La mostra, che all’apertura ha visto la presenza dell’assessore alla cultura e turismo Carla Sibilla, propone al pubblico parte del materiale iconografico ritrovato, e precisamente, 39 tavole ad acquarello eseguite da G.W. Pape nel 1846 per illustrare diverse specie di ascidie del Nord Adriatico. Vengono inoltre presentate le circostanze del soggiorno in Italia e le biografie dei suoi protagonisti: K.E. von Baer, la Granduchessa Elena Pavlovna di Russia e G.W. Pape.
Nel XIX secolo il naturalista estone Karl Ernst von Baer (1792-1876) era universalmente noto come protagonista di primo piano nella storia della biologia; l’embriologia moderna deve a von Baer la teoria dei foglietti embrionali, la descrizione delle caratteristiche fondamentali dello sviluppo dei Vertebrati e la formulazione di leggi generali sulle relazioni tra embriologia, sistematica ed evoluzione.
Ė opinione diffusa tra gli storici della scienza che a partire dal 1834, anno del suo trasferimento definitivo da Königsberg a San Pietroburgo, von Baer cessò di occuparsi di embriologia per dedicarsi a studi naturalistici di tutt’altro genere (geografia fisica, meteorologia, antropologia, etnologia) ed all’esplorazione di varie regioni dell’Impero Russo, con uno speciale interesse per l’Artide.
In contrasto con questa rappresentazione, nell’agosto 1845 von Baer giunse a Cornigliano Ligure con lo scopo dichiarato di studiare l’embriologia del riccio di mare. I risultati ottenuti furono così promettenti che egli continuò le sue ricerche a Genova, Venezia e Trieste e tornò in Italia l’anno successivo, accompagnato dal disegnatore naturalistico George W. Pape, per completare le osservazioni embriologiche e dedicarsi allo studio della zoologia degli invertebrati del Mar Adriatico.
Nonostante l’interesse suscitato in alcuni naturalisti italiani fu pubblicata solo una nota preliminare, mentre la massima parte del materiale raccolto, appunti, disegni e tavole colorate, rimase inedita perché von Baer non ottenne dal governo russo il permesso di rimanere più a lungo in Italia per completare le sue ricerche. Dopo lunghe ricerche il Dr Erki Tammiksaar, senior research associate, von Baer House, Estonian University of Life Sciences, e la Dr Margherita Raineri, DISTAV, Università degli Studi di Genova, hanno ritrovato questo materiale, dato per disperso da alcune fonti, nell’Archivio dell’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo.
Nel XIX secolo il naturalista estone Karl Ernst von Baer (1792-1876) era universalmente noto come protagonista di primo piano nella storia della biologia; l’embriologia moderna deve a von Baer la teoria dei foglietti embrionali, la descrizione delle caratteristiche fondamentali dello sviluppo dei Vertebrati e la formulazione di leggi generali sulle relazioni tra embriologia, sistematica ed evoluzione.
Ė opinione diffusa tra gli storici della scienza che a partire dal 1834, anno del suo trasferimento definitivo da Königsberg a San Pietroburgo, von Baer cessò di occuparsi di embriologia per dedicarsi a studi naturalistici di tutt’altro genere (geografia fisica, meteorologia, antropologia, etnologia) ed all’esplorazione di varie regioni dell’Impero Russo, con uno speciale interesse per l’Artide.
In contrasto con questa rappresentazione, nell’agosto 1845 von Baer giunse a Cornigliano Ligure con lo scopo dichiarato di studiare l’embriologia del riccio di mare. I risultati ottenuti furono così promettenti che egli continuò le sue ricerche a Genova, Venezia e Trieste e tornò in Italia l’anno successivo, accompagnato dal disegnatore naturalistico George W. Pape, per completare le osservazioni embriologiche e dedicarsi allo studio della zoologia degli invertebrati del Mar Adriatico.
Nonostante l’interesse suscitato in alcuni naturalisti italiani fu pubblicata solo una nota preliminare, mentre la massima parte del materiale raccolto, appunti, disegni e tavole colorate, rimase inedita perché von Baer non ottenne dal governo russo il permesso di rimanere più a lungo in Italia per completare le sue ricerche. Dopo lunghe ricerche il Dr Erki Tammiksaar, senior research associate, von Baer House, Estonian University of Life Sciences, e la Dr Margherita Raineri, DISTAV, Università degli Studi di Genova, hanno ritrovato questo materiale, dato per disperso da alcune fonti, nell’Archivio dell’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo.