Dopo l’avvio della stagione operistica con l’opera “genovese” di Verdi, Simon Boccanegra, il teatro carlo Felice, avvia la stagione della danza con uno degli ultimi e indimenticati coreografi del Festival Internazionale del Balletto di Nervi, Maurice Béjart.
Sarà infatti il Béjart Ballet Lausanne a portare in scena le indimenticabili coreografie del Mandarino meraviglioso e di Boléro, ad opera dell’omonimo artista.
Nato nel 1987, il Béjart Ballet Lausanne è uno dei maggiori punti di riferimento a livello mondiale della danza. Dopo la scomparsa del suo fondatore, Maurice Béjart avvenuta nel 2007, la compagnia è diretta da Gil Roman, mantenendo lo stesso spirito innovativo e culturale rivolto ad un ampio pubblico.
Proprio le emozioni trasmesse agli spettatori, secondo Gil Roman, "fanno parte del percorso fatto dai ballerini, così come quello del pubblico; ogni rappresentazione è unica, e per capire il collegamento, tra le tre opere rappresentate, è necessario scoprirlo partecipando alle rappresentazioni, in particolare Syncope è un pretesto, un insieme di fatti, per lasciare spazio agli spettatori di decidere dove si è". Roman ha le Idee chiare anche per un rilancio della danza: "per rilanciare la danza, è necessario pensare al pubblico quando vengono scelte le rappresentazioni. Scelte che devono essere rispettose delle tradizioni coreografiche, e che non devono essere scioccanti per fare in modo che il pubblico esca nutrito e felice".
Proprio questa volontà, come detto dal sovrintendente Maurizio Roi, “è uno dei principali motivi della scelta, che affianca quelle delle favolose coreografie di Béjart a cui dobbiamo la rivoluzione nel mondo della danza, è stato infatti il primo a portare la danza nei palazzetti dello sport con un’idea di danza rivolta al popolo. Abbiamo voluto segnare la stagione con delle rappresentazioni significative per la città e cariche di simboli”.
In scena, dal 12 al 15 novembre, uno spettacolo composto da tre opere, di cui 2 con la coreografia di Béjart, Il Mandarino meraviglioso e Boléro, mentre la terza, Syncope, porta la firma di Gil Roman.
Il Mandarino meraviglioso, su musica di Béla Bartók, la cui prima rappresentazione è stata alla Salle Métropole de Lausanne nel 1992, è un balletto ambientato nei bassifondi di una capitale mitteleuropea negli anni tra le due guerre mondiali. Prostituzione, denaro, incomunicabilità tra uomo e donna, sogno, desiderio e morte sono i suoi temi. La coreografia creata da Maurice Béjart per il Béjart Ballet Lausanne è molto fedele sia alla trama che alla musica originali. E anche al contesto culturale di quegli anni: il coreografo francese ha dichiarato, infatti, di aver concepito il lavoro come un omaggio al cinema espressionista (in particolare quello di Fritz Lang, amatissimo da Béjart fin da ragazzo), con il quale la vicenda, del drammaturgo ungherese Menyhért Lengyel, ha molti punti di contatto.
Quanto a Boléro, si tratta certamente della creazione più popolare di Béjart, anche grazie al film Les uns et les autres di Claude Lelouch, che, nel 1981, fece conoscere al grande pubblico una coreografia ideata nel 1961 per il ballerino argentino Jorge Donn. Privo di orpelli e di facili riferimenti folclorici, il Boléro di Béjart si limita a trasformare in gesti gli elementi base del Boléro di Ravel: l’unica melodia presente nella composizione (la figura maschile o femminile che balla da sola sul ripiano circolare al centro della scena) e il suo crescendo orchestrale (i ballerini intorno al ripiano che fanno da “coro” danzato al solista). Ma il risultato finale è qualcosa di più di un perfetto esercizio formale: è un trascinante e commovente inno alla vitalità e alla riconciliazione tra individuo e società.
