione Carige e Franco Bampi, studioso e presidente dell’Associazione A Compagna che ha esordito in rigoroso dialetto ligure.
Dopo la manifestazione al Ducale, la Storia della Liguria sarà il tema di altri tre appuntamenti genovesi, tutti nella sede di Fondazione Carige, in Via Chiossone 10: il primo si terrà lunedì 15 aprile, alle 17.00, con il titolo “Dall’Antichità al Medioevo” e sarà discusso da Gabriella Airaldi e da Carlo Varaldo. Poi giovedì 18 aprile, ancora Gabriella Airaldi e Carlo Bitossi affronteranno il periodo “Dal secolo dei Genovesi alla fine della Repubblica di Genova”, mentre l’incontro finale, mercoledì 8 maggio è dedicato all’approfondimento “Dall’età Napoleonica alla Regione Liguria” e sarà dibattuto da Dino Cofrancesco e Ferdinando Fasce.
LA STORIA DELLA LIGURIA - Piano dell'opera
L'opera, articolata in cinque volumi, ciascuno corredato da un DVD con un ricco apparato iconografico e interviste a specialisti e studiosi, è realizzata dalla Fondazione Carige con la casa editrice Marietti 1820 ed è curata da Gabriella Airaldi, docente di Storia del Medioevo all’Università di Genova e specialista di storia delle relazioni internazionali e interculturali.
Il primo volume prende in esame il periodo che va dalle origini al 643 d.C. quando la Liguria marittima entra a far parte del regno longobardo. Una citazione esiodea riconduce all’VIII secolo a.C. la più antica menzione scritta del popolo ligure, ma ben più remoto è il periodo in cui se ne possono fissare le origini, così come ben più ampio di quanto segnino gli odierni confini è lo spazio in cui si delineano i "caratteri originali" di un'identità ligure. Quella destinata a tracciare le coordinate dell’attuale regione ligure é una lunga avventura storica che dall’originario insediamento della popolazione pre-celtica che le darà il nome, attraverso una articolata serie di contaminazioni culturali, contribuisce ancor oggi a definire il "carattere" della gente ligure.
Il secondo volume analizza il periodo tra il 643 e la scoperta delle Americhe da parte del genovese Cristoforo Colombo nel 1492. È la conquista di Rotari, nel VII secolo, a segnare infatti la vera battuta d’inizio del medioevo di una zona, quella ligure, che da quel momento in poi manifesta un’intensa vitalità e che trova ulteriori ragioni di crescita quando l’Impero carolingio la lega all’area franco-tedesca. Il Medioevo è certamente il periodo storico in cui si costruisce il profilo di un’identità ligure. Ciò deriva dalla sempre più marcata affermazione dell’attività marittima e del mercato, che pongono in essere un sistema politico economico, sociale e culturale, destinato a esercitare un imponente effetto anche sul piano internazionale, nel Mediterraneo, in Oriente e in Occidente. In effetti la vicenda dei Liguri rappresenta un caso unico nella storia di quel tempo. In rapida progressione temporale, la gente ligure si proietta nel mondo con sempre maggiore estensione, diventando così, fin da allora, uno dei protagonisti dell’espansione europea e generando un interessante fenomeno migratorio e insediativo che non ha eguali per confini spaziali, per durata e qualità di azione in nessun’altra componente dell’epoca.
Il terzo volume della collana prende in esame il periodo che intercorre tra il 1492 e il 1797. Nel 1492 spetta a un ligure, il genovese Cristoforo Colombo, compiere il gesto fondamentale che spalanca gli orizzonti mondiali di fronte a un’Europa definitivamente consapevole della sua identità. Nel 1528 tocca a un altro ligure, l’onegliese Andrea Doria, guidare la storia del Mediterraneo ispanico e, rafforzando l’azione dei Liguri nel mondo, farne i protagonisti di una finanza globale che si manifesta pienamente nel famoso “secolo dei Genovesi”. Nel 1797, in un quadro internazionale decisamente mutato, Napoleone Bonaparte, nato nell’ormai francese Corsica da una famiglia sarzanese, compie il gesto che chiude la lunga storia della Repubblica di Genova e apre quella della Repubblica Ligure.
