Con il suo ultimo atto prima delle elezioni amministrative, il Consiglio comunale ha approvato il rendiconto del Comune per l'esercizio 2011 con 25 voti a favore e 14 contrari. Favorevole il centrosinistra, contrario il centrodestra e i consiglieri del Gruppo Misto, mentre non hanno votato i consiglieri di Verdi e Rifondazione Comunista. La delibera, illustrata dalla Giunta, aveva già superato l’esame dei Revisori del Conti e, come stabilisce la legge, andava approvata dal Consiglio comunale entro il 30 aprile.
I conti di Palazzo Tursi tornano: il totale generale delle entrate è un miliardo e 716 milioni di euro e il totale delle uscite è un miliardo e 659 milioni di euro. Si noterà un consistente avanzo, ma non si tratta di un “tesoretto”, bensì di un monte crediti non ancora riscosso relativo ad anni precedenti, o meglio, nel gergo contabile, un riaccertamento dei residui attivi, molti dei quali legati al trasporto pubblico locale. Alla domanda su come si è riusciti a coprire 45 milioni di entrate straordinarie per dismissioni di immobili realizzate solo in parte, la Giunta ha risposto con un lungo elenco di riscossioni non previste, che vanno da un rimborso Iva pari a 6 milioni, una restituzione di Ici del 2008 relativo alla prima casa per 8 milioni di euro, più altre entrate straordinarie come gli oneri di urbanizzazione che hanno consentito di pareggiare i mancati introiti. Con molta fatica si è riusciti a rispettare il Patto di Stabilità. Obiettivo raggiunto recentemente nel momento in cui è stato regionalizzato, cioè calcolato su tutto il territorio della Liguria.
Dal cilindro di Piazza De Ferrari sono usciti, ma solo virtualmente, 12 milioni di euro di spazi finanziari, che non hanno fatto scattare la procedura di infrazione. I conti in ordine e il rispetto del Patto di Stabilità hanno consentito di saldare i fornitori del Comune di Genova. Se l’analisi del rendiconto dovesse abbracciare un orizzonte più vasto, partendo ad esempio dal 2007, si noterebbe che da quell’anno i trasferimenti della Regione Liguria al Comune di Genova sono passati dai 101 milioni del 2007 agli 87 milioni del 2011, e i trasferimenti statali si sono ridotti da 400 milioni a 356 milioni.
L’ultima annotazione riguarda l’indebitamento che è sceso da un miliardo e 387 milioni alla fine del 2007, all’attuale un miliardo 321 milioni del dicembre del 2011, con una riduzione di circa 4,5 %.
I conti di Palazzo Tursi tornano: il totale generale delle entrate è un miliardo e 716 milioni di euro e il totale delle uscite è un miliardo e 659 milioni di euro. Si noterà un consistente avanzo, ma non si tratta di un “tesoretto”, bensì di un monte crediti non ancora riscosso relativo ad anni precedenti, o meglio, nel gergo contabile, un riaccertamento dei residui attivi, molti dei quali legati al trasporto pubblico locale. Alla domanda su come si è riusciti a coprire 45 milioni di entrate straordinarie per dismissioni di immobili realizzate solo in parte, la Giunta ha risposto con un lungo elenco di riscossioni non previste, che vanno da un rimborso Iva pari a 6 milioni, una restituzione di Ici del 2008 relativo alla prima casa per 8 milioni di euro, più altre entrate straordinarie come gli oneri di urbanizzazione che hanno consentito di pareggiare i mancati introiti. Con molta fatica si è riusciti a rispettare il Patto di Stabilità. Obiettivo raggiunto recentemente nel momento in cui è stato regionalizzato, cioè calcolato su tutto il territorio della Liguria.
Dal cilindro di Piazza De Ferrari sono usciti, ma solo virtualmente, 12 milioni di euro di spazi finanziari, che non hanno fatto scattare la procedura di infrazione. I conti in ordine e il rispetto del Patto di Stabilità hanno consentito di saldare i fornitori del Comune di Genova. Se l’analisi del rendiconto dovesse abbracciare un orizzonte più vasto, partendo ad esempio dal 2007, si noterebbe che da quell’anno i trasferimenti della Regione Liguria al Comune di Genova sono passati dai 101 milioni del 2007 agli 87 milioni del 2011, e i trasferimenti statali si sono ridotti da 400 milioni a 356 milioni.
L’ultima annotazione riguarda l’indebitamento che è sceso da un miliardo e 387 milioni alla fine del 2007, all’attuale un miliardo 321 milioni del dicembre del 2011, con una riduzione di circa 4,5 %.