“L’arte va oltre ogni religione o razza”, la frase è di Ernst Ludwig Kirchner, ma a citarla è Luca Borzani, presidente della Fondazione Palazzo Ducale, che ricorda come “A meno di un mese dalla chiusura della mostra di Frida Kalo e Diego Rivera” si inauguri una mostra su una delle prime avanguardie europee, “in cui c’è da una parte l’ottimismo e dall’altra ci sono le crepe e le pulsioni all’interno della società, che porteranno alla prima guerra mondiale”.
Magdalena Moeller curatrice della mostra e direttrice del Brücke-Museum di Berlino, da cui provengono tutte le opere in mostra, ha sottolineato come questa sia la prima grande esposizione italiana sull’espressionismo tedesco del periodo 1905-1913, un’avanguardia che - insieme a fauvismo, cubismo e futurismo italiano – appartiene all’arte moderna del XX secolo e che ha elevato l’arte tedesca a livello internazionale.
All’inaugurazione è intervenuta Roberta Canu, direttrice del Goethe Institute, che - ha assicurato - “si farà cassa di risonanza per la mostra, sia in Italia sia in Germania, e organizzerà percorsi didattici in lingua per i ragazzi che studiano il tedesco a scuola”.
“Essere coinvolto in questa mostra è stato straordinariamente entusiasmante al di là delle aspettative” per Stefano Zuffi, storico dell’arte e co-curatore, che ha evidenziato alcuni aspetti dell’allestimento - di Corrado Anselmi con la grafica di Bruno Stucchi - che nelle linee spezzate delle pareti, nelle linee diagonali, nei colori e nei caratteri tipografici delle scritte, rimanda alle caratteristiche delle opere dei “ragazzi della Brücke”. In mostra non poteva mancare la riproduzione in grande scala della xilografia che rappresenta, in uno splendido lettering creato appositamente, il breve manifesto del "Die Brücke" le cui parole chiave sono insieme, giovani e libertà. Quest’ultima parola, sottolinea Zuffi, è fondamentale per la comprensione di un movimento nato da quattro studenti di architettura che volevano “aprire porte, finestre e argini, per lasciar sgorgare una cascata di colore”.
Magdalena Moeller curatrice della mostra e direttrice del Brücke-Museum di Berlino, da cui provengono tutte le opere in mostra, ha sottolineato come questa sia la prima grande esposizione italiana sull’espressionismo tedesco del periodo 1905-1913, un’avanguardia che - insieme a fauvismo, cubismo e futurismo italiano – appartiene all’arte moderna del XX secolo e che ha elevato l’arte tedesca a livello internazionale.
All’inaugurazione è intervenuta Roberta Canu, direttrice del Goethe Institute, che - ha assicurato - “si farà cassa di risonanza per la mostra, sia in Italia sia in Germania, e organizzerà percorsi didattici in lingua per i ragazzi che studiano il tedesco a scuola”.
“Essere coinvolto in questa mostra è stato straordinariamente entusiasmante al di là delle aspettative” per Stefano Zuffi, storico dell’arte e co-curatore, che ha evidenziato alcuni aspetti dell’allestimento - di Corrado Anselmi con la grafica di Bruno Stucchi - che nelle linee spezzate delle pareti, nelle linee diagonali, nei colori e nei caratteri tipografici delle scritte, rimanda alle caratteristiche delle opere dei “ragazzi della Brücke”. In mostra non poteva mancare la riproduzione in grande scala della xilografia che rappresenta, in uno splendido lettering creato appositamente, il breve manifesto del "Die Brücke" le cui parole chiave sono insieme, giovani e libertà. Quest’ultima parola, sottolinea Zuffi, è fondamentale per la comprensione di un movimento nato da quattro studenti di architettura che volevano “aprire porte, finestre e argini, per lasciar sgorgare una cascata di colore”.