Il quarto volume esamina il periodo che intercorre tra il 1797 e il 1861. E' l'epoca di Mazzini e Garibaldi e del "pensiero e azione", inteso quasi come movimento politico italiano che rappresenta uno dei contributi più importanti offerti dagli Italiani all'Europa e che racchiude in sé la volontà di "guardare oltre le mura", e cioè a Genova e all'Italia non come fine ultimo, ma come parte integrante di un più ampio contesto internazionale. E' col progetto di "fare l'Italia" che Mazzini e Garibaldi hanno avuto il merito di guidare e sostenere il processo risorgimentale cha ha condotto all'Unità d'Italia, ma anche di molti liguri di ogni fascia sociale, che hanno offerto il loro importante contributo per il raggiungimento del progetto di Unità italiana.
Curata, come tutto il piano dell’opera, da Gabriella Airaldi, docente di Storia del Medioevo all’Università di Genova, questa “quinta puntata” è dedicata al periodo compreso tra l’Unità d’Italia e il 1970, anno della nascita della Regione. Dentro ci sono molti argomenti e molte analisi che aiutano a capire meglio il presente di una città che è stata sempre al centro dello sviluppo economico, sociale e culturale italiano, dal ruolo fondamentale rivestito nel Nuovo Regno al contributo alla guerra di Liberazione, dal dinamismo dell’attività portuale alla crescita industriale nel lungo e difficile dopoguerra.
Di tutti questi aspetti si è parlato davanti a un pubblico molto attento e particolarmente interessato non soltanto alle vicende della propria regione, ma desideroso di recuperare – anche grazie ai prestigiosi relatori – quel filo di collegamento con il passato sicuramente prezioso per capire la realtà attuale.
Un concetto – quest’ultimo – ripreso anche dal sindaco di Genova Marco Doria che è intervenuto per portare il suo saluto. Il primo cittadino ha posto l’accento in particolare sul ruolo e il peso della città di Genova nelle dinamiche storiche nazionali e, in alcuni momenti, internazionali. “Un peso e un ruolo – ha tenuto a sottolineare – che si è sviluppato seguendo una vocazione di costante apertura verso l’esterno”. “La storia di Genova – ha concluso – è stata sempre la storia di una comunità aperta al mondo”.
Un progetto culturale e didattico – La Storia della Liguria – durato 6 anni e che ha dato risultati molto positivi. La collana è stata realizzata per le scuole della Liguria e del Basso Piemonte, dove è stata diffusa in oltre 10.000 copie con la collaborazione della Direzione Scolastica Regionale e di tanti insegnanti che hanno visto in quest’opera, accompagnata da 5 diversi dvd, un valido strumento di conoscenza e approfondimento.
Erano presenti anche l’assessore regionale Sergio Rossetti, Amedeo Amato di Fondazione Carige e Franco Bampi, studioso e presidente dell’Associazione A Compagna che ha esordito in rigoroso dialetto ligure.
Dopo la manifestazione al Ducale, la Storia della Liguria sarà il tema di altri tre appuntamenti genovesi, tutti nella sede di Fondazione Carige, in Via Chiossone 10: il primo si terrà lunedì 15 aprile, alle 17.00, con il titolo “Dall’Antichità al Medioevo” e sarà discusso da Gabriella Airaldi e da Carlo Varaldo. Poi giovedì 18 aprile, ancora Gabriella Airaldi e Carlo Bitossi affronteranno il periodo “Dal secolo dei Genovesi alla fine della Repubblica di Genova”, mentre l’incontro finale, mercoledì 8 maggio è dedicato all’approfondimento “Dall’età Napoleonica alla Regione Liguria” e sarà dibattuto da Dino Cofrancesco e Ferdinando Fasce.
