Doria: "Testa e cuore di Ansaldo
non devono lasciare il nostro Paese"

Mentre Regione e Comune si riuniscono per dire no alla cessione di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts esplode il caso Ilva. Taranto chiude gli impianti e Cornigliano resta senza lavoro. Cortei di protesta bloccano il traffico in città. Su entrambi i tavoli la parola passa al Governo

Testo Alternativo
Purtroppo la nostra città affronta in questo periodo, come è successo negli anni '80, la crisi del sistema produttivo industriale. Più grave ancora perché riguarda tutto il Paese. In Italia Genova è rimasta una delle poche città industriali, e per questo rischia di pagare il prezzo più alto. "La situazione di Finmeccanica e di Ansaldo Energia - ha detto il capogruppo del partito democratico in Consiglio Comunale, Simone Farello - sono molto diverse. Ansaldo corre il rischio, da parte del Governo e del management di Finmeccanica di scelte sbagliate, gravi perché si tratta di due aziende sane”.

Le due aziende non solo producono utili, ma sono leader mondiali nel loro settore. E’ da qui che nasce il sospetto che i possibili acquirenti/concorrenti non siano affatto interessati ai siti produttivi ma a monopolizzare il mercato.  “Sono imprese – prosegue Farello -  che producono utili per Finmeccanca, che le vuole cedere per ripianare i debiti del settore militare". Una scelta sbagliata figlia di una “politica industriale sciagurata” conclude. Che le due aziende debbano rimanere a Genova è il leit motive della giornata: "Tutti questi ragionamenti - conclude Farello - ci portano a dire che i consigli congiunti di Regione e Comune devono dire al Governo, che è l'azionista di riferimento di Finmeccanica, che questa scelta non va fatta e che Ansaldo Energia e Ansaldo Sts devono rimanere aziende italiane”.

 La situazione di Ilva è molto più drammatica. In questo caso si parla del rischio che il comparto siderurgico nazionale venga definitivamente bloccato da scelte che hanno il loro fondamento nella difficoltà che affrontiamo da molti anni in scelte mancate nel confronto tra produzione compatibilità tra ambiente e scelte industriali. Un problema che a Genova è stato risolto con l'accordo di programma di alcuni anni fa, con la chiusura degli altiforni e la possibilità di mantenere la produzione a freddo. "Nessuno - riprende Farello - vuole tornare ad un modello in cui l'ambiente non conta niente e quindi si può tranquillamente inquinare nel nome del lavoro e della produzione. E' fondamenteale rendere compatibile la produzione con l'ambiente”.


 La vendita di Ansaldo Energia e Ilva sono due vicende distinte. Lo ha detto il sindaco Marco Doria che ha sottolineato: “Per quanto riguarda Ansaldo Energia, c'è una volontà dell'azionista di cedere azioni, cosa che obbliga le istituzioni locali a seguire con assoluta attenzione questa partita delicatissima”. Anche Ilva, ha ricordato il sindaco, è un'azienda sana. “A Genova ha degli impianti moderni di laminazione a freddo e linee di zincatura, che ora si trovano in una situazione difficile per quello che sta accadendo a Taranto”.

 A Doria non sfugge la situazione drammatica in cui versa la città pugliese: “La tragedia parte da Taranto, che è una città in situazioni economiche peggiori di quelle di Genova, il dramma autentico, da cittadino italiano lo vedo per Taranto”. Sulla questione di Ansaldo Energia, punta il dito contro il Governo, che avrebbe dovuto assumere, in veste di azionista di maggioranza di Finmeccanica, una posizione netta, che metta al primo posto il futuro industriale del paese, e quindi le prospettive industriali delle due aziende genovesi. “Sul caso Ilva – ha detto Doria - c'è una assenza della politica, incapace di coniugare lavoro e salute. Ora la questione è esplosa. Il ministro Corrado Clini si è mosso, ma manca un impegno di tutto il Governo.  Ci vuole una velocità ancora maggiore – ha concluso il sindaco - perchè siamo in una situazione che sta precipitando in cui il sistema sta diventando ingovernabile”.

Un solo ordine del giorno, un solo argomento: la decisione di Finmeccanica circa la vendita degli asset  civili. Un momento grave per la città, il caso ILVA scoppiato ieri porta un ulteriore elemento di forte preoccupazione, con la prospettiva di altri 1700 eventuali licenziamenti, e le Istituzioni decidono di fare fronte comune, un’unica voce che chiede al Governo delle risposte chiare, di elaborare delle politiche industriali, inesistenti fino ad ora.

Problemi che escono dal perimetro delle fabbriche per interessare la città, il Paese, non è un caso che oggi, nella Sala del Consiglio Regionale, siano presenti anche il presidente di ASCOM Paolo Odone e di Confindustria Giovanni Calvini, oltre a portare la loro vicinanza ai lavoratori, esprimono la forte preoccupazione per il futuro economico e produttivo di Genova: quale crescita senza lavoro, come possono ripartire i consumi se migliaia di famiglie rimangono senza reddito?

Finmeccanica è leader in settori ad altissima tecnologia e ad alto contenuto di ricerca sia in Italia che all’estero, ed è detentrice di un patrimonio industriale e strategico di primaria importanza per il Paese. Ansaldo Energia e Ansaldo STS sono due gioielli di Finmeccanica: Ansaldo STS è leader mondiale nei sistemi ferroviari e nel segnalamento, mentre Ansaldo Energia rappresenta, per il Paese, un patrimonio di grande tecnologia e di lavoro di qualità, costruito in stretto rapporto con i centri di ricerca Universitari.

