Genova vista attraverso gli occhi delle donne

A Genova la festa internazionale della donna inizia il 3 marzo alle 17 a Palazzo Ducale, con il convegno di presentazione del libro “Diversi Sguardi Diversi.Cosa le donnue vedono nella città”, una ricerca coordinata da Giuliano Carlini e curata da Chiara Cassurino.Sessanta donne raccontano come vedono e vivono la città, come affrontano le criticità legate alle relazioni e ai ruoli di genere nell’attuale momento storico. Assessore Elena Fiorini: «donne genovesi, di diverse età, condizioni sociali e familiari e provenienza ci restituiscono uno sguardo importante sul complesso legame che le esistenze femminili intrattengono con la città»

il volto di una donna, sullo sfondo un muro. Una foto del libro Diversi sguardi
Anche quest’anno per l’8 marzo “un solo giorno non ci basta”, come ricorda lo slogan che riassume il senso della festa internazionale della donna. Della situazione femminile non basta parlarne un giorno all’anno, ma occorrono fatti concreti tutti i giorni.

A Genova sono previste numerose iniziative organizzate da enti e associazioni, molte delle quali patrocinate dal Comune e dai Municipi, per confrontarsi sul tema dei diritti delle donne, per fare il punto su quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare.

Il primo appuntamento è giovedì 3 marzo alle 17, nella sala del Camino di Palazzo Ducale, con il convegno “Diversi Sguardi Diversi”, organizzato dall’assessorato alla Legalità e Diritti del Comune di Genova.

«E’ una ricerca sulle donne e la città -  spiega Elena Fiorini, assessore alla Legalità e Diritti,  -  donne genovesi, di diverse età, condizioni sociali e familiari e provenienza ci restituiscono, grazie a questo lavoro coordinato dal professor Giuliano Carlini, uno sguardo importante sul complesso legame che le esistenze femminili intrattengono con la città».

«A partire dallo sguardo femminile, che ci offre elementi di riflessione che coinvolgono l'idea stessa di città,  la sua progettazione e pianificazione - continua Elena Fiorini - si tratta di un panorama ricco della partecipazione e del contributo delle donne alla vita urbana. Fa emergere le criticità legate alle relazioni e ai ruoli di genere nell’attuale momento storico. E, al tempo stesso, costituisce uno stimolo a promuovere iniziative volte a supportare le azioni di gender mainstreaming nello sviluppo locale. Un’azione politica che proprio da questo sguardo del quotidiano possa essere sempre più attenta e rispondente ad una politica che sappia partire dalle “piccole opere” legate ad una sempre maggiore vivibilità per tutti del contesto dove si vive».

La ricerca inizia da una constatazione ovvia: le città sono, da sempre, pensate e costruite a “misura d’uomo”, cioè tenendo principalmente conto delle necessità maschili.

Per molti secoli, infatti, le donne si sono solo occupate della famiglia e dei figli, mentre gli uomini lavoravano e quindi erano i principali fruitori della città, dei suoi spazi, dei suoi tempi.

Ma oggi non è senz’altro più così. Le donne non sono più solo gli “angeli del focolare”, sono anche impegnate nel mondo del lavoro.

In Italia, tra il 1977 e il 2014, il tasso di occupazione femminile è passato dal 33% al 55%. Un incremento importante anche se ancora inferiore alla media europea, ma al lavoro casalingo si è aggiunto quello professionale.

Ancora oggi in Italia, le donne sono considerate come le principali referenti e responsabili del lavoro domestico e di cura: secondo Eurostat, le donne italiane dedicano 5 ore e 20 minuti della loro giornata al disbrigo delle incombenze familiari, a fronte del tempo dedicato dagli uomini: 1 ora e 35 minuti.

Nella prefazione al libro, l’assessore Elena Fiorini pone l’accento sul problema del rapporto quotidiano delle donne con la città, «rappresentata spesso come elemento di quotidiana difficoltà e di stress, a fronte di una città desiderata come accogliente e accessibile.In una Genova largamente pensata e organizzata da uomini per uomini, come storicamente per le città è avvenuto, la ricerca dà voce e fa emergere un universo femminile molto variegato, in continuo movimento, accomunato dalle difficoltà di fruizione dei mezzi pubblici, dai ritmi incessanti dei carichi familiari e lavorativi, da scelte quotidiane spesso imposte o comunque condizionate dalla mancanza di tempo. Si va  dal decidere dove fare i propri acquisti o se e come dedicarsi ad attività di tempo libero, al rapporto con il territorio auspicato - dalla partecipazione alla vita di quartiere, alle occasioni di socializzazione e di incontro - ma sempre difficile e controverso».

Per questo, come conclude Elena Fiorini nell’introduzione, «i temi dei servizi, della qualità e della vivibilità degli spazi urbani, della partecipazione e della cittadinanza attiva sono ovviamente non solo temi femminili, ma che le protagoniste di questa ricerca riportano in modo molto forte e concreto e che sottolineano l’esigenza di un nuovo pensiero e di una programmazione che sappia partire dal quotidiano per contribuire ad un mutamento».

Nella locandina "Storie di donne, 8 marzo 2016. Un solo giorno non ci basta",  il calendario di tutti gli appuntamenti per la festa internazionale della donna.

Non solo per l'8 marzo...perchè un solo giorno non ci basta.




2 marzo 2016
Ultimo aggiornamento: 03/03/2016
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