LA STORIA DELLA LIGURIA - Piano dell'opera
L'opera, articolata in cinque volumi, ciascuno corredato da un DVD con un ricco apparato iconografico e interviste a specialisti e studiosi, è realizzata dalla Fondazione Carige con la casa editrice Marietti 1820 ed è curata da Gabriella Airaldi, docente di Storia del Medioevo all’Università di Genova e specialista di storia delle relazioni internazionali e interculturali.
Il primo volume prende in esame il periodo che va dalle origini al 643 d.C. quando la Liguria marittima entra a far parte del regno longobardo. Una citazione esiodea riconduce all’VIII secolo a.C. la più antica menzione scritta del popolo ligure, ma ben più remoto è il periodo in cui se ne possono fissare le origini, così come ben più ampio di quanto segnino gli odierni confini è lo spazio in cui si delineano i "caratteri originali" di un'identità ligure. Quella destinata a tracciare le coordinate dell’attuale regione ligure é una lunga avventura storica che dall’originario insediamento della popolazione pre-celtica che le darà il nome, attraverso una articolata serie di contaminazioni culturali, contribuisce ancor oggi a definire il "carattere" della gente ligure.
Il secondo volume analizza il periodo tra il 643 e la scoperta delle Americhe da parte del genovese Cristoforo Colombo nel 1492. È la conquista di Rotari, nel VII secolo, a segnare infatti la vera battuta d’inizio del medioevo di una zona, quella ligure, che da quel momento in poi manifesta un’intensa vitalità e che trova ulteriori ragioni di crescita quando l’Impero carolingio la lega all’area franco-tedesca. Il Medioevo è certamente il periodo storico in cui si costruisce il profilo di un’identità ligure. Ciò deriva dalla sempre più marcata affermazione dell’attività marittima e del mercato, che pongono in essere un sistema politico economico, sociale e culturale, destinato a esercitare un imponente effetto anche sul piano internazionale, nel Mediterraneo, in Oriente e in Occidente. In effetti la vicenda dei Liguri rappresenta un caso unico nella storia di quel tempo. In rapida progressione temporale, la gente ligure si proietta nel mondo con sempre maggiore estensione, diventando così, fin da allora, uno dei protagonisti dell’espansione europea e generando un interessante fenomeno migratorio e insediativo che non ha eguali per confini spaziali, per durata e qualità di azione in nessun’altra componente dell’epoca.
Il terzo volume della collana prende in esame il periodo che intercorre tra il 1492 e il 1797. Nel 1492 spetta a un ligure, il genovese Cristoforo Colombo, compiere il gesto fondamentale che spalanca gli orizzonti mondiali di fronte a un’Europa definitivamente consapevole della sua identità. Nel 1528 tocca a un altro ligure, l’onegliese Andrea Doria, guidare la storia del Mediterraneo ispanico e, rafforzando l’azione dei Liguri nel mondo, farne i protagonisti di una finanza globale che si manifesta pienamente nel famoso “secolo dei Genovesi”. Nel 1797, in un quadro internazionale decisamente mutato, Napoleone Bonaparte, nato nell’ormai francese Corsica da una famiglia sarzanese, compie il gesto che chiude la lunga storia della Repubblica di Genova e apre quella della Repubblica Ligure.
Il quarto volume esamina il periodo che intercorre tra il 1797 e il 1861. E' l'epoca di Mazzini e Garibaldi e del "pensiero e azione", inteso quasi come movimento politico italiano che rappresenta uno dei contributi più importanti offerti dagli Italiani all'Europa e che racchiude in sé la volontà di "guardare oltre le mura", e cioè a Genova e all'Italia non come fine ultimo, ma come parte integrante di un più ampio contesto internazionale. E' col progetto di "fare l'Italia" che Mazzini e Garibaldi hanno avuto il merito di guidare e sostenere il processo risorgimentale cha ha condotto all'Unità d'Italia, ma anche di molti liguri di ogni fascia sociale, che hanno offerto il loro importante contributo per il raggiungimento del progetto di Unità italiana.