Sono quattro i centri sociali genovesi. Lo “Zapata” con sede nei Magazzini del Sale a Sampierdarena, il “Terra di Nessuno” che occupa senza titolo ormai da dieci anni un capannone della Civica Amministrazione in via Bartolomeo Bianco a San Teodoro, il “Pinelli” che da una sede fatiscente nei macelli di Ca’ de Pitta si è trasferito in un edificio di Fossato Cicala a Molassana e, infine, la più recente delle occupazioni effettuata dai giovani del cosiddetto centro sociale “Buridda” nell’ex facoltà di Economia e Commercio in via Bertani, edificio che nel 2007 è entrato a far parte del patrimonio del Comune di Genova.
Tutte queste sedi, eccetto i Magazzini del Sale, che sono del Demanio, appartengono alla civica amministrazione. Nelle intenzioni della Giunta c’è sempre stata la volontà di regolarizzare queste occupazioni ormai datate nel tempo: 20 anni per lo Zapata e nove per il Buridda. “Si tratta di realtà giovanili - afferma l’assessore al Patrimonio Bruno Pastorino - che insistono sul territorio da diversi lustri, alle quali il Comune ha intenzione di offrire spazi più idonei per continuare la loro attività sociale e di incontro tra giovani”.
La situazione più critica era senza dubbio quella di Via Bertani. L’attività dei ragazzi entrava spesso in conflitto con la vocazione residenziale della zona, che risentiva, in termini di quiete e tranquillità, delle attività del centro sociale. “L’amministrazione – prosegue Pastorino - ha rifiutato di seguire due soluzioni prese in altre città. La prima è la tolleranza irresponsabile che nega il problema della convivenza tra residenti e centri sociali; l’altra l’adozione di misure repressive che avrebbero dato il via ad una spirale infinita di sgomberi e occupazioni e che fondamentalemente non avrebbero prodotto alcun risultato”. La terza via è stata quella del dialogo, dell’accordo e della concertazione.
La “quadratura del cerchio” si chiama protocollo d’intesa tra il Comune di Genova, rappresentato dagli assessori Pastorino e Ranieri, e la neonata associazione dei Centri Sociali, presieduta da Don Andrea Gallo. Alla luce di questo accordo il centro sociale “Buridda” si trasferirà al secondo piano del mercato del Pesce a Caricamento. “Contemporanemante verranno anche formalizzati i contratti di affitto dei nuovi spazi, con i criteri previsti dal regolamento comunale per i locali adibiti a usi associativi. Non è certo una delibera storica – conclude Pastorino - ma sicuramente si tratta di un provvedimento che, con lo scopo di regolarizzare tutti i centri giovanili, attraverso il dialogo e la pazienza, farà scuola”.
Tutte queste sedi, eccetto i Magazzini del Sale, che sono del Demanio, appartengono alla civica amministrazione. Nelle intenzioni della Giunta c’è sempre stata la volontà di regolarizzare queste occupazioni ormai datate nel tempo: 20 anni per lo Zapata e nove per il Buridda. “Si tratta di realtà giovanili - afferma l’assessore al Patrimonio Bruno Pastorino - che insistono sul territorio da diversi lustri, alle quali il Comune ha intenzione di offrire spazi più idonei per continuare la loro attività sociale e di incontro tra giovani”.
La situazione più critica era senza dubbio quella di Via Bertani. L’attività dei ragazzi entrava spesso in conflitto con la vocazione residenziale della zona, che risentiva, in termini di quiete e tranquillità, delle attività del centro sociale. “L’amministrazione – prosegue Pastorino - ha rifiutato di seguire due soluzioni prese in altre città. La prima è la tolleranza irresponsabile che nega il problema della convivenza tra residenti e centri sociali; l’altra l’adozione di misure repressive che avrebbero dato il via ad una spirale infinita di sgomberi e occupazioni e che fondamentalemente non avrebbero prodotto alcun risultato”. La terza via è stata quella del dialogo, dell’accordo e della concertazione.
La “quadratura del cerchio” si chiama protocollo d’intesa tra il Comune di Genova, rappresentato dagli assessori Pastorino e Ranieri, e la neonata associazione dei Centri Sociali, presieduta da Don Andrea Gallo. Alla luce di questo accordo il centro sociale “Buridda” si trasferirà al secondo piano del mercato del Pesce a Caricamento. “Contemporanemante verranno anche formalizzati i contratti di affitto dei nuovi spazi, con i criteri previsti dal regolamento comunale per i locali adibiti a usi associativi. Non è certo una delibera storica – conclude Pastorino - ma sicuramente si tratta di un provvedimento che, con lo scopo di regolarizzare tutti i centri giovanili, attraverso il dialogo e la pazienza, farà scuola”.