Il consiglio comunale inizia con la discussione degli articoli 54, interrogazioni a risposta immediata.
Matteo Campora (Pdl) chiede come l’amministrazione comunale intenda comportarsi in merito al degrado dell’immobile ex Onpi, in via Donati 5.
Campora: l’immobile, in parte di proprietà comunale, è in stato di degrado. Cosa si intende fare al riguardo? Tempo fa è stata presentata analoga interrogazione sull’argomento, da parte di un altro consigliere.
Risponde l’assessore Francesco Miceli: nel 2008, dopo lo scioglimento dell’Onpi, con una legge regionale l’immobile fu concesso al Comune; nel 2010 fu permutato con Arte, in cambio a una porzione di Villa De Mari nel ponente genovese. La restante quota dell’immobile in capo al Comune sta per essere ceduta ad Arte, che a sua volta cede al Comune due immobili in cui siamo in fitto passivo: uno è in via Fea, e ospita due asili nido; l’altro è destinato ad usi associativi e si trova sul lungomare di Pegli.
Informativa sulla mancata vendita dell’edificio ex Nira alla società “Il Fortino”, che fa capo al gruppo torinese SGS. La chiedono Clizia Nicolella (Lista Doria) e Gian Piero Pastorino (Sel).
Nicolella: è in atto la trattativa sulla vendita dell’ex palazzina Nira, in transazione a Spim insieme ad altri immobili. Non si è raggiunto l’accordo per il palazzo Nira nonostante l’offerta di 13 milioni e 500 mila euro da parte di SGS.
Pastorino: siamo stati informati da Sviluppo Genova che entro il dicembre 2013 l’operazione si sarebbe conclusa, ma così non è stato
Risponde l’assessore Francesco Miceli: nel 2011 venne approvata la vendita dell’edificio ex Nira; l’asta pubblica andò deserta e, nel 2012, si decise di vendere a trattativa privata, dopo gara ufficiosa che andò ugualmente deserta. Nel 2013 si decise per la vendita diretta, ma l’operazione non si concluse. La società Il Fortino, attraverso Sviluppo Genova, ha presentato un progetto di riqualificazione, che stiamo vagliando. Nel frattempo è intervenuto un altro percorso di alienazione del patrimonio immobiliare, di proprietà del Comune, che non serve alla Fiera e quindi è corso di cessione a Spim. Da qui, la necessità di valutare complessivamente l’area, compreso il Palazzo ex Nira. Il progetto presentato tramite Il Fortino sarà preso in considerazione insieme ad altri che eventualmente dovessero intervenire, nell’ottica di un complesso unico.
Stefano Anzalone (Gruppo Misto) chiede invece informazioni sulla situazione della “pesa pubblica di Genova”.
Anzalone: è stata chiusa l’unica pesa pubblica della nostra città, che si trova all’interno del piazzale di San Benigno. Ciò ha provocato disagi agli spedizionieri e a coloro che lavorano nell’ambito del porto. E’ stato chiesto più volte all’Autorità portuale di riaprire la pesa, che è anche stata ristrutturata.
Risponde ancora l’assessore Francesco Miceli: su Genova e provincia non ci sono più pese pubbliche, la loro utilità era collegata all’attività del Dazio; abolito quest’ultimo, le pese erano usate da chi effettuava trasporti di merce sfusa. Fino a tre anni fa esistevano alcune pese pubbliche su terreno demaniale, ma l’Autorità portuale le ha chiuse perché le ha considerate non più conformi alla vigente normativa.
Problemi del nuovo servizio taxi bus linea I 13 tratta S. Antonino – Gavette - Resasco – Banchelle. A sollevare l’argomento è Claudio Villa (Pd).
Villa: dal 20 maggio, c’è un nuovo servizio di taxi bus, che sostituisce una linea integrativa circolare con il pullman. Dopo poco sono stati rilevati problemi tali, che è stato chiesto di tornare alla linea precedente perché il servizio è insufficiente e di difficile utilizzo per anziani, disabili etc. Si tratta di una zona molto popolosa, che necessita di un servizio diverso.