Mentre Syncope di Gil Roman, è stata rappresentata la prima volta al Théâtre de Beaulieu a Losanna nel 2010, è un’originale coreografia senza nessun intento narrativo, ma col puro scopo di creare danza per una compagnia sempre al massimo della forma artistica.
A completare lo scintillante avvio della stagione di danza al Carlo Felice, oltre al direttore d’Orchestra Nicolas Brochot, anche la presenza sul palco, prevista per Sabato 14, di Diana Vishneva; una delle più grandi ballerine al mondo, con un personale e particolare approccio alla danza contemporanea. Nata a San Pietroburgo, l’étoile nel 1994 riceve i suoi primi premi, Golden Mask e Grand Prix, che hanno dato l’avvio ad una splendida carriera insignita di ulteriori premi e riconoscimenti. Nel 2010 è stata creata la Fondazione Diana Vishneva, con l’obiettivo di rendere accessibile a tutte le classi sociali il balletto e sostenere ballerini emergenti.
Su questa scia anche il Carlo Felice, che per dare modo agli appassionati di poter assistere agli spettacoli di Danza, ha creato una apposita Card con un prezzo speciale; i giovani sotto i 26 anni potranno vedere i quattro spettacoli della stagione del balletto ad un prezzo di 80 euro, per gli adulti, invece, l’importo è di 160 o 115 euro.
IL MANDARINO MERAVIGLIOSO
Musica di Béla Bartók
Coreografia Maurice Béjart
Scene Christian Frapin Design
Luci Dominique Roman
SYNCOPE
Musica Citypercussion, Frédéric Chopin
Coreografia Gil Roman
Costumi Henri Davila
Luci Dominique Roman
Scene Atelier del Teatre-Auditori, Sant Cugat, Spagna
BOLÉRO
Musica di Maurice Ravel
Coreografia Maurice Béjart
Scene e costumi Maurice Béjart
Direzione Luci Dominique Roman
Direttore Nicolas Brochot
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Pablo Assante
Repliche: il 13-14 novembre alle ore 20.30 -14 e 15 novembre ore 15,30
Informazioni: www.carlofelicegenova.it
vedi anche www.genovateatro.it
Sarà infatti il Béjart Ballet Lausanne a portare in scena le indimenticabili coreografie del Mandarino meraviglioso e di Boléro, ad opera dell’omonimo artista.
Nato nel 1987, il Béjart Ballet Lausanne è uno dei maggiori punti di riferimento a livello mondiale della danza. Dopo la scomparsa del suo fondatore, Maurice Béjart avvenuta nel 2007, la compagnia è diretta da Gil Roman, mantenendo lo stesso spirito innovativo e culturale rivolto ad un ampio pubblico.
Proprio le emozioni trasmesse agli spettatori, secondo Gil Roman, "fanno parte del percorso fatto dai ballerini, così come quello del pubblico; ogni rappresentazione è unica, e per capire il collegamento, tra le tre opere rappresentate, è necessario scoprirlo partecipando alle rappresentazioni, in particolare Syncope è un pretesto, un insieme di fatti, per lasciare spazio agli spettatori di decidere dove si è". Roman ha le Idee chiare anche per un rilancio della danza: "per rilanciare la danza, è necessario pensare al pubblico quando vengono scelte le rappresentazioni. Scelte che devono essere rispettose delle tradizioni coreografiche, e che non devono essere scioccanti per fare in modo che il pubblico esca nutrito e felice".
Proprio questa volontà, come detto dal sovrintendente Maurizio Roi, “è uno dei principali motivi della scelta, che affianca quelle delle favolose coreografie di Béjart a cui dobbiamo la rivoluzione nel mondo della danza, è stato infatti il primo a portare la danza nei palazzetti dello sport con un’idea di danza rivolta al popolo. Abbiamo voluto segnare la stagione con delle rappresentazioni significative per la città e cariche di simboli”.
In scena, dal 12 al 15 novembre, uno spettacolo composto da tre opere, di cui 2 con la coreografia di Béjart, Il Mandarino meraviglioso e Boléro, mentre la terza, Syncope, porta la firma di Gil Roman.
