Alla Loggia della Mercanzia venerdì 6 marzo è stata inaugurata la mostra Comunicare fa bene. Anzi benissimo! che presenta una selezione di manifesti pubblicati tra la fine dell'Ottocento e gli anni Cinquanta del Novecento e li accompagna con le letture di Ruggero Pierantoni, biofisico di formazione, studioso della percezione acustica e visiva, che parte dal manifesto esposto per approfondire sulla molteplicità di segni e messaggi racchiusi in queste immagini d'epoca.
Il manifesto affisso sui muri cittadini è stato il primo e il più efficace strumento di comunicazione di massa a partire dalla fine dell'Ottocento, quando lo sviluppo della tecnica di stampa litografica a colori ha permesso alte tirature e la più larga diffusione, trasformandolo così in uno strumento indispensabile alla crescente produzione industriale dell'epoca e ai nuovi stili di vita della società.
Una mostra da vedere e da ascoltare: il testo delle letture di Pierantoni è integrato da contributi multimediali (foto e video), che i visitatori potranno visionare attraverso i codici QR code stampati sui pannelli utilizzando smartphone e tablet o nella videoproiezione completa presente in mostra: documentari di CinecittàLuce, trasmissioni RAI, ma anche scene e trailer di film, in modo da poter ulteriormente contestualizzare l'opera esposta e il commento che l'affianca e ne approfondisce i significati.
I manifesti di fine Ottocento riguardanti il viaggio verso le Americhe si intrecciano con lo spunto attualissimo della lettera scritta a Buenos Aires da un emigrante ai propri figli: il racconto del viaggio “en el barco estamos amontonados… peor que las bestias, sine aire para respirar”.
Il manifesto di Luigi Caldanzano Lenti radioattive (1917) fa scattare riferimenti a Madame Curie, Rosalind Franklin, ma anche a Puccini. E in modo analogo attraverso il bozzetto del Rex (1932) di Giovanni Patrone si passa al filmato dell’istituto Luce, ma anche alla scena del film Amarcord di Fellini, mentre il manifesto Esposizione internazionale E42 di Roma, con l'arco di Adalberto Libera, ci parla di Gaudì e dell'arco di Saint Louis progettato da Saarinen, in un'intervista video Federico Fellini racconta la storia dell'EUR.
Il percorso espositivo si snoda attraverso microsezioni tematiche, partendo dai manifesti di fine Ottocento dei quotidiani (per passare poi ai viaggi in nave d'inizio '900 e anni '30, ai nuovi mezzi di comunicazione, come la radio e il telefono, alle esposizioni, al cinema (gli enormi manifesti dei film anni '20 e il primo Frankenstein del 1931), alla pubblicità di prodotti legati alla salute, all'industria (Gio. Fossati e Ansaldo), terminando con un'installazione di scatole di latta che ci parla dell'indotto industriale a Genova Sampierdarena nel '900.
Una sezione fotografica presenta, inoltre, una serie di immagini inedite di Genova dagli anni Venti ai Cinquanta, scenari urbani in mutazione – per citarne alcuni: piazza Portello e piazza Dante, prima e dopo la costruzione delle attuali gallerie, piazza di Francia, ora piazza della Vittoria, la barriera doganale che separava la citta dall'area portuale - e frammenti di storia del cartellonismo, l'arte “della strada” che dagli ultimi anni dell’Ottocento aveva cominciato a coprire i muri e le palizzate della città.
La mostra si potrà visitare fino al 31 maggio, con orario: dal lunedì al sabato ore 10 - 18 45 - festivi ore 14 - 1845
Biglietto ingresso: ragazzi e adulti € 3,00 - bambini fino ai 10 anni gratis
Per info e prenotazioni: Corigraf - Archivio storico della pubblicità
tel. 010 2758934
FB ArchivioStoricoPubblicita
Il manifesto affisso sui muri cittadini è stato il primo e il più efficace strumento di comunicazione di massa a partire dalla fine dell'Ottocento, quando lo sviluppo della tecnica di stampa litografica a colori ha permesso alte tirature e la più larga diffusione, trasformandolo così in uno strumento indispensabile alla crescente produzione industriale dell'epoca e ai nuovi stili di vita della società.
Una mostra da vedere e da ascoltare: il testo delle letture di Pierantoni è integrato da contributi multimediali (foto e video), che i visitatori potranno visionare attraverso i codici QR code stampati sui pannelli utilizzando smartphone e tablet o nella videoproiezione completa presente in mostra: documentari di CinecittàLuce, trasmissioni RAI, ma anche scene e trailer di film, in modo da poter ulteriormente contestualizzare l'opera esposta e il commento che l'affianca e ne approfondisce i significati.
I manifesti di fine Ottocento riguardanti il viaggio verso le Americhe si intrecciano con lo spunto attualissimo della lettera scritta a Buenos Aires da un emigrante ai propri figli: il racconto del viaggio “en el barco estamos amontonados… peor que las bestias, sine aire para respirar”.
Il manifesto di Luigi Caldanzano Lenti radioattive (1917) fa scattare riferimenti a Madame Curie, Rosalind Franklin, ma anche a Puccini. E in modo analogo attraverso il bozzetto del Rex (1932) di Giovanni Patrone si passa al filmato dell’istituto Luce, ma anche alla scena del film Amarcord di Fellini, mentre il manifesto Esposizione internazionale E42 di Roma, con l'arco di Adalberto Libera, ci parla di Gaudì e dell'arco di Saint Louis progettato da Saarinen, in un'intervista video Federico Fellini racconta la storia dell'EUR.
Il percorso espositivo si snoda attraverso microsezioni tematiche, partendo dai manifesti di fine Ottocento dei quotidiani (per passare poi ai viaggi in nave d'inizio '900 e anni '30, ai nuovi mezzi di comunicazione, come la radio e il telefono, alle esposizioni, al cinema (gli enormi manifesti dei film anni '20 e il primo Frankenstein del 1931), alla pubblicità di prodotti legati alla salute, all'industria (Gio. Fossati e Ansaldo), terminando con un'installazione di scatole di latta che ci parla dell'indotto industriale a Genova Sampierdarena nel '900.
Una sezione fotografica presenta, inoltre, una serie di immagini inedite di Genova dagli anni Venti ai Cinquanta, scenari urbani in mutazione – per citarne alcuni: piazza Portello e piazza Dante, prima e dopo la costruzione delle attuali gallerie, piazza di Francia, ora piazza della Vittoria, la barriera doganale che separava la citta dall'area portuale - e frammenti di storia del cartellonismo, l'arte “della strada” che dagli ultimi anni dell’Ottocento aveva cominciato a coprire i muri e le palizzate della città.
La mostra si potrà visitare fino al 31 maggio, con orario: dal lunedì al sabato ore 10 - 18 45 - festivi ore 14 - 1845
Biglietto ingresso: ragazzi e adulti € 3,00 - bambini fino ai 10 anni gratis
Per info e prenotazioni: Corigraf - Archivio storico della pubblicità
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