Per ricordare la Shoah, le leggi razziali fasciste del 1938, le persecuzioni nei lager nazisti e le morti nei campi di prigionia, il 20 luglio 2000, con la legge 211, la Repubblica Italiana ha riconosciuto il 27 gennaio “Giorno della Memoria”, data in cui, nel 1945, l'Armata Rossa entrò nel campo di sterminio di Auschwitz.
Un ricordo indelebile e una ferita ancora aperta per il Popolo Ebraico, che Genova ricorda, anche quest'anno, con una solenne cerimonia nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, alla presenza del sindaco Marco Doria, delle maggiori autorità locali civili e militari, dell’Associazione nazionale ex deportati, Aned, della Comunità ebraica di Genova e numerose classi di studenti di istituti di primo e secondo livello che hanno partecipato al concorso provinciale "I giovani ricordano la Shoah".
Per capire la Shoah vanno studiati a fondo i meccanismi che l’hanno generata e che, ancora oggi, alimentano razzismo e intolleranza. Lo si può fare stringendosi intorno ai valori della Costituzione, della Resistenza, dell’antifascismo e della tolleranza verso ogni essere umano.
"Nonostante i fatti tragici della Shoah - ha detto il sindaco Marco Doria - rappresentino un capitolo a sé, alcuni elementi che contribuirono a alimentare quell’orrore sono ancora tra noi e devono raccogliere tutta la nostra attenzione. Ora come allora, una scelta è sempre possibile. Dobbiamo imparare da coloro che si opposero a quelle tragedie a comportarci affinché persecuzioni, razzismo e xenofobia non abbiano spazio nel nostro Paese e nel mondo".
Dall'oratore ufficiale della cerimonia, lo storico e scrittore David Bidussa, un aggancio con la cronaca riferita alla tragedia dello straniero (Pateh Sahally, del Gambia n.d.r.) suicida nel Canal Grande di Venezia tra l'indifferenza generale. "Non ha cercato di porsi in salvo, di raggiungere una corda o di aggrapparsi a un salvagente. Forse ha ascoltato le parole della folla ostile che gli stava intorno e ha deciso che bastavano, che non ne valesse più la pena. Ecco, dobbiamo partire da qui, ragionare su questa nuova barbarie, perché è dal pregiudizio che nascono gli odi".
La cerimonia è proseguita con la premiazione del concorso provinciale “I giovani ricordano la Shoah”, bandito dal Ministero dell'istruzione in collaborazione con l'Unione delle comunità ebraiche italiane, e rivolto alle scuole primarie e secondarie. Il concorso invita i ragazzi a “studiare e approfondire il tragico evento che ha segnato la storia europea del Novecento, dando spazio alla loro creatività e valorizzando la capacità di lavorare in gruppo attraverso la realizzazione di elaborati di tipo storico-documentale o artistico-letterario, come ricerche, articoli di giornale, saggi, video, rappresentazioni teatrali”.Premiati anche gli studenti dell’Accademia Ligustica nel primo concorso “Giorno della Memoria”.
In chiusura della cerimonia, si è tenuta la nomina ufficiale, di tre nuovi eredi dell’Aned, l’Associazione nazionale ex deportati, che riunisce «i sopravvissuti allo sterminio nazista e i familiari dei caduti nei Lager e si propone di valorizzare in campo nazionale e internazionale il grande contributo dei deportati alla causa della Resistenza e affermare gli ideali perenni di libertà, di giustizia e di pace» e che «considera suo dovere far conoscere la storia della deportazione soprattutto ai giovani, ai quali è affidata la difesa della libertà e della democrazia».
Articolo in elaborazione
Un ricordo indelebile e una ferita ancora aperta per il Popolo Ebraico, che Genova ricorda, anche quest'anno, con una solenne cerimonia nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, alla presenza del sindaco Marco Doria, delle maggiori autorità locali civili e militari, dell’Associazione nazionale ex deportati, Aned, della Comunità ebraica di Genova e numerose classi di studenti di istituti di primo e secondo livello che hanno partecipato al concorso provinciale "I giovani ricordano la Shoah".
Per capire la Shoah vanno studiati a fondo i meccanismi che l’hanno generata e che, ancora oggi, alimentano razzismo e intolleranza. Lo si può fare stringendosi intorno ai valori della Costituzione, della Resistenza, dell’antifascismo e della tolleranza verso ogni essere umano.
"Nonostante i fatti tragici della Shoah - ha detto il sindaco Marco Doria - rappresentino un capitolo a sé, alcuni elementi che contribuirono a alimentare quell’orrore sono ancora tra noi e devono raccogliere tutta la nostra attenzione. Ora come allora, una scelta è sempre possibile. Dobbiamo imparare da coloro che si opposero a quelle tragedie a comportarci affinché persecuzioni, razzismo e xenofobia non abbiano spazio nel nostro Paese e nel mondo".
Dall'oratore ufficiale della cerimonia, lo storico e scrittore David Bidussa, un aggancio con la cronaca riferita alla tragedia dello straniero (Pateh Sahally, del Gambia n.d.r.) suicida nel Canal Grande di Venezia tra l'indifferenza generale. "Non ha cercato di porsi in salvo, di raggiungere una corda o di aggrapparsi a un salvagente. Forse ha ascoltato le parole della folla ostile che gli stava intorno e ha deciso che bastavano, che non ne valesse più la pena. Ecco, dobbiamo partire da qui, ragionare su questa nuova barbarie, perché è dal pregiudizio che nascono gli odi".
La cerimonia è proseguita con la premiazione del concorso provinciale “I giovani ricordano la Shoah”, bandito dal Ministero dell'istruzione in collaborazione con l'Unione delle comunità ebraiche italiane, e rivolto alle scuole primarie e secondarie. Il concorso invita i ragazzi a “studiare e approfondire il tragico evento che ha segnato la storia europea del Novecento, dando spazio alla loro creatività e valorizzando la capacità di lavorare in gruppo attraverso la realizzazione di elaborati di tipo storico-documentale o artistico-letterario, come ricerche, articoli di giornale, saggi, video, rappresentazioni teatrali”.Premiati anche gli studenti dell’Accademia Ligustica nel primo concorso “Giorno della Memoria”.
In chiusura della cerimonia, si è tenuta la nomina ufficiale, di tre nuovi eredi dell’Aned, l’Associazione nazionale ex deportati, che riunisce «i sopravvissuti allo sterminio nazista e i familiari dei caduti nei Lager e si propone di valorizzare in campo nazionale e internazionale il grande contributo dei deportati alla causa della Resistenza e affermare gli ideali perenni di libertà, di giustizia e di pace» e che «considera suo dovere far conoscere la storia della deportazione soprattutto ai giovani, ai quali è affidata la difesa della libertà e della democrazia».
Articolo in elaborazione