Il Mandarino meraviglioso, su musica di Béla Bartók, la cui prima rappresentazione è stata alla Salle Métropole de Lausanne nel 1992, è un balletto ambientato nei bassifondi di una capitale mitteleuropea negli anni tra le due guerre mondiali. Prostituzione, denaro, incomunicabilità tra uomo e donna, sogno, desiderio e morte sono i suoi temi. La coreografia creata da Maurice Béjart per il Béjart Ballet Lausanne è molto fedele sia alla trama che alla musica originali. E anche al contesto culturale di quegli anni: il coreografo francese ha dichiarato, infatti, di aver concepito il lavoro come un omaggio al cinema espressionista (in particolare quello di Fritz Lang, amatissimo da Béjart fin da ragazzo), con il quale la vicenda, del drammaturgo ungherese Menyhért Lengyel, ha molti punti di contatto.
Quanto a Boléro, si tratta certamente della creazione più popolare di Béjart, anche grazie al film Les uns et les autres di Claude Lelouch, che, nel 1981, fece conoscere al grande pubblico una coreografia ideata nel 1961 per il ballerino argentino Jorge Donn. Privo di orpelli e di facili riferimenti folclorici, il Boléro di Béjart si limita a trasformare in gesti gli elementi base del Boléro di Ravel: l’unica melodia presente nella composizione (la figura maschile o femminile che balla da sola sul ripiano circolare al centro della scena) e il suo crescendo orchestrale (i ballerini intorno al ripiano che fanno da “coro” danzato al solista). Ma il risultato finale è qualcosa di più di un perfetto esercizio formale: è un trascinante e commovente inno alla vitalità e alla riconciliazione tra individuo e società.
Mentre Syncope di Gil Roman, è stata rappresentata la prima volta al Théâtre de Beaulieu a Losanna nel 2010, è un’originale coreografia senza nessun intento narrativo, ma col puro scopo di creare danza per una compagnia sempre al massimo della forma artistica.
A completare lo scintillante avvio della stagione di danza al Carlo Felice, oltre al direttore d’Orchestra Nicolas Brochot, anche la presenza sul palco, prevista per Sabato 14, di Diana Vishneva; una delle più grandi ballerine al mondo, con un personale e particolare approccio alla danza contemporanea. Nata a San Pietroburgo, l’étoile nel 1994 riceve i suoi primi premi, Golden Mask e Grand Prix, che hanno dato l’avvio ad una splendida carriera insignita di ulteriori premi e riconoscimenti. Nel 2010 è stata creata la Fondazione Diana Vishneva, con l’obiettivo di rendere accessibile a tutte le classi sociali il balletto e sostenere ballerini emergenti.
Su questa scia anche il Carlo Felice, che per dare modo agli appassionati di poter assistere agli spettacoli di Danza, ha creato una apposita Card con un prezzo speciale; i giovani sotto i 26 anni potranno vedere i quattro spettacoli della stagione del balletto ad un prezzo di 80 euro, per gli adulti, invece, l’importo è di 160 o 115 euro.
IL MANDARINO MERAVIGLIOSO
Musica di Béla Bartók
Coreografia Maurice Béjart
Scene Christian Frapin Design
Luci Dominique Roman
SYNCOPE
Musica Citypercussion, Frédéric Chopin
Coreografia Gil Roman
Costumi Henri Davila
Luci Dominique Roman
Scene Atelier del Teatre-Auditori, Sant Cugat, Spagna
BOLÉRO
Musica di Maurice Ravel
Coreografia Maurice Béjart
Scene e costumi Maurice Béjart
Direzione Luci Dominique Roman
Direttore Nicolas Brochot
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Pablo Assante
Repliche: il 13-14 novembre alle ore 20.30 -14 e 15 novembre ore 15,30
Informazioni: www.carlofelicegenova.it
vedi anche www.genovateatro.it