Quello verso l’istituzione delle città metropolitane è un percorso avviato 23 anni fa, quando la legge 142 del 1990 introdusse per la prima volta la previsione della città metropolitana, ed è quasi inevitabile il parallelo con il tempo intercorso tra la previsione costituzionale del 1948 e l’istituzione delle Regioni avvenuta nel 1970. Nel caso delle città metropolitane, dopo la legge del 1990, esse furono recepite nel 2000 dal Testo unico sugli enti locali (Tuel) e infine, con la riforma del titolo V del 2001, inserite in Costituzione.
L’iter di approvazione del disegno di legge costituzionale presentato dal governo Letta al parlamento non è ancora concluso e quindi non si può sapere se, quanto e come il testo, che potrebbe essere approvato a breve, si discosterà da quello presentato alla Camera dei deputati il 20 agosto dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Graziano Delrio.
Oggi il sindaco Marco Doria ha relazionato alla commissione consiliare affari istituzionali , presenti anche i presidenti dei municipi, sulle previsioni del testo di legge attualmente in discussione.
Dunque, cosa succederebbe se il disegno di legge venisse approvato così com’è oggi?
Intanto le città metropolitane previste sono Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, sulla base di un criterio demografico, cioè un numero di abitanti superiore a 250 mila (categoria in cui Genova si colloca al sesto posto) che riconosce come "un comune di grandi dimensioni generi un flusso di interrelazioni specifiche con l’area che lo circonda."
Il territorio delle città metropolitane coinciderà con quello delle relative province. C’è però la possibilità che un numero di comuni pari a un terzo di quelli della provincia o con popolazione uguale a un terzo di quella della provincia, possano deliberare di non aderire: ovviamente oltre a quella numerica, vige la condizione che siano comuni contigui.
“Se la legge costituzionale venisse approvata così com’è ora – spiega il sindaco – dal primo gennaio 2014 le città metropolitane come organo istituzionale prenderebbero vita, come teste pensanti ma ancora senza braccia e avrebbero tempo fino al primo luglio 2013 per dotarsi di uno statuto”.
A luglio 2014 le città metropolitane succederebbero alle province ereditandone personale, strutture e funzioni cui andrebbero ad aggiungersi, come recita l’articolo 9 del disegno di legge, “le seguenti funzioni fondamentali:
a) adozione annuale del piano strategico del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l'ente e per l'esercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni dei comuni compresi nell'area, anche rispetto all'esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle regioni;
b) pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture di interesse della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all'attività e all'esercizio delle funzioni dei comuni ricompresi nell'area;
c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano;
d) mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell'ambito metropolitano;
e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della città metropolitana come delineata nel piano strategico annuale del territorio;
f) promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano."
Il sindaco ha quindi osservato che “Non si tratta di un comune grande che assorbe i comuni vicini, privandoli della dignità e quindi allargandosi a loro scapito, ma è semplicemente, come avviene in altri paesi europei, il riconoscimento della specificità di un’area metropolitana caratterizzata dalla presenza di un polo urbano di grandi dimensioni.” “Mi sforzo di vedere le cose in positivo - ha aggiunto – e, senza nascondere le criticità, provo a cogliere gli aspetti su cui bisogna lavorare per andare avanti”.
Marco Doria ha proposto la riflessione su alcuni interrogativi che riguardano le ragioni stesse della modifica istituzionale.
1. “E’ giusto che si individui nel sistema italiano quest’area caratterizzata dalla presenza di una città di grandi dimensioni per i parametri italiani? La risposta è sì, la città metropolitana ha piena dignità di essere prevista nel nostro ordinamento costituzionale, avvenuto con legge nel 1990 e con l’inserimento nella costituzione nel 2001. Quindi è giusto andare avanti, pur segnalando quelli che ci sembrano gli errori, le carenze e le incompletezze della legge.”
2. “E’ giusto che la città metropolitana assorba le funzioni della provincia cui aggiungere ulteriori compiti di pianificazione e governo del territorio, così come previsto dalla legge? Anche qui la risposta è positiva. Nel momento in cui questo nuovo soggetto ha compiti di pianificazione del territorio, cui da un lato devono necessariamente riferirsi i comuni dell’area, vanno anche definiti con estrema chiarezza i limiti delle Regione per quel che riguarda i territori delle città metropolitane. In altre parole, si riconosce a questo soggetto istituzionale un ruolo che non veniva riconosciuto alle province. Ovviamente, la Regione ridimensiona certi suoi ruoli.”
3. “Anche sul tema dei servizi di area vasta o di Ambito territoriale ottimale (Ato) come i servizi idrici o rifiuti, si tratterà di far combaciare il più possibile le ripartizioni territoriali con le ripartizioni istituzionali, anche se non in maniera così automatica, perché servizi diversi rispondono a logiche diverse di perimetro territoriale.”
Sollecitato dai consiglieri sulla posizione e sull’attività dell’Anci il sindaco ha risposto che “una specifica commissione Anci, presieduta dal sindaco di Venezia Orsoni, ha interloquito più volte con il governo. Il rapporto tra Anci e governo è costante”.
La prossima settimana Doria parteciperà all’ufficio di presidenza di Anci nazionale in cui si farà il punto sull’evoluzione del disegno di legge.
