Piano Amiu, dalle difficoltà una svolta nel riuso dei rifiuti

Presentato a palazzo Tursi il piano industriale di Amiu che quantifica gli investimenti necessari per la costruzione dei nuovi impianti orientati al recupero di materia e di energia e per la messa in sicurezza di Scarpino. Oltre 100 milioni di euro di investimenti per recuperare il terreno perduto e dare alla Liguria la prospettiva di 1000 nuovi posti di lavoro e un futuro più "green".

“L’Europa deve abbandonare il concetto stesso di rifiuto” è la citazione del commissario europeo per l’ambiente, Janez Potočnic, riportata sul frontespizio del piano industriale di Amiu presentato oggi, a Palazzo Tursi, dall’Assessore all’ambiente Valeria Garotta e dal presidente dell’azienda, Marco Castagna. Sono circa 170 pagine in cui, come ha detto Valeria Garotta in conferenza stampa, «Abbiamo quantificato la mole di investimenti necessaria per adeguare il ciclo impiantistico che, secondo le linee di indirizzo approvate a luglio, è orientato  principalmente al recupero di materia e di energia.  Questo piano è frutto di scelte già fatte - e in  alcuni casi già in corso,  come l’avvio della raccolta differenziata della frazione organica - e la realizzazione di impianti per la separazione  secco /umido e per il trattamento del rifiuto umido, ovvero di un biodigestore. Con questo piano è stata tracciata la rotta – ha proseguito l’assessore – da domani dovrà partire un approfondimento sulle modalità di reperimento degli investimenti necessari, non escluse eventuali operazioni di apertura del capitale di Amiu a operatori pubblici e privati».

Ha proseguito nella metafora “marinara” il presidente Marco Castagna,   che ha definito la situazione attuale “una tempesta perfetta” in cui «Tutti i nodi sono venuti al pettine, i nodi delle non scelte e delle incoerenze – spesso anche legislative - del passato e i nodi di una natura che ha presentato il conto di scelte fatte 50 anni fa». Il presidente ha sottolineato che in una Unione Europea che stima in 580.000 nuovi posti di lavoro negli Stati membri l’impatto del conseguimento degli obiettivi in materia di rifiuti (economia circolare e riciclaggio), «Le aziende che si occupano di rifiuti devono cambiare pelle, da società di servizi devono trasformarsi in società industriali, non devono più raccogliere e smaltire, ma raccogliere e recuperare, recuperare energia e recuperare valore».

Il piano industriale, ha spiegato Castagna,  «Scinde gli investimenti in due parti: da un lato i circa 100 milioni di euro per l’impiantistica di sviluppo (biodigestore, impianti di separazione,  impianto di trattamento della frazione residua) e, dall’altro alcune decine di milioni di euro per l’adeguamento della discarica di Scarpino e il trattamento del percolato. Castagna ha auspicato una nuova regia per la soluzione dei problemi della vecchia discarica e ha precisato che occorre reperire le risorse per la sua messa in sicurezza definitiva, non potendo scaricarne il costo ulteriore sui cittadini.

8 ottobre 2014
Ultimo aggiornamento: 08/10/2014
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