Risponde l’assessore Anna Maria Dagnino: i dati che fotografano il bacino di utenza a cui si fa riferimento, ci portano a dire che il servizio del taxi sia adeguato. Su tutta la linea c’è una media di 1,8 passeggeri a corsa e di 28 passeggeri al giorno. In queste settimane di sperimentazione, è stato effettuato il 60% delle corse disponibili. La zona, tra l’altro, rientra nella media delle aree dove esiste questo tipo di offerta di servizi, innovativi, a domanda. Non è più possibile fare girare pullman vuoti; offriamo al cittadino un servizio nel momento in cui ne ha bisogno, in questo modo l’amministrazione risparmia. Per quanto riguarda i disservizi, stiamo lavorando per risolvere il problema.
Stefano Balleari (Pdl) vuole informazioni sull’esecuzione dei lavori di rifacimento dei giardini di via Aldo Acquarone.
Balleari: durante l’asfaltatura sono stati coperti alcuni tombini, con conseguenti disagi in occasione della pioggia di sabato scorso. Mancano anche tre panchine di ferro, di pregevole fattura, non vorrei che finissero chissà dove o venissero vendute.
Risponde l’assessore Gianni Crivello: nulla giustifica gli interventi non eseguiti a regola d’arte. Il Municipio ha fatto un sopralluogo proprio oggi e ha riscontrato la rimozione di una panchina. Aster si è impegnata ad allertare l’impresa che ha effettuato i lavori, per controllare i tombini. Mi dia qualche giorno di tempo per monitorare le caditoie e lo stato dei lavori.
Chiude il question time l’interrogazione di Paolo Putti (M5S), che vuole sapere quale sia il mandato assegnato ai consiglieri indicati dal sindaco in Fondazione Carige, relativamente alla situazione della banca.
Putti: la situazione è molto grave: tante persone che lavorano in Carige si trovano in grande difficoltà e disagio, anche per l’incertezza sul loro futuro lavorativo. Disagi anche per i cittadini che si sono rivolti a Carige come clienti. Cosa intende fare l’amministrazione in questo senso? Che mandato è stato assegnato ai consiglieri di fiducia del Comune?
Risponde il sindaco Marco Doria: che tiene a precisare i limiti di ruolo che il sindaco può svolgere nei confronti della Fondazione Carige: tocca al sindaco la nomina di cinque consiglieri nel consiglio di indirizzo della Fondazione i quali, dopo la nomina, agiscono senza alcun vincolo di mandato. Non è facoltà del sindaco dare indirizzi ai consiglieri della Fondazione. Naturalmente il sindaco può invece confrontarsi con loro per far conoscere i giudizi dell'amministrazione ma senza condizionare il loro operato. Il sindaco di Genova si è attenuto rigorosamente a questa norma di legge che era stata concepita proprio per garantire l'autonomia delle fondazione bancarie.
Doria ha invitato quindi a tenere ben distinto il piano della fondazione Carige da quello di Carige spa. Il cambiamento al vertice della banca, fortemente voluto dalla Fondazione, ha trovato pieno consenso da parte del Comune (forse avrebbe dovuto avvenire anche prima).
Oggi Carige sta procedendo lungo i binari indicati da Banca d'Italia, con l'aumento di capitale e rimuovendo opacità su molti aspetti della gestione.
Per quanto riguarda invece la Fondazione, essa ha chiesto all'organo di vigilanza, il Ministero dell'economia e delle finanze, di poter vendere azioni Carige scendendo fino alla quota del 19%. Finora la Fondazione non aveva diversificato il proprio patrimonio, concentrandolo in azioni della banca, e ciò rappresentava un grave limite. Attraverso la vendita delle azioni, la Fondazione può far fronte ai debiti e partecipare alla ricapitalizzazione della banca, mantenendo la quota del 19%, fatto fondamentale considerata l'importanza della banca sul territorio. Inoltre, ciò inoltre consentirà in futuro alla Fondazione di riprendere una politica di erogazioni.
