«Se entro febbraio il governo Monti non avrà ridefinito il Patto di Stabilità, l'Anci organizzerà una grande mobilitazione nazionale». Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Comuni italiani Graziano Delrio, ricordando la grande manifestazione di Milano dell’ottobre scorso, a margine dell’incontro straordinario con i sindaci liguri che si è tenuto nel pomeriggio di ieri nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi.
Presiede il sindaco Marta Vincenzi, che ha sottolineato come sia indispensabile «Riportare al centro del dibattito il ruolo dei sindaci, che chiedono di essere partner dello Stato nella definizione dei meccanismi innovativi per uscire dalla crisi e non meri esecutori di decisioni prese da altri». Al primo posto della discussione, che si è tenuta alla presenza di oltre 60 primi cittadini liguri, la questione dei bilanci comunali, tartassati dai tagli del governo e dalla crisi economica. Ma è il Patto di stabilità il principale imputato della debacle finanziaria dei territori: «Non è una novità per noi che il patto di stabilità non funzioni – ha dichiarato Franco Floris, presidente di Finanza Locale – il debito pubblico dello Stato (i Comuni incidono solo per il 2,5 per cento n.d.r.) è aumentato, il blocco dei pagamenti ha causato danni enormi alla piccola e media impresa». Il Paese ha bisogno di sviluppo ma il patto di Stabilità non dà ossigeno alle imprese efficienti: « La buona impresa - continua Floris - quella che rispetta le leggi e che non apre contenziosi con gli enti locali, sta chiudendo».
Il Comune non è una succursale del Governo, ripetono in molti, ma il motore pulsante economico e democratico del nostro Paese. «Se il governo non manterrà la promessa di ridefinire il patto di stabilità – ripete Delrio - i Comuni italiani lo ignoreranno e faranno i bilanci come se non ci fosse. E' una sfida che lanciamo al governo Monti. In Italia abbiamo bisogno di pagare le imprese e di creare lavoro, abbiamo bisogno di lavorare sulla crescita, non solo di rigore. La seconda battaglia che lanceremo al governo sarà l'approvazione della Carta delle Autonomie in cui è sancito che le Regioni non possono gestire funzioni amministrative". Il fil rouge che lega gli interventi dei sindaci si può riassumere nella richiesta di essere a centro del cambiamento e della riorganizzazione istituzionale. «Da parte dell’Anci – ha detto l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri – è l’ora di mettere in risalto la tendenza neocentralizzatrice che forse è connessa ad essere governo dei tecnici, ma che sta assumendo dei caratteri sempre più evidenti e forti.Bisogna provare a mettere in evidenza la relazione che c’è tra le due cose, perché la diminuzione dell’autonomia e del ruolo egli enti locali di affrontare i propri problemi è di per sé un fatto recessivo, anzi uno dei più gravemente recessivi, perché lo sviluppo o avviene sul territorio – conclude l’assessore – o non avviene da nessuna parte. E il soggetto in grado di mettere a determinatore comune i fattori dello sviluppo, la cultura, la ricerca, l’innovazione, è sul territorio».
Presiede il sindaco Marta Vincenzi, che ha sottolineato come sia indispensabile «Riportare al centro del dibattito il ruolo dei sindaci, che chiedono di essere partner dello Stato nella definizione dei meccanismi innovativi per uscire dalla crisi e non meri esecutori di decisioni prese da altri». Al primo posto della discussione, che si è tenuta alla presenza di oltre 60 primi cittadini liguri, la questione dei bilanci comunali, tartassati dai tagli del governo e dalla crisi economica. Ma è il Patto di stabilità il principale imputato della debacle finanziaria dei territori: «Non è una novità per noi che il patto di stabilità non funzioni – ha dichiarato Franco Floris, presidente di Finanza Locale – il debito pubblico dello Stato (i Comuni incidono solo per il 2,5 per cento n.d.r.) è aumentato, il blocco dei pagamenti ha causato danni enormi alla piccola e media impresa». Il Paese ha bisogno di sviluppo ma il patto di Stabilità non dà ossigeno alle imprese efficienti: « La buona impresa - continua Floris - quella che rispetta le leggi e che non apre contenziosi con gli enti locali, sta chiudendo».
Il Comune non è una succursale del Governo, ripetono in molti, ma il motore pulsante economico e democratico del nostro Paese. «Se il governo non manterrà la promessa di ridefinire il patto di stabilità – ripete Delrio - i Comuni italiani lo ignoreranno e faranno i bilanci come se non ci fosse. E' una sfida che lanciamo al governo Monti. In Italia abbiamo bisogno di pagare le imprese e di creare lavoro, abbiamo bisogno di lavorare sulla crescita, non solo di rigore. La seconda battaglia che lanceremo al governo sarà l'approvazione della Carta delle Autonomie in cui è sancito che le Regioni non possono gestire funzioni amministrative". Il fil rouge che lega gli interventi dei sindaci si può riassumere nella richiesta di essere a centro del cambiamento e della riorganizzazione istituzionale. «Da parte dell’Anci – ha detto l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri – è l’ora di mettere in risalto la tendenza neocentralizzatrice che forse è connessa ad essere governo dei tecnici, ma che sta assumendo dei caratteri sempre più evidenti e forti.Bisogna provare a mettere in evidenza la relazione che c’è tra le due cose, perché la diminuzione dell’autonomia e del ruolo egli enti locali di affrontare i propri problemi è di per sé un fatto recessivo, anzi uno dei più gravemente recessivi, perché lo sviluppo o avviene sul territorio – conclude l’assessore – o non avviene da nessuna parte. E il soggetto in grado di mettere a determinatore comune i fattori dello sviluppo, la cultura, la ricerca, l’innovazione, è sul territorio».