Sono più di cento le foto di August Sander esposte a Palazzo Ducale: molti i ritratti della sua serie più famosa ‘Uomini del XX secolo’, ma la mostra presenta anche diverse fotografie dei paesaggi e dei luoghi che il fotografo frequentava, di Colonia che era diventata la sua patria di elezione e alcune foto scattate nel corso di un viaggio in Sardegna nel 1927.
Pasticcere, fabbro specialista, muratore, studioso d’arte, cassiere in un cassa di risparmio, farmacista, soldato, granduca, prete cattolico, giovane uomo d’affari, mercante d’arte, facchino, studente liceale, donna delle pulizie, membro del parlamento, donna vittima di persecuzione, ragioniera, critico letterario, architetto, contadino, rappresentante di misuratori di forza, muratore disabile, e l’elenco potrebbe continuare.
Sono gli ‘Uomini del XX secolo’ di August Sander, una sorta di 'antologia sociale' con cui il fotografo offre uno spaccato della società del suo tempo, non limitandosi a rappresentare personaggi famosi - come il pittore Otto Dix o il compositore Hindemith - ma uomini e donne di tutte le età e di tutte le classi sociali, impegnati nelle più disparate occupazioni.
Scriveva Alfred Döblin: “La sua opera non consiste nella produzione di ritratti somiglianti, in cui si possa riconoscere con facilità e certezza un individuo determinato, ma di ritratti che suggeriscono intere storie”. E ancora: ”chi guarda queste immagini nette, potenti, ne sarà illuminato più che da conferenze o teorie e imparerà molto su di sé e sugli altri”.
"Abbiamo cercato di dare una visione ampia dell’opera di Sander, con un focus sui ritratti degli ‘Uomini del XX secolo’, che sono la parte più conosciuta del suo lavoro – spiega la curatrice Rajna Knipper – con questi ritratti Sander è riuscito a dare un'immagine complessiva della società della sua epoca, attraverso ritratti che hanno uno spessore iconografico archetipico e trasmettono la personalità dei soggetti nella sua complessità”.
“Sander, prima di un ritratto - sottolinea Knipper – si prendeva del tempo per stare con le persone, con le quali parlava, dialogava”. Inoltre, va ricordato che all’epoca il lavoro del fotografo richiedeva un impegno temporale maggiore, basti pensare che il tempo di esposizione che non era mai inferiore a uno o due secondi, cosa che in parte spiega le immagini ferme e fisse.
“Noterete che nessuno dei suoi personaggi sorride – prosegue la curatrice – infatti Sander voleva trasmettere l’essenza della persona ritratta e riteneva che comunque l’espressione di un sorriso avrebbe falsificato quella che effettivamente era l’essenza del soggetto”.
La sezione ‘Uomini del XX secolo’ è suddivisa in 7 sottosezioni che presentano varie categorie umane: I Contadini, Gli abili Commercianti, Le Donne, Classi sociali e Professioni, Gli Artisti, La Città, Gli Ultimi.
Con “Studi, l’Uomo” Sander approfondì la sua ricerca sul ritratto combinando dettagli di mani e volti in collage di grande formato. La mostra racconta come la fotografia di Sander sia stata un mezzo per documentare la vita e la società, attraverso immagini semplici, che ci lasciano scoprire poco per volta la condizione umana e sociale degli uomini e delle donne ritratti. Fotografie che lasciano ai vari soggetti la loro naturale espressività, ma che rivelano la loro condizione sociale e, a volte, emotiva.
La mostra è ospitata nel Sottoporticato di Palazzo Ducale fino al 23 agosto, con orario 10-19 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Intero € 8,00
Ridotto: € 6,00
Informazioni tel. 010 8171663 / 665
www.palazzoducale.genova.it
www.photographie-sk-kultur.de
Pasticcere, fabbro specialista, muratore, studioso d’arte, cassiere in un cassa di risparmio, farmacista, soldato, granduca, prete cattolico, giovane uomo d’affari, mercante d’arte, facchino, studente liceale, donna delle pulizie, membro del parlamento, donna vittima di persecuzione, ragioniera, critico letterario, architetto, contadino, rappresentante di misuratori di forza, muratore disabile, e l’elenco potrebbe continuare.
Sono gli ‘Uomini del XX secolo’ di August Sander, una sorta di 'antologia sociale' con cui il fotografo offre uno spaccato della società del suo tempo, non limitandosi a rappresentare personaggi famosi - come il pittore Otto Dix o il compositore Hindemith - ma uomini e donne di tutte le età e di tutte le classi sociali, impegnati nelle più disparate occupazioni.
Scriveva Alfred Döblin: “La sua opera non consiste nella produzione di ritratti somiglianti, in cui si possa riconoscere con facilità e certezza un individuo determinato, ma di ritratti che suggeriscono intere storie”. E ancora: ”chi guarda queste immagini nette, potenti, ne sarà illuminato più che da conferenze o teorie e imparerà molto su di sé e sugli altri”.
"Abbiamo cercato di dare una visione ampia dell’opera di Sander, con un focus sui ritratti degli ‘Uomini del XX secolo’, che sono la parte più conosciuta del suo lavoro – spiega la curatrice Rajna Knipper – con questi ritratti Sander è riuscito a dare un'immagine complessiva della società della sua epoca, attraverso ritratti che hanno uno spessore iconografico archetipico e trasmettono la personalità dei soggetti nella sua complessità”.
“Sander, prima di un ritratto - sottolinea Knipper – si prendeva del tempo per stare con le persone, con le quali parlava, dialogava”. Inoltre, va ricordato che all’epoca il lavoro del fotografo richiedeva un impegno temporale maggiore, basti pensare che il tempo di esposizione che non era mai inferiore a uno o due secondi, cosa che in parte spiega le immagini ferme e fisse.
“Noterete che nessuno dei suoi personaggi sorride – prosegue la curatrice – infatti Sander voleva trasmettere l’essenza della persona ritratta e riteneva che comunque l’espressione di un sorriso avrebbe falsificato quella che effettivamente era l’essenza del soggetto”.
La sezione ‘Uomini del XX secolo’ è suddivisa in 7 sottosezioni che presentano varie categorie umane: I Contadini, Gli abili Commercianti, Le Donne, Classi sociali e Professioni, Gli Artisti, La Città, Gli Ultimi.
Con “Studi, l’Uomo” Sander approfondì la sua ricerca sul ritratto combinando dettagli di mani e volti in collage di grande formato. La mostra racconta come la fotografia di Sander sia stata un mezzo per documentare la vita e la società, attraverso immagini semplici, che ci lasciano scoprire poco per volta la condizione umana e sociale degli uomini e delle donne ritratti. Fotografie che lasciano ai vari soggetti la loro naturale espressività, ma che rivelano la loro condizione sociale e, a volte, emotiva.
La mostra è ospitata nel Sottoporticato di Palazzo Ducale fino al 23 agosto, con orario 10-19 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Intero € 8,00
Ridotto: € 6,00
Informazioni tel. 010 8171663 / 665
www.palazzoducale.genova.it
www.photographie-sk-kultur.de