Il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello, su richiesta di alcuni consiglieri, convoca la conferenza capigruppo per discutere un ordine del giorno “fuori sacco” a sostegno della vertenza dei lavoratori di Esaote. Al ritorno in aula, si verifica che il documento non è condiviso all’unanimità dai consiglieri pertanto, dopo un’articolata discussione, si decide di riconvocare la conferenza capigruppo per trovare un percorso unitario.
L’ordine del giorno scaturito dalla riunione, impegna sindaco e giunta ad assumere l’impegno di adottare nella versione definitiva del PUC le previsioni della delibera del 2011, solo a fronte della certezza della continuità aziendale, produttiva e occupazionale di Esaote a Genova, come previsto negli accordi sindacali sottoscritti, e avviando immediatamente un confronto con l’azienda.
L’approvazione è unanime e arriva con 31 voti favorevoli.
Il presidente Giorgio Guerello propone di rinviare la discussione sulla situazione di Scarpino in quanto, in tempi brevi, la giunta approverà una delibera di indirizzo in proposito. Visto il parere negativo di alcuni consiglieri (M5S e Lega Nord) i lavori proseguono con l’illustrazione di 20 ordini del giorno - presentati da Pdl, M5S, Udc e Lista Musso – che incontrano il parere sfavorevole dell’assessore Valeria Garotta, non nel merito, ma poiché l’assessore non ritiene opportuno votare i documenti prima dell’approvazione della delibera da parte della giunta.
Si innesca una discussione piuttosto articolata, al termine della quale si procede alle votazioni.
Gli odg 1-2-6-7-8 vengono ritirati, il 13 viene dichiarato inammissibile e il 20 decade per l’assenza del proponente. Tutti gli altri odg vengono respinti.
A seguire una delibera di giunta sulle modifiche allo statuto della Fondazione di partecipazione denominata “Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura”, ai sensi della legge regionale n. 26 del 7 agosto 2013, in relazione alla fusione per incorporazione della “Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo” nella “Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura”.
Il documento viene approvato all’unanimità con 26 voti favorevoli. Viene anche concessa l’immediata eseguibilità.
Il consiglio comunale si conclude alle ore 21.01.
Matteo Campora (Pdl) chiede come l’amministrazione comunale intenda comportarsi in merito al degrado dell’immobile ex Onpi, in via Donati 5.
Campora: l’immobile, in parte di proprietà comunale, è in stato di degrado. Cosa si intende fare al riguardo? Tempo fa è stata presentata analoga interrogazione sull’argomento, da parte di un altro consigliere.
Risponde l’assessore Francesco Miceli: nel 2008, dopo lo scioglimento dell’Onpi, con una legge regionale l’immobile fu concesso al Comune; nel 2010 fu permutato con Arte, in cambio a una porzione di Villa De Mari nel ponente genovese. La restante quota dell’immobile in capo al Comune sta per essere ceduta ad Arte, che a sua volta cede al Comune due immobili in cui siamo in fitto passivo: uno è in via Fea, e ospita due asili nido; l’altro è destinato ad usi associativi e si trova sul lungomare di Pegli.
Informativa sulla mancata vendita dell’edificio ex Nira alla società “Il Fortino”, che fa capo al gruppo torinese SGS. La chiedono Clizia Nicolella (Lista Doria) e Gian Piero Pastorino (Sel).
Nicolella: è in atto la trattativa sulla vendita dell’ex palazzina Nira, in transazione a Spim insieme ad altri immobili. Non si è raggiunto l’accordo per il palazzo Nira nonostante l’offerta di 13 milioni e 500 mila euro da parte di SGS.
Pastorino: siamo stati informati da Sviluppo Genova che entro il dicembre 2013 l’operazione si sarebbe conclusa, ma così non è stato
Risponde l’assessore Francesco Miceli: nel 2011 venne approvata la vendita dell’edificio ex Nira; l’asta pubblica andò deserta e, nel 2012, si decise di vendere a trattativa privata, dopo gara ufficiosa che andò ugualmente deserta. Nel 2013 si decise per la vendita diretta, ma l’operazione non si concluse. La società Il Fortino, attraverso Sviluppo Genova, ha presentato un progetto di riqualificazione, che stiamo vagliando. Nel frattempo è intervenuto un altro percorso di alienazione del patrimonio immobiliare, di proprietà del Comune, che non serve alla Fiera e quindi è corso di cessione a Spim. Da qui, la necessità di valutare complessivamente l’area, compreso il Palazzo ex Nira. Il progetto presentato tramite Il Fortino sarà preso in considerazione insieme ad altri che eventualmente dovessero intervenire, nell’ottica di un complesso unico.
