Tessuti preziosi, apparati in legno dorato, raggiere, cartelami, sono solo alcuni degli addobbi utilizzati per queste straordinarie creazioni che ogni anno si rinnovano nelle chiese di Genova e della Liguria. Altro elemento fondamentale è la profusione di candele e ceri di altezze diverse, ma sono da sempre i fiori, che nella stagione pasquale si trovano in abbondanza e in piena fioritura, a caratterizzare i sepolcri.
Fiori non solo disposti in composizioni su altari e balaustre, ma soprattutto usati per comporre i tradizionali grandi tappeti di petali, espressione di una cultura popolare che attraverso di essi poteva rappresentare temi aulici come riproduzioni naïf di quadri preziosi.
«Peculiare della nostra città - prosegue Sommariva - è la tradizione dei cartelami. Sono sagome di cartone - o talvolta di legno o metallo - che, scontornate e dipinte, venivano utilizzate nell’ambito della liturgia cattolica in diverse occasioni, ma soprattutto nei sepolcri. Si chiamano sepolcri, ma non vogliono rievocare una sepoltura o una tomba, il nome usato nella liturgia cattolica è ‘altari della deposizione’, termine che deriva dall’urna in cui viene conservata l’eucarestia, appunto il repositorio».
La tradizione vuole che, a partire dalla grande processione serale del giovedì, fino alla sera di venerdì i sepolcri siano meta di visite e che queste visite siano sempre in numero dispari.
Nel video, i sepolcri allestiti sono quelli della Basilica di Santa Maria delle Vigne, della Parrocchia di San Donato e della Cattedrale di San Lorenzo, mentre le immagini dell’allestimento in corso provengono dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo di Pieve Ligure.
www.visitgenoa.it
Fiori non solo disposti in composizioni su altari e balaustre, ma soprattutto usati per comporre i tradizionali grandi tappeti di petali, espressione di una cultura popolare che attraverso di essi poteva rappresentare temi aulici come riproduzioni naïf di quadri preziosi.
«Peculiare della nostra città - prosegue Sommariva - è la tradizione dei cartelami. Sono sagome di cartone - o talvolta di legno o metallo - che, scontornate e dipinte, venivano utilizzate nell’ambito della liturgia cattolica in diverse occasioni, ma soprattutto nei sepolcri. Si chiamano sepolcri, ma non vogliono rievocare una sepoltura o una tomba, il nome usato nella liturgia cattolica è ‘altari della deposizione’, termine che deriva dall’urna in cui viene conservata l’eucarestia, appunto il repositorio».
La tradizione vuole che, a partire dalla grande processione serale del giovedì, fino alla sera di venerdì i sepolcri siano meta di visite e che queste visite siano sempre in numero dispari.
Nel video, i sepolcri allestiti sono quelli della Basilica di Santa Maria delle Vigne, della Parrocchia di San Donato e della Cattedrale di San Lorenzo, mentre le immagini dell’allestimento in corso provengono dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo di Pieve Ligure.
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