Il nuovo poliambulatorio nell’ex area mercatale di corso Sardegna si farà e i lavori partiranno entro la fine dell’anno. Con queste parole rassicuranti, stamattina il sindaco Marta Vincenzi e gli assessori Mario Margini (Lavori Pubblici, Comune di Genova) e Claudio Montaldo (Salute, Regione Liguria) hanno illustrato ai cittadini i prossimi passi che porteranno all’avvio della riqualificazione dell’intera area.
Circa 25 mila metri quadrati in cui, oltre al nuovo poliambulatorio della Asl che comprenderà i servizi attualmente dislocati in via Archimede, verranno realizzati due asili nido, un centro sportivo, una Pubblica Assistenza, il distretto locale della Polizia Municipale e una trentina di appartamenti. Gli ultimi problemi, per un progetto che sarebbe dovuto partire nella primavera del 2010 e durare trentasei mesi, riguardavano il mancato accordo sulla realizzazione del poliambulatorio. «La ditta - spiega Montaldo - aveva chiesto due milioni di troppo. Abbiamo fatto fare un’ulteriore perizia al Politecnico di Torino che ha individuato un’ipotesi economica più congrua sulla quale, sono convinto, troveremo l’accordo. Non potevamo certo permetterci di regalare a un privato i soldi dei cittadini».
La nuova proposta verrà illustrata domani ai responsabili della Rizzani de Eccher, il gruppo edilizio incaricato dell’esecuzione dei lavori, ed entro la fine del mese si dovrebbe trovare l’accordo definitivo sia sul poliambulatorio che sul progetto complessivo. Un progetto che nel corso degli ultimi due anni ha subito alcuni ritocchi soprattutto nella direzione di un più ampio spazio destinato al verde pubblico e una maggiore attenzione al risparmio energetico. Siglato l’intesa, toccherà poi all’azienda predisporre il nuovo piano d’azione che dovrà, infine, passare al vaglio del Consiglio comunale.
«Penso che, come avevamo annunciato, i lavori potranno partire entro fine anno» assicura l’assessore Margini, che aggiunge anche: «Non escludo di chiedere all’azienda di anticipare alcuni lavori per il risanamento della zona. Interventi che formalmente pagheremo noi ma che scaleremo poi dall’ammontare totale». Al gruppo edilizio, infatti, è stato chiesto di anticipare la presentazione del piano per lo smaltimento dell’amianto e delle demolizioni, che verranno discussi in un’assemblea pubblica durante la quale sarà anche illustrato il dettaglio del progetto sanitario.
«Sono fermamente convinta - ha detto il sindaco Marta Vincenzi ai cittadini intervenuti in piazza Manzoni - che i due anni di ritardo siano stati enormi e abbiano contribuito ad ammazzare chi ancora sta cercando di resistere. Tutti sono contenti che il mercato sia stato spostato, ma un buco che dura così tanto tempo crea sofferenza: allora dobbiamo partire in fretta. Ci tengo a sottolineare, perciò, che oggi non stiamo parlando di altri ritardi ma abbiamo illustrato la soluzione della questione. Vogliamo tranquillizzare i cittadini che non c’è alcun ritardo aggiuntivo».
«I ritardi - riprende Margini - sono, in parte, anche testimonianza della grande attenzione che le istituzioni riservato al problema. I commercianti, ad esempio, ci hanno chiesto a ragione di non avvallare progetti che riguardassero nuove strutture di vendita alternative agli esercizi di quartiere. Se avessimo previsto un centro commerciale probabilmente tutti i problemi di natura economica sarebbero stati risolti e probabilmente non saremo qui a parlare di lavori ancora da avviare. Ma siamo convinti che non si debba sempre cedere alle multinazionali e abbiamo scelto di proseguire sulla strada voluta dai commercianti locali».
Circa 25 mila metri quadrati in cui, oltre al nuovo poliambulatorio della Asl che comprenderà i servizi attualmente dislocati in via Archimede, verranno realizzati due asili nido, un centro sportivo, una Pubblica Assistenza, il distretto locale della Polizia Municipale e una trentina di appartamenti. Gli ultimi problemi, per un progetto che sarebbe dovuto partire nella primavera del 2010 e durare trentasei mesi, riguardavano il mancato accordo sulla realizzazione del poliambulatorio. «La ditta - spiega Montaldo - aveva chiesto due milioni di troppo. Abbiamo fatto fare un’ulteriore perizia al Politecnico di Torino che ha individuato un’ipotesi economica più congrua sulla quale, sono convinto, troveremo l’accordo. Non potevamo certo permetterci di regalare a un privato i soldi dei cittadini».
La nuova proposta verrà illustrata domani ai responsabili della Rizzani de Eccher, il gruppo edilizio incaricato dell’esecuzione dei lavori, ed entro la fine del mese si dovrebbe trovare l’accordo definitivo sia sul poliambulatorio che sul progetto complessivo. Un progetto che nel corso degli ultimi due anni ha subito alcuni ritocchi soprattutto nella direzione di un più ampio spazio destinato al verde pubblico e una maggiore attenzione al risparmio energetico. Siglato l’intesa, toccherà poi all’azienda predisporre il nuovo piano d’azione che dovrà, infine, passare al vaglio del Consiglio comunale.
«Penso che, come avevamo annunciato, i lavori potranno partire entro fine anno» assicura l’assessore Margini, che aggiunge anche: «Non escludo di chiedere all’azienda di anticipare alcuni lavori per il risanamento della zona. Interventi che formalmente pagheremo noi ma che scaleremo poi dall’ammontare totale». Al gruppo edilizio, infatti, è stato chiesto di anticipare la presentazione del piano per lo smaltimento dell’amianto e delle demolizioni, che verranno discussi in un’assemblea pubblica durante la quale sarà anche illustrato il dettaglio del progetto sanitario.
«Sono fermamente convinta - ha detto il sindaco Marta Vincenzi ai cittadini intervenuti in piazza Manzoni - che i due anni di ritardo siano stati enormi e abbiano contribuito ad ammazzare chi ancora sta cercando di resistere. Tutti sono contenti che il mercato sia stato spostato, ma un buco che dura così tanto tempo crea sofferenza: allora dobbiamo partire in fretta. Ci tengo a sottolineare, perciò, che oggi non stiamo parlando di altri ritardi ma abbiamo illustrato la soluzione della questione. Vogliamo tranquillizzare i cittadini che non c’è alcun ritardo aggiuntivo».
«I ritardi - riprende Margini - sono, in parte, anche testimonianza della grande attenzione che le istituzioni riservato al problema. I commercianti, ad esempio, ci hanno chiesto a ragione di non avvallare progetti che riguardassero nuove strutture di vendita alternative agli esercizi di quartiere. Se avessimo previsto un centro commerciale probabilmente tutti i problemi di natura economica sarebbero stati risolti e probabilmente non saremo qui a parlare di lavori ancora da avviare. Ma siamo convinti che non si debba sempre cedere alle multinazionali e abbiamo scelto di proseguire sulla strada voluta dai commercianti locali».
