Ha preso il via la prima riunione della Commissione consiliare speciale sugli eventi alluvionali del 4 novembre scorso. Istituita con un provvedimento votato all’unanimità nella Sala Rossa il 22 novembre scorso, la commissione è stata chiamata a rispondere, entro i primi mesi del prossimo anno, a domande particolarmente difficili circa cause, controlli e prevenzione sull’esondazione del Fereggiano, che ha causato sei vittime, e gli straripamenti del Bisagno e dello Sturla.
A capo della commissione è stato nominato un consigliere dell’opposizione, Giuseppe Costa, del Popolo della Libertà, che non nasconde la difficoltà dell’incarico: “Il percorso, le modalità di lavoro sono tutte da inventare. Non sarà facile – commenta Costa - corrispondere alle indicazioni che la delibera costitutiva ha posto, anche perché parla sia di cause che di proposte operative, toccando temi che vanno dalla prevenzione alla riduzione dei rischi idrogeologici”. Una “missione” più tecnica che politica: “La commissione – prosegue Costa - raccoglierà i dati, sentirà i tecnici interni ed esterni, gli ordini professionali e le associazioni. Non mancheranno sopralluoghi nelle zone alluvionate per valutare i danni subiti dai cittadini”.
Da segnalare uno studio dei rivi del Ponente che è stato elaborato da alcuni volontari di Prà e che verrà presentato in una delle prossime sedute. Intanto emergono i primi rebus: come fa un comitato per le emergenze a contare ben 47 membri? Quanti sono i livelli della protezione civile? Come fa un unico volontario a monitorare più alvei di torrenti contemporaneamente? Perché in Liguria non esiste l’allerta 3 come in Sicilia? Tutte domande che entreranno a far parte dell’Ordine del Giorno della prossima seduta, che avrà come tema le competenze della Protezione Civile e i sistemi di Allerta.
A capo della commissione è stato nominato un consigliere dell’opposizione, Giuseppe Costa, del Popolo della Libertà, che non nasconde la difficoltà dell’incarico: “Il percorso, le modalità di lavoro sono tutte da inventare. Non sarà facile – commenta Costa - corrispondere alle indicazioni che la delibera costitutiva ha posto, anche perché parla sia di cause che di proposte operative, toccando temi che vanno dalla prevenzione alla riduzione dei rischi idrogeologici”. Una “missione” più tecnica che politica: “La commissione – prosegue Costa - raccoglierà i dati, sentirà i tecnici interni ed esterni, gli ordini professionali e le associazioni. Non mancheranno sopralluoghi nelle zone alluvionate per valutare i danni subiti dai cittadini”.
Da segnalare uno studio dei rivi del Ponente che è stato elaborato da alcuni volontari di Prà e che verrà presentato in una delle prossime sedute. Intanto emergono i primi rebus: come fa un comitato per le emergenze a contare ben 47 membri? Quanti sono i livelli della protezione civile? Come fa un unico volontario a monitorare più alvei di torrenti contemporaneamente? Perché in Liguria non esiste l’allerta 3 come in Sicilia? Tutte domande che entreranno a far parte dell’Ordine del Giorno della prossima seduta, che avrà come tema le competenze della Protezione Civile e i sistemi di Allerta.