Stefano Anzalone (Gruppo Misto) chiede invece informazioni sulla situazione della “pesa pubblica di Genova”.
Anzalone: è stata chiusa l’unica pesa pubblica della nostra città, che si trova all’interno del piazzale di San Benigno. Ciò ha provocato disagi agli spedizionieri e a coloro che lavorano nell’ambito del porto. E’ stato chiesto più volte all’Autorità portuale di riaprire la pesa, che è anche stata ristrutturata.
Risponde ancora l’assessore Francesco Miceli: su Genova e provincia non ci sono più pese pubbliche, la loro utilità era collegata all’attività del Dazio; abolito quest’ultimo, le pese erano usate da chi effettuava trasporti di merce sfusa. Fino a tre anni fa esistevano alcune pese pubbliche su terreno demaniale, ma l’Autorità portuale le ha chiuse perché le ha considerate non più conformi alla vigente normativa.
Problemi del nuovo servizio taxi bus linea I 13 tratta S. Antonino – Gavette - Resasco – Banchelle. A sollevare l’argomento è Claudio Villa (Pd).
Villa: dal 20 maggio, c’è un nuovo servizio di taxi bus, che sostituisce una linea integrativa circolare con il pullman. Dopo poco sono stati rilevati problemi tali, che è stato chiesto di tornare alla linea precedente perché il servizio è insufficiente e di difficile utilizzo per anziani, disabili etc. Si tratta di una zona molto popolosa, che necessita di un servizio diverso.
Risponde l’assessore Anna Maria Dagnino: i dati che fotografano il bacino di utenza a cui si fa riferimento, ci portano a dire che il servizio del taxi sia adeguato. Su tutta la linea c’è una media di 1,8 passeggeri a corsa e di 28 passeggeri al giorno. In queste settimane di sperimentazione, è stato effettuato il 60% delle corse disponibili. La zona, tra l’altro, rientra nella media delle aree dove esiste questo tipo di offerta di servizi, innovativi, a domanda. Non è più possibile fare girare pullman vuoti; offriamo al cittadino un servizio nel momento in cui ne ha bisogno, in questo modo l’amministrazione risparmia. Per quanto riguarda i disservizi, stiamo lavorando per risolvere il problema.
Stefano Balleari (Pdl) vuole informazioni sull’esecuzione dei lavori di rifacimento dei giardini di via Aldo Acquarone.
Balleari: durante l’asfaltatura sono stati coperti alcuni tombini, con conseguenti disagi in occasione della pioggia di sabato scorso. Mancano anche tre panchine di ferro, di pregevole fattura, non vorrei che finissero chissà dove o venissero vendute.
Risponde l’assessore Gianni Crivello: nulla giustifica gli interventi non eseguiti a regola d’arte. Il Municipio ha fatto un sopralluogo proprio oggi e ha riscontrato la rimozione di una panchina. Aster si è impegnata ad allertare l’impresa che ha effettuato i lavori, per controllare i tombini. Mi dia qualche giorno di tempo per monitorare le caditoie e lo stato dei lavori.
Chiude il question time l’interrogazione di Paolo Putti (M5S), che vuole sapere quale sia il mandato assegnato ai consiglieri indicati dal sindaco in Fondazione Carige, relativamente alla situazione della banca.
Putti: la situazione è molto grave: tante persone che lavorano in Carige si trovano in grande difficoltà e disagio, anche per l’incertezza sul loro futuro lavorativo. Disagi anche per i cittadini che si sono rivolti a Carige come clienti. Cosa intende fare l’amministrazione in questo senso? Che mandato è stato assegnato ai consiglieri di fiducia del Comune?
