Grande commozione a Palazzo Ducale per la consegna delle Medaglie della Liberazione

Lunedì 12 settembre nel salone del Maggior Consiglio il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il prefetto di Genova Fiamma Spena, il presidente del Consiglio Regionale Francesco Bruzzone hanno consegnato a 189 partigiani liguri la Medaglia della Liberazione. Una onorificenza istituita in occasione del 70° anniversario della Liberazione, per rivolgere una particolare attenzione nei confronti degli uomini e delle donne che hanno partecipato alla Resistenza e alla lotta di Liberazione

Marco Doria, Roberta Pinotti, Giovanni Collorado, Irene Giusso
«Quello che consegniamo oggi è un riconoscimento dovuto a chi, nel momento più bello della vita, la giovinezza, ha fatto una scelta di libertà e democrazia, che sono alla base della nostra Costituzione». Così il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha spiegato il senso della cerimonia che si è tenuta lunedì 12 settembre nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.

A 189 partigiani liguri ancora viventi, provenienti da Genova, Recco, Casarza Ligure, Sant’Olcese, Serra Riccò, Savignone, Sestri Levante, Sori, Campomorone, Lavagna, Arenzano, Rapallo e Santa Margherita Ligure, dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, dal sindaco di Genova e della Città Metropolitana Marco Doria, dal prefetto di Genova Fiamma Spena e dal presidente del Consiglio Regionale Francesco Bruzzone, è stata conferita la Medaglia della Liberazione.

Una onorificenza istituita nel 2015 in occasione del 70° anniversario della Liberazione per rivolgere una particolare attenzione nei confronti degli uomini e delle donne che hanno partecipato alla Resistenza e alla lotta di Liberazione e che si sono adoperati, negli anni, a trasmettere i valori della libertà, della democrazia e della libertà alle nuove generazioni.

In un Salone del Maggior Consiglio gremito di persone, il sindaco di Genova Marco Doria ha fatto gli onori di casa, dando il benvenuto a «un momento particolarmente significativo, ai protagonisti di quella stagione».

Per il sindaco di Genova, città medaglia d’oro al valor militare, «spesso chi ha un ruolo istituzionale è chiamato a parlare di Resistenza, a ricordarne i valori. Ma oggi viene dato un riconoscimento a chi la Resistenza l’ha fatta ed è ancora con noi. Non capita spesso di poter incontrare tante persone così che si sono impegnate per dare alle generazioni successive libertà e democrazia: grazie per essere qui».

Sono uomini e donne «che, nel momento più buio della nostra storia recente, nel settembre del 1943, non hanno esitato a scegliere l’impegno civile, morale e politico -  ha detto Doria – Sono sicuro che voi non vi ritenete dei super eroi, ma delle persone normali. Quindi ai cittadini, alle persone normali, è data la possibilità di scegliere e dobbiamo scegliere».

E il primo cittadino ha sottolineato il valore di questa scelta «fatta non per il proprio tornaconto personale, ma per il bene della società italiana. Una scelta che si basava su valori antitetici a quelli del fascismo. Un’ideologia che si basa su modi di pensare, su idee che non sono scomparse il 25 aprile del 1945, ma che ritornano. Per questo siamo sempre chiamati a scegliere tra guerra e pace, tra democrazia e totalitarismo, tra solidarietà e disuguaglianze, tra tolleranza e razzismo: sono tutte questioni che continuano a riproporsi nella storia e che ci chiamano in causa in prima persona».

Il ministro Pinotti ha ricordato che Italo Calvino nel suo libro Il sentiero dei nidi di ragno spiega che quando lui aveva 18 anni c’era la Repubblica Sociale e a tanti giovani non piaceva. Bisognava fare una scelta: chiudersi in cantina o andare in montagna. «Ma a quell’età si agisce, non ci si nasconde – ha continuato Pinotti ricordando quanto scritto dall’autore nella prefazione al libro – tanti inizialmente scelsero inconsapevolmente, ma poi lo sono diventati. Ecco, noi cittadini italiani liberi di oggi, dobbiamo ringraziare quei ragazzi».

C’è commozione negli occhi di questi sempre giovani partigiani, che mentre ricevono la medaglia e l’attestato dalle mani delle autorità ci sembra quasi di vedere sui sentieri di montagna a combattere, a rischiare la propria vita con il coraggio dei vent’anni, con la forza che solo gli ideali veramente vissuti sanno dare.

La prima a essere premiata, con tanta emozione e forse un pizzico di incredulità, è Irene Giusso di Castiglione Chiavarese: classe 1918, nome di battaglia Violetta.  Ha portato un ricordo caro e importante: il suo semplice abito da sposa, fatto con la tela bianca di un paracadute alleato.

«Genova medaglia d’oro – ha concluso il ministro – Genova dove un generale tedesco dà la resa a un capo partigiano, Genova che ha la Resistenza nel cuore. Se da qui parte il messaggio per le nuove generazioni, che per cambiare le cose non bisogna essere eroi ma fare delle scelte, oltre a quello che avete già dato, e per questo noi oggi vi premiamo, lascerete un segno indelebile nel futuro di questo bellissimo Paese».
12 settembre 2016
Ultimo aggiornamento: 12/09/2016
Comune di Genova  - Palazzo Tursi  -  Via Garibaldi 9  -  16124 Genova  | Numero Unico: 010.1010
Pec: comunegenova@postemailcertificata.it - C.F. / P. Iva 00856930102 
Questo sito è ottimizzato per Firefox, Chrome, Safari e versioni di Internet Explorer successive alla 8