Un’occasione per far conoscere spazi diversi e parlare di beni comuni, cultura e beni culturali, che appartengono a tutti i cittadini. Il Sindaco nel suo intervento si è soffermato sulla valorizzazione dei beni comuni: «Come amministratori dobbiamo valorizzare i nostri spazi, le nostre biblioteche. Stiamo facendolo oggi. Una linea di politica culturale che il Comune porta avanti con il sostegno del municipio, dei lavoratori di questa struttura, con un progetto condiviso con palazzo Ducale. Il Ducale è un bene comune nel centro della città. Ma le iniziative non debbono svolgersi solo in quella sede. Siamo partiti da villa Imperial, e pensiamo di coinvolgere altri luoghi, come Pontedecimo».
Il Comune ha deciso di assegnare l’onoreficenza, riconoscendo a Salvatore Settis il valore delle sue attività di archeologo e storico, il suo impegno civile, per la cultura, la coerenza nella difesa del paesaggio e la tutela del territorio, espresse e divulgate anche tramite i suoi libri “Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile”, e “Azione Popolare. Cittadini per il bene comune”. Riferendosi ai titoli delle opere, Marco Doria ha precisato che: «Non ci può essere governo adeguato che non ponga al centro questi temi».
Quello di Settis, dopo i ringraziamenti alla città, è stato un intervento contro il degrado culturale di questi ultimi anni. In particolare lo studioso ha parlato dell'esperienza di quando era Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, spesso in contrasto con le azioni dell’allora ministero alla cultura e delle azioni in difesa dei beni pubblici.
Secondo lo storico, non ha senso parlare di arte senza parlare di paesaggio, territorio e ambiente, ha sottolineato che nei recenti programmi elettorali, il tema del paesaggio e dei beni culturali è stato scarsamente considerato, e come le leggi spesso siano scritte in modo incomprensibili a molti cittadini.
Non è mancata anche una riflessione sulle problematiche della legge elettorale e sull’importanza delle oltre tremila associazioni presenti sul territorio italiano, che operano in difesa dei beni comuni, definite dal professore come: «anticorpi spontanei.che dobbiamo elevare, capendo il baratro enorme che si è creato tra i principi della Costituzione e la pratica dei governi».
Infatti la nostra Costituzione è l’unica al mondo ad avere inserito, all’art.9, lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica e la tutela del paesaggio, il patrimonio storico e artistico della Nazione, in un preciso mosaico di principi e valori, come ad esempio gli artt. 3-4-21-33-34.
Settis ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza del patrimonio culturale e come questo debba essere tutelato e tramandato alle generazioni future, grazie anche alla nostra Carta Italiana, che ha lo scopo principale di promuovere il bene dei cittadini. Fra gli articoli anche il diritto alla sanità, negli Stati Uniti, non c’è. «I diritti se non li conosci li perdi».
La Cerimonia si è conclusa con un gradevole Intrattenimento musicale e di danza, tenutosi dal ninfeo della villa con il quintetto “Archi all’Opera” del Teatro Carlo Felice. Domenico Sommati e Marco Ferrari, violini - Giuseppe Francese, viola - Giulio Glavina, violoncello - Elio Veniali, contrabbasso
Il Comune ha deciso di assegnare l’onoreficenza, riconoscendo a Salvatore Settis il valore delle sue attività di archeologo e storico, il suo impegno civile, per la cultura, la coerenza nella difesa del paesaggio e la tutela del territorio, espresse e divulgate anche tramite i suoi libri “Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile”, e “Azione Popolare. Cittadini per il bene comune”. Riferendosi ai titoli delle opere, Marco Doria ha precisato che: «Non ci può essere governo adeguato che non ponga al centro questi temi».
Quello di Settis, dopo i ringraziamenti alla città, è stato un intervento contro il degrado culturale di questi ultimi anni. In particolare lo studioso ha parlato dell'esperienza di quando era Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, spesso in contrasto con le azioni dell’allora ministero alla cultura e delle azioni in difesa dei beni pubblici.
Secondo lo storico, non ha senso parlare di arte senza parlare di paesaggio, territorio e ambiente, ha sottolineato che nei recenti programmi elettorali, il tema del paesaggio e dei beni culturali è stato scarsamente considerato, e come le leggi spesso siano scritte in modo incomprensibili a molti cittadini.
Non è mancata anche una riflessione sulle problematiche della legge elettorale e sull’importanza delle oltre tremila associazioni presenti sul territorio italiano, che operano in difesa dei beni comuni, definite dal professore come: «anticorpi spontanei.che dobbiamo elevare, capendo il baratro enorme che si è creato tra i principi della Costituzione e la pratica dei governi».
Infatti la nostra Costituzione è l’unica al mondo ad avere inserito, all’art.9, lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica e la tutela del paesaggio, il patrimonio storico e artistico della Nazione, in un preciso mosaico di principi e valori, come ad esempio gli artt. 3-4-21-33-34.
Settis ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza del patrimonio culturale e come questo debba essere tutelato e tramandato alle generazioni future, grazie anche alla nostra Carta Italiana, che ha lo scopo principale di promuovere il bene dei cittadini. Fra gli articoli anche il diritto alla sanità, negli Stati Uniti, non c’è. «I diritti se non li conosci li perdi».
La Cerimonia si è conclusa con un gradevole Intrattenimento musicale e di danza, tenutosi dal ninfeo della villa con il quintetto “Archi all’Opera” del Teatro Carlo Felice. Domenico Sommati e Marco Ferrari, violini - Giuseppe Francese, viola - Giulio Glavina, violoncello - Elio Veniali, contrabbasso