Famigliole in centro alla scoperta della città. Che c'è di strano? Nulla, se non fosse che babbo, mamma e mezza dozzina di figlioletti altro non sono che cinghiali scesi dalle alture in cerca di cibo tra le case. Affamati, rovistano tra i cassonetti e i cestini della spazzatura. C’è anche chi va loro incontro per sfamarli con gli avanzi di cibo e pane secco.
Un comportamento irresponsabile da stigmatizzare: "Sono individui che agiscono del tutto scorrettamente perché, oltre a contravvenire all'ordinanza del Comune – commenta l'assessore al verde, Pinuccia Montanari – avvicinano permanentemente questi animali alle abitazioni, creando pericoli per gli abitanti e la circolazione stradale". Un’opinione condivisa anche dagli animalisti: così si crea nei cinghiali un comportamento innaturale che li allontana dal loro habitat e li rende ancora più vulnerabili. Ma quanti sono e da dove arrivano?
Si moltiplicano in modo esponenziale, fanno sapere dal WWF, per due ragioni. La prima è che manca una selezione naturale, l’altra è che gli esemplari introdotti anni fa per scopi venatori provengono dai paesi dell'Est: sono più grossi, abituati al grande freddo e mettono al mondo più cuccioli. Non è un mistero che sui ripopolamenti avvenuti in passato, caccia, allevamenti, ma soprattutto sui mezzi più efficaci per contenerne il numero le posizioni di istituzioni, cacciatori, cittadini e animalisti divergono al punto che una soluzione al problema ancora non c’è. Intanto, partendo dalle loro “basi” situate nel parco del Peralto, i cinghiali sconfinano nei quartieri vicini di Oregina e Staglieno.
La facilità con la quale scendono dalle alture è causata dai varchi aperti da sconosciuti nelle recinzioni sistemate da Aster per non farli passare. “L’anno scorso – commenta Montanari – a varchi chiusi il fenomeno della presenza dei cinghiali si è limitato a pochi episodi. Quest’anno, invece, le catture in città si contano già a decine”. Con una specifica ordinanza, il Comune di Genova, che aveva stanziato 20 mila euro per rifare la recinzione, ha deciso di chiedere ad Aster di chiudere i tratti di reticolato danneggiati e di piazzare lungo la rete alcune fotocellule in grado di individuare i responsabili dei danneggiamenti. La misura amministrativa contiene anche il divieto di somministrare (con sanzioni pecuniarie che possono variare da 250 a 500 euro) cibo agli animali.
Un provvedimento che va ad aggiungersi alla campagna di sensibilizzazione avviata dal Comune per invitare i cittadini a non alimentare i cinghiali, a non abbandonare i rifiuti e a sostituire le piante da frutto come amarene e pruni con piante non commestibili per questi animali. “In caso di sconfinamenti la Polizia provinciale, competente per materia – conclude l’assessore – agirà secondo criteri che noi abbiamo stabilito incruenti, anche se è ovvio che, per ragioni di sicurezza, saranno gli agenti a decidere il tipo di intervento in funzione della loro sicurezza e della pubblica incolumità”.
Un comportamento irresponsabile da stigmatizzare: "Sono individui che agiscono del tutto scorrettamente perché, oltre a contravvenire all'ordinanza del Comune – commenta l'assessore al verde, Pinuccia Montanari – avvicinano permanentemente questi animali alle abitazioni, creando pericoli per gli abitanti e la circolazione stradale". Un’opinione condivisa anche dagli animalisti: così si crea nei cinghiali un comportamento innaturale che li allontana dal loro habitat e li rende ancora più vulnerabili. Ma quanti sono e da dove arrivano?
Si moltiplicano in modo esponenziale, fanno sapere dal WWF, per due ragioni. La prima è che manca una selezione naturale, l’altra è che gli esemplari introdotti anni fa per scopi venatori provengono dai paesi dell'Est: sono più grossi, abituati al grande freddo e mettono al mondo più cuccioli. Non è un mistero che sui ripopolamenti avvenuti in passato, caccia, allevamenti, ma soprattutto sui mezzi più efficaci per contenerne il numero le posizioni di istituzioni, cacciatori, cittadini e animalisti divergono al punto che una soluzione al problema ancora non c’è. Intanto, partendo dalle loro “basi” situate nel parco del Peralto, i cinghiali sconfinano nei quartieri vicini di Oregina e Staglieno.
La facilità con la quale scendono dalle alture è causata dai varchi aperti da sconosciuti nelle recinzioni sistemate da Aster per non farli passare. “L’anno scorso – commenta Montanari – a varchi chiusi il fenomeno della presenza dei cinghiali si è limitato a pochi episodi. Quest’anno, invece, le catture in città si contano già a decine”. Con una specifica ordinanza, il Comune di Genova, che aveva stanziato 20 mila euro per rifare la recinzione, ha deciso di chiedere ad Aster di chiudere i tratti di reticolato danneggiati e di piazzare lungo la rete alcune fotocellule in grado di individuare i responsabili dei danneggiamenti. La misura amministrativa contiene anche il divieto di somministrare (con sanzioni pecuniarie che possono variare da 250 a 500 euro) cibo agli animali.
Un provvedimento che va ad aggiungersi alla campagna di sensibilizzazione avviata dal Comune per invitare i cittadini a non alimentare i cinghiali, a non abbandonare i rifiuti e a sostituire le piante da frutto come amarene e pruni con piante non commestibili per questi animali. “In caso di sconfinamenti la Polizia provinciale, competente per materia – conclude l’assessore – agirà secondo criteri che noi abbiamo stabilito incruenti, anche se è ovvio che, per ragioni di sicurezza, saranno gli agenti a decidere il tipo di intervento in funzione della loro sicurezza e della pubblica incolumità”.