Buon compleanno, Castello D’Albertis
La dimora del Capitano spegne dieci candeline

I dieci anni del Museo delle Culture del Mondo festeggiati con una tre giorni di visite “danzate”, docu-film, performance, concerti, laboratori e taglio della torta finale. Un’occasione da non perdere – da venerdì 9 a domenica 11 maggio – per “viaggiare”… con gli occhi del Capitano D’Albertis

Testo Alternativo
Castello D’Albertis - Museo delle Culture del Mondo compie dieci anni. Era infatti il 2004 – anno in cui Genova è stata Capitale Europea della Cultura – quando il Museo è stato aperto con l’intento di valorizzare le collezioni e il grande patrimonio del Capitano Enrico Alberto D’Albertis (1846-1932). Fu lui infatti a donare alla città il Castello, costruito a fine ‘800 su fortificazioni cinquecentesche, insieme al materiale archeologico, etnografico e marinaresco raccolto in tutto il mondo nei suoi viaggi per mare e per terra.

Dieci anni da festeggiare come si deve. La Festa per questa importante ricorrenza sarà una tre giorni da venerdì 9 a domenica 11 maggio. Visite “danzate” e percorsi musicali con la partecipazione di Echo Art, laboratori didattici per le famiglie, concerti, performance musicali, docu-film. E poi la mostra Ecuador al Mundo: un viaje por su historia ancestral – Ecuador: 11.000 anni di archeologia dalla Metà del Mondo che viene inaugurata venerdì 9 maggio alle ore 18 con i reperti preispanici che verranno restituiti allo stato dell’Ecuador.

Ecco il programma dettagliato di questi tre giorni.

La dimora neogotica del Capitano D’Albertis è diventata il punto di partenza di uno straordinario viaggio che conduce, attraverso il Salotto Turco, la Sala Colombiana, la Sala Gotica e la Cabina Nautica, alle civiltà precolombiane di Centro e Sud America, agli Indiani delle pianure nordamericane, agli Hopi dell’Arizona, alle culture dell’Oceania. Il Museo “offre” il mondo attraverso gli occhi di un uomo di mare genovese di fine ‘800 e gli oggetti esposti (quasi 3mila tra armi, arredi, reperti archeologici e etnografici) vengono messi in rapporto con contesti moderni, oltre che con le popolazioni indigene che li hanno prodotti.

Immagini, narrazioni e suoni culminano nella sezione dedicata alle musiche dei popoli  curata dall’Associazione Culturale Echo Art: un’esposizione permanente di strumenti musicali rappresentativi di tradizioni colte e popolari che ripercorre le rotte della musica nelle migrazioni, nelle esplorazioni,  negli scontri e negli scambi commerciali e culturali dell’uomo.

La nuova sezione permanente sulle Medicine curata da  Celso (Istituto Studi Orientali) esplora la filosofia, la storia e le tecniche delle medicine tradizionali con particolare riferimento a Cina, India, Tibet, Mondo arabo – islamico e medicine etniche. Ogni sezione, attraverso opere, video e presentazioni multimediali, evidenzia la natura preventiva e olistica di questi saperi medici.

Molte le attività organizzate dal Museo, dalle narrazioni alle conferenze, dai laboratori e favole in Lingua italiana e dei Segni ai concerti, alle performance teatrali e alle proiezioni di film d’animazione. Particolarmente stimolante il settore didattico con percorsi tematici e workshop per famiglie.

Il Museo ha investito in questi anni nell’innovazione (wi fi e videocontrollo museo-parco) ed è dotato di audioguide (anche in LIS – Lingua italiana dei segni) con sottotitoli in lingua inglese, francese e spagnolo.


9 maggio 2014
Ultimo aggiornamento: 09/05/2014
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