Il Forum, in programma il 2 aprile, si svolgerà tra Palazzo Tursi e la sede della Camera di Commercio in via Garibaldi e si articolerà in una sessione plenaria, al mattino, e in cinque sessioni tematiche, al pomeriggio: riciclo dei materiali da costruzione, filiera del bosco e manutenzione del territorio, biogas da frazione organica dei rifiuti, uso del CSS combustibile solido secondario, raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici.
Dai problemi della grande discarica di Scarpino, causati soprattutto dal primo sito risalente a molti anni fa, Genova trae dunque impulso per accelerare il cammino verso un cambiamento profondo nel modo di intendere e organizzare il campo dei rifiuti, che è fondamentale per l'ambiente, l'economia e la qualità della vita. La strada intrapresa punta a quella che gli esperti definiscono economia circolare; in sintesi significa passare dal sistema “prendi, usa e getta” (economia lineare) a quello “prendi, usa e trasforma”. I rifiuti raccolti e trasformati diventano una preziosa fonte di materie prime, sempre più scarse e costose, da reinserire nei cicli produttivi.
Le gravi conseguenze del vecchio modello, infatti, sono ormai evidenti: pesanti impatti ambientali, aumento dei costi di produzione, riduzione dei margini per i produttori, volatilità dei prezzi delle materie prime. L’economia circolare, invece, oltre a proteggere l’ambiente, può rappresentare l’occasione per creare posti di lavoro e risparmiare circa 700 miliardi di dollari all’anno nel solo mercato europeo (secondo stime della McKinsey&Company che parteciperà al Forum).
L’economia circolare non è il programma di una sola azienda, pur grande e specializzata come Amiu, né di un solo Comune. È un progetto ambientale, economico e culturale, un'idea di città "intelligente" che deve coinvolgere tutta Genova, l'area metropolitana, le istituzioni regionali e locali, le associazioni e le imprese.
La nostra città può contare su grandi capacità tecnologiche, particolarmente in campo energetico, su imprese all'avanguardia nella ricerca e nell’innovazione, su una diffusa sensibilità ai problemi del territorio e alle sue fragilità.
"Stiamo affrontando con molta concretezza le emergenze e siamo impegnati a intensificare la raccolta differenziata dei rifiuti - osserva il sindaco Marco Doria - e vogliamo farlo nella prospettiva ambiziosa di un cambiamento anche culturale, appunto quello di una "economia circolare". Come nel caso dei progetti Smart City, Genova si propone laboratorio per un progetto in un campo su cui sono chiamate a misurarsi grandi città e regioni di tutta Europa.”
“L’economia circolare in Liguria – favorita anche dal nuovo Piano regionale dei rifiuti - rappresenta una concreta possibilità per Amiu di trovare nuovi mercati e nuove opportunità di crescita” - afferma Marco Castagna, presidente Amiu - “ma è anche una straordinaria occasione per l’Azienda di coniugare il proprio sviluppo con un nuovo ruolo sociale nel territorio, quello di motore di una crescita “green” ottenuta grazie ad una stretta collaborazione con il mondo della ricerca e quello dell’impresa, e con il contributo dei lavoratori e delle associazioni di cittadini.”
“Noi giovani imprenditori guardiamo con grande interesse all’economia circolare, sicuramente per le opportunità di sviluppo che crea e perché è più sostenibile, ma anche perché ripaga le aziende che la scelgono” – afferma Sarah Zotti, coordinatore del Gruppo Giovani Riuniti – “con il recupero dei rifiuti si riducono i costi di acquisto delle materie prime, quelli di trasporto, i consumi di energia, migliora l’immagine aziendale e aumenta il potere contrattuale.”
Dai problemi della grande discarica di Scarpino, causati soprattutto dal primo sito risalente a molti anni fa, Genova trae dunque impulso per accelerare il cammino verso un cambiamento profondo nel modo di intendere e organizzare il campo dei rifiuti, che è fondamentale per l'ambiente, l'economia e la qualità della vita. La strada intrapresa punta a quella che gli esperti definiscono economia circolare; in sintesi significa passare dal sistema “prendi, usa e getta” (economia lineare) a quello “prendi, usa e trasforma”. I rifiuti raccolti e trasformati diventano una preziosa fonte di materie prime, sempre più scarse e costose, da reinserire nei cicli produttivi.
Le gravi conseguenze del vecchio modello, infatti, sono ormai evidenti: pesanti impatti ambientali, aumento dei costi di produzione, riduzione dei margini per i produttori, volatilità dei prezzi delle materie prime. L’economia circolare, invece, oltre a proteggere l’ambiente, può rappresentare l’occasione per creare posti di lavoro e risparmiare circa 700 miliardi di dollari all’anno nel solo mercato europeo (secondo stime della McKinsey&Company che parteciperà al Forum).
L’economia circolare non è il programma di una sola azienda, pur grande e specializzata come Amiu, né di un solo Comune. È un progetto ambientale, economico e culturale, un'idea di città "intelligente" che deve coinvolgere tutta Genova, l'area metropolitana, le istituzioni regionali e locali, le associazioni e le imprese.
La nostra città può contare su grandi capacità tecnologiche, particolarmente in campo energetico, su imprese all'avanguardia nella ricerca e nell’innovazione, su una diffusa sensibilità ai problemi del territorio e alle sue fragilità.
"Stiamo affrontando con molta concretezza le emergenze e siamo impegnati a intensificare la raccolta differenziata dei rifiuti - osserva il sindaco Marco Doria - e vogliamo farlo nella prospettiva ambiziosa di un cambiamento anche culturale, appunto quello di una "economia circolare". Come nel caso dei progetti Smart City, Genova si propone laboratorio per un progetto in un campo su cui sono chiamate a misurarsi grandi città e regioni di tutta Europa.”
“L’economia circolare in Liguria – favorita anche dal nuovo Piano regionale dei rifiuti - rappresenta una concreta possibilità per Amiu di trovare nuovi mercati e nuove opportunità di crescita” - afferma Marco Castagna, presidente Amiu - “ma è anche una straordinaria occasione per l’Azienda di coniugare il proprio sviluppo con un nuovo ruolo sociale nel territorio, quello di motore di una crescita “green” ottenuta grazie ad una stretta collaborazione con il mondo della ricerca e quello dell’impresa, e con il contributo dei lavoratori e delle associazioni di cittadini.”
“Noi giovani imprenditori guardiamo con grande interesse all’economia circolare, sicuramente per le opportunità di sviluppo che crea e perché è più sostenibile, ma anche perché ripaga le aziende che la scelgono” – afferma Sarah Zotti, coordinatore del Gruppo Giovani Riuniti – “con il recupero dei rifiuti si riducono i costi di acquisto delle materie prime, quelli di trasporto, i consumi di energia, migliora l’immagine aziendale e aumenta il potere contrattuale.”