Biasotti: «Niente alibi per Bolzaneto e Diaz
Serve maggior tolleranza da entrambi i fronti»

Intervista a Sandro Biasotti, presidente della Regione Liguria durante i fatti del G8 genovese. Le difficoltà di gestione degli scontri viste dal centro-destra. L’onorevole sottolinea l’operato irreprensibile della magistratura di Genova

Testo Alternativo
Nel luglio 2001 presidente della Regione Liguria era Sandro Biasotti. Eletto nell’aprile dell’anno precedente, si trovò per un fine settimana a stretto contatto con i leader delle otto potenze mondiali. Attualmente deputato alla Camera, Biasotti ha risposto alle nostre domande ricordando quei giorni indelebili nella memoria storica di Genova.

Qual è stato il suo primo impatto istituzionale con l’universo G8?
«Era il mio primo anno da presidente della Regione, la vigilia l’ho vissuta con grande emozione, partecipazione. Un avvenimento che dava lustro alla nostra città in tutto il mondo. Con l’avvicinarsi dell’evento e il montare della protesta, la preoccupazione è stata notevole. Ho preso parte io stesso ad alcune riunioni con ministero degli Interni per delimitare le aree più a rischio della città. Si percepiva che ci sarebbero stati scontri anche se nessuno immaginava si sarebbe arrivati al lutto. Ma durante i giorni del Summit, ho vissuto dentro la zona rossa e quello che succedeva fuori riuscivo a scorgerlo solo attraverso la televisione».

Ci sono alcune situazioni che si è trovato a gestire con disagio, da un lato come rappresentate della maggioranza di centro-destra, dall’altro come massima istituzione locale?
«Sicuramente tutte le situazioni di violenza le ho vissute con grande difficoltà. L’operazione della Diaz e soprattutto quello che è successo alla caserma di Bolzaneto sono assolutamente condannabili. Non c’è schieramento politico che tenga. Sono stati due fatti negativi che non hanno dato alibi alla Polizia, che in generale ne ha avuti mille per cercare di arginare la violenza dei no global che hanno distrutto una città. Ma la reazione violenta della scuola e di Bolzaneto non ci doveva essere».

In questo senso che cosa pensa dell’operato della Magistratura negli anni a venire?
«Devo dare atto che la magistratura genovese è stata obiettivamente giusta perché ha condannato sia poliziotti che no global. Tanti parlano di magistratura rossa e schierata, ma sinceramente non posso dare questo giudizio della magistratura di Genova».

Qual è il suo ricordo indelebile delle giornate del luglio 2001?
«Gli  avvenimenti tragici mi hanno rovinato i ricordi di un evento che porterò nel cuore per tutta la vita. Un summit così non è proprio da tutti i giorni: ho ancora una foto a casa con tutti gli otto grandi della terra. Poteva essere solo un bel ricordo, invece è un ricordo bello solo a metà».

Quale deve essere il senso di questo decennale?
«Credo si possa prendere l’insegnamento della necessità di maggior tolleranza da parte di entrambi gli schieramenti: da un lato i manifestanti, che ancora poche settimane fa hanno distrutto Roma per mostrare il proprio dissenso contro la riforma dell’Università; dall’altro le forze dell’ordine che anche se spesso vengono attaccate, rappresentano lo Stato e non debbono cedere alla violenza».
21 luglio 2011
Ultimo aggiornamento: 22/07/2011
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