Nel corso della riunione di commissione, presieduta da Vittoria Musso, hanno preso la parola i consiglieri Guido Grillo (Pdl), Antonio Bruno (Federazione della sinistra), Gianni Vassallo (Pd), Enrico Musso (lista Musso), Gian Piero Pastorino (Sel), Alfonso Gioia (Udc), il presidente del municipio VI medio ponente Giuseppe Spatola e il presidente del municipio I centro est Simone Leoncini.
L’iter di approvazione del disegno di legge costituzionale presentato dal governo Letta al parlamento non è ancora concluso e quindi non si può sapere se, quanto e come il testo, che potrebbe essere approvato a breve, si discosterà da quello presentato alla Camera dei deputati il 20 agosto dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Graziano Delrio.
Oggi il sindaco Marco Doria ha relazionato alla commissione consiliare affari istituzionali , presenti anche i presidenti dei municipi, sulle previsioni del testo di legge attualmente in discussione.
Dunque, cosa succederebbe se il disegno di legge venisse approvato così com’è oggi?
Intanto le città metropolitane previste sono Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, sulla base di un criterio demografico, cioè un numero di abitanti superiore a 250 mila (categoria in cui Genova si colloca al sesto posto) che riconosce come "un comune di grandi dimensioni generi un flusso di interrelazioni specifiche con l’area che lo circonda."
Il territorio delle città metropolitane coinciderà con quello delle relative province. C’è però la possibilità che un numero di comuni pari a un terzo di quelli della provincia o con popolazione uguale a un terzo di quella della provincia, possano deliberare di non aderire: ovviamente oltre a quella numerica, vige la condizione che siano comuni contigui.
“Se la legge costituzionale venisse approvata così com’è ora – spiega il sindaco – dal primo gennaio 2014 le città metropolitane come organo istituzionale prenderebbero vita, come teste pensanti ma ancora senza braccia e avrebbero tempo fino al primo luglio 2013 per dotarsi di uno statuto”.
A luglio 2014 le città metropolitane succederebbero alle province ereditandone personale, strutture e funzioni cui andrebbero ad aggiungersi, come recita l’articolo 9 del disegno di legge, “le seguenti funzioni fondamentali:
a) adozione annuale del piano strategico del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l'ente e per l'esercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni dei comuni compresi nell'area, anche rispetto all'esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle regioni;
b) pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture di interesse della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all'attività e all'esercizio delle funzioni dei comuni ricompresi nell'area;
c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano;
d) mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell'ambito metropolitano;
e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della città metropolitana come delineata nel piano strategico annuale del territorio;
f) promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano."
Il sindaco ha quindi osservato che “Non si tratta di un comune grande che assorbe i comuni vicini, privandoli della dignità e quindi allargandosi a loro scapito, ma è semplicemente, come avviene in altri paesi europei, il riconoscimento della specificità di un’area metropolitana caratterizzata dalla presenza di un polo urbano di grandi dimensioni.” “Mi sforzo di vedere le cose in positivo - ha aggiunto – e, senza nascondere le criticità, provo a cogliere gli aspetti su cui bisogna lavorare per andare avanti”.
Marco Doria ha proposto la riflessione su alcuni interrogativi che riguardano le ragioni stesse della modifica istituzionale.
1. “E’ giusto che si individui nel sistema italiano quest’area caratterizzata dalla presenza di una città di grandi dimensioni per i parametri italiani? La risposta è sì, la città metropolitana ha piena dignità di essere prevista nel nostro ordinamento costituzionale, avvenuto con legge nel 1990 e con l’inserimento nella costituzione nel 2001. Quindi è giusto andare avanti, pur segnalando quelli che ci sembrano gli errori, le carenze e le incompletezze della legge.”
2. “E’ giusto che la città metropolitana assorba le funzioni della provincia cui aggiungere ulteriori compiti di pianificazione e governo del territorio, così come previsto dalla legge? Anche qui la risposta è positiva. Nel momento in cui questo nuovo soggetto ha compiti di pianificazione del territorio, cui da un lato devono necessariamente riferirsi i comuni dell’area, vanno anche definiti con estrema chiarezza i limiti delle Regione per quel che riguarda i territori delle città metropolitane. In altre parole, si riconosce a questo soggetto istituzionale un ruolo che non veniva riconosciuto alle province. Ovviamente, la Regione ridimensiona certi suoi ruoli.”
3. “Anche sul tema dei servizi di area vasta o di Ambito territoriale ottimale (Ato) come i servizi idrici o rifiuti, si tratterà di far combaciare il più possibile le ripartizioni territoriali con le ripartizioni istituzionali, anche se non in maniera così automatica, perché servizi diversi rispondono a logiche diverse di perimetro territoriale.”
Sollecitato dai consiglieri sulla posizione e sull’attività dell’Anci il sindaco ha risposto che “una specifica commissione Anci, presieduta dal sindaco di Venezia Orsoni, ha interloquito più volte con il governo. Il rapporto tra Anci e governo è costante”.
La prossima settimana Doria parteciperà all’ufficio di presidenza di Anci nazionale in cui si farà il punto sull’evoluzione del disegno di legge.
Nel corso della riunione di commissione, presieduta da Vittoria Musso, hanno preso la parola i consiglieri Guido Grillo (Pdl), Antonio Bruno (Federazione della sinistra), Gianni Vassallo (Pd), Enrico Musso (lista Musso), Gian Piero Pastorino (Sel), Alfonso Gioia (Udc), il presidente del municipio VI medio ponente Giuseppe Spatola e il presidente del municipio I centro est Simone Leoncini.