Aperta la seduta del Consiglio congiunto, il presidente della Giunta Regionale Rosario Monteleone dà la parola ai delegati sindacali, prende la parola per primo Claudio Nicolini, segretario di Fim-Cisl, che pone l’accento «su questo piano scellerato di vendere gli asset civili, che sono fortemente in attivo, una decisione presa solo per fare cassa, dietro alla quale non c’è nessun piano industriale», Ansaldo ha lavoro, infatti a  Genova  ha assunto 1500 giovani.

«Occorre dare un forte segnale politico al Governo, ha continuato Nicolini, che nonostante le pressanti richieste d’incontro, non ci ha ancora convocati per discutere seriamente del futuro di questa azienda, di un piano industriale che metta al centro il futuro dei lavoratori, qui si sta parlando di un fiore all’occhiello dell’industria Italiana». Inoltre,« l’incongruità di tale decisione, vendere gli asset civili per privilegiare quelli militari, in un momento in cui tutti i Paesi decidono di investire sempre meno nell’industria militare».

Antonio Apa della Uilm e Antonio Caminito di Fiom Cgil hanno parlato anche dell’ILVA, in quanto entrambi i casi sono il risultato del vuoto decisionale da parte del Governo, «Finmeccanica rischia di essere ridimensionata nel suo futuro: bisogna discutere di lavoro, perché noi non siamo come la Spagna e la Grecia, noi il lavoro l’abbiamo: oggi siamo qui per difendere non solo il nostro posto di lavoro, ma anche la ricchezza dell’Italia» ha specificato Antonio Caminito.

Antonio Apa, nel suo intervento, ha espresso il forte “No”  del sindacato e dei lavoratori a consegnare nelle mani dei competitor due Aziende attive in settori strategici per l’Italia e in grado di produrre occupazione, i 1500 giovani assunti ne sono la prova.
Presa la parola, il Sindaco Marco Doria ha iniziato il suo intervento includendo anche il problema ILVA, in quanto «è da tempo che si assiste all’indebolimento della struttura industriale del nostro Paese, in questo contesto, però, esistono delle punte di tenuta e di eccellenza e Ansaldo Energia e Ansaldo STS lo sono, in quanto aziende sane, che producono utili per gli azionisti privati e per quello pubblico e, oltre a questo,  generano lavoro, intelligenza, ricerca».
 «Non condividiamo, ha continuato, le scelte del management di Finmeccanica, questo lo avevamo già espresso a chiare lettere in una seduta del Consiglio Comunale completamente dedicata a questo tema: cedere gli asset civili è una scelta criticabile, avvenuta in assenza totale di un atteggiamento  di attenzione alla politica industriale da parte del Governo».
«Già quest’estate, dopo che insieme al Presidente Burlando abbiamo partecipato a una manifestazione dei lavoratori, in un incontro in Prefettura avevamo sollecitato un incontro con il Governo, durante il quale abbiamo chiesto che si stabilisse un rapporto stretto tra Governo e mondo del lavoro».

Per Ansaldo Energia ci sono in campo tanti acquirenti, «ma il nostro obiettivo, ha precisato Marco Doria, è che queste imprese abbiano una prospettiva industriale solida e credibile e, soprattutto, italiana. In questo mondo globalizzato, il nostro Paese ha bisogno che ci siano anche grandi imprese, con migliaia di addetti e capaci di fare ricerca, che abbiano cuore e testa italiana».

Parlando dell’ILVA, il Sindaco ne ha evidenziato l’analogia, in quanto anche la siderurgia è strategica per l’Italia: l’acciaio non deve essere una prerogativa solo dei cinesi e degli indiani.
A Taranto si assiste alla «sciagurata contrapposizione di due diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione: il diritto al lavoro e quello alla salute, ha spiegato Doria, l’attività a Taranto deve continuare, altrimenti non ci sarà risanamento, ma si creerà un deserto industriale».
 C’è molto da fare, questa di oggi è stata la prima importante iniziativa, ma ovviamente non basta, «occorre assumere posizioni chiare, fare una pressione costante, in mille modi, con intelligenza e creatività, la storia delle lotte del lavoro devono essere di insegnamento». «Soprattutto, ha concluso, occorre l’intervento del Governo, per l’ILVA il Ministro Clini si era mosso, non così per Finmeccanica: bisogna fissare regole chiare per tutti i soggetti in gioco, sul tavolo c’è il futuro di Genova, del nostro Paese».

Per ultimo, l’intervento del Presidente della Regione Claudio Burlando, nel quale ha chiaramente indicato nel disinteresse dell’attuale Governo la causa dei problemi di Ansaldo e ILVA.
Riguardo Finmeccanica «non c’è trasparenza, ha dichiarato il Governatore, se si vuole vendere un asset occorre confrontarsi con il mercato, tenere informati il sindacato e i lavoratori».
«Si fatica a capire, ha continuato nel suo intervento, come ad un aumento della richiesta di Energia e trasporti, Finmeccanica decida di vendere proprio questi asset, guardiamo il caso Breda: in questo Paese non si vuole ristrutturare, è meglio vendere per fare cassa».

Anche da lui, una critica all’attuale Governo tecnico, che« se non è in grado di mettere in campo delle politiche industriali, dia la possibilità a un governo politico, legittimato dal voto, di fare qualcosa per la soluzione di queste due fondamentali partite».
 Alla fine degli interventi, il Presidente della Giunta Regionale Rosario Monteleone ha dato lettura dell'ordine del giorno congiunto del  Consiglio Comunale e Regionale, che è stato approvato all’unanimità, e verrà trasmesso al Governo come rischiesto dalle Organizzazioni sindacali.
genova, 27 novembre 2012
Ultimo aggiornamento: 28/11/2012
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