Risponde il sindaco Marco Doria: che tiene a precisare i limiti di ruolo che il sindaco può svolgere nei confronti della Fondazione Carige: tocca al sindaco la nomina di cinque consiglieri nel consiglio di indirizzo della Fondazione i quali, dopo la nomina, agiscono senza alcun vincolo di mandato. Non è facoltà del sindaco dare indirizzi ai consiglieri della Fondazione. Naturalmente il sindaco può invece confrontarsi con loro per far conoscere i giudizi dell'amministrazione ma senza condizionare il loro operato. Il sindaco di Genova si è attenuto rigorosamente a questa norma di legge che era stata concepita proprio per garantire l'autonomia delle fondazione bancarie.
Doria ha invitato quindi a tenere ben distinto il piano della fondazione Carige da quello di Carige spa. Il cambiamento al vertice della banca, fortemente voluto dalla Fondazione, ha trovato pieno consenso da parte del Comune (forse avrebbe dovuto avvenire anche prima).
Oggi Carige sta procedendo lungo i binari indicati da Banca d'Italia, con l'aumento di capitale e rimuovendo opacità su molti aspetti della gestione.
Per quanto riguarda invece la Fondazione, essa ha chiesto all'organo di vigilanza, il Ministero dell'economia e delle finanze, di poter vendere azioni Carige scendendo fino alla quota del 19%. Finora la Fondazione non aveva diversificato il proprio patrimonio, concentrandolo in azioni della banca, e ciò rappresentava un grave limite. Attraverso la vendita delle azioni, la Fondazione può far fronte ai debiti e partecipare alla ricapitalizzazione della banca, mantenendo la quota del 19%, fatto fondamentale considerata l'importanza della banca sul territorio. Inoltre, ciò inoltre consentirà in futuro alla Fondazione di riprendere una politica di erogazioni.
Il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello, su richiesta di alcuni consiglieri, convoca la conferenza capigruppo per discutere un ordine del giorno “fuori sacco” a sostegno della vertenza dei lavoratori di Esaote. Al ritorno in aula, si verifica che il documento non è condiviso all’unanimità dai consiglieri pertanto, dopo un’articolata discussione, si decide di riconvocare la conferenza capigruppo per trovare un percorso unitario.
L’ordine del giorno scaturito dalla riunione, impegna sindaco e giunta ad assumere l’impegno di adottare nella versione definitiva del PUC le previsioni della delibera del 2011, solo a fronte della certezza della continuità aziendale, produttiva e occupazionale di Esaote a Genova, come previsto negli accordi sindacali sottoscritti, e avviando immediatamente un confronto con l’azienda.
L’approvazione è unanime e arriva con 31 voti favorevoli.
Il presidente Giorgio Guerello propone di rinviare la discussione sulla situazione di Scarpino in quanto, in tempi brevi, la giunta approverà una delibera di indirizzo in proposito. Visto il parere negativo di alcuni consiglieri (M5S e Lega Nord) i lavori proseguono con l’illustrazione di 20 ordini del giorno - presentati da Pdl, M5S, Udc e Lista Musso – che incontrano il parere sfavorevole dell’assessore Valeria Garotta, non nel merito, ma poiché l’assessore non ritiene opportuno votare i documenti prima dell’approvazione della delibera da parte della giunta.
Si innesca una discussione piuttosto articolata, al termine della quale si procede alle votazioni.
Gli odg 1-2-6-7-8 vengono ritirati, il 13 viene dichiarato inammissibile e il 20 decade per l’assenza del proponente. Tutti gli altri odg vengono respinti.
A seguire una delibera di giunta sulle modifiche allo statuto della Fondazione di partecipazione denominata “Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura”, ai sensi della legge regionale n. 26 del 7 agosto 2013, in relazione alla fusione per incorporazione della “Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo” nella “Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura”.
Il documento viene approvato all’unanimità con 26 voti favorevoli. Viene anche concessa l’immediata eseguibilità.
Il consiglio comunale si conclude alle ore 21.01.