All'indagine - condotta tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 - hanno partecipato 94 aziende sulle circa 150 contattate. Tra i dati spicca la "forte tenuta" nel 2011, anno in cui il 54% delle aziende campione ha registrato una crescita del fatturato (la media è di +2,2%). In tal senso un ruolo decisivo é stato svolto dall'export (aumentato nel 51% dei casi). Per quanto riguarda l'occupazione, il 19% delle aziende ha denunciato una flessione e il 50% un incremento. Infine, l'80% ha effettuato "significativi" investimenti, soprattutto in Ict (60%) e in formazione (80%). Guardando al 2012, le previsioni per l'hi-tech genovese indicano una crescita del 6,6% del fatturato e del 1,1% dell'occupazione.
"Numeri incoraggianti, - ha commentato Carlo Castellano, presidente di Dixet - che ci hanno sorpreso. Le quasi 100 aziende che hanno risposto all’indagine non soltanto hanno avuto un 2011 positivo. Seppure in termini contenuti, il fatturato è aumentato del 2 per cento e gli occupati sono aumenti del 4 per cento. Per il 2012 i dati sono ancora migliori perché è in forte crescita sia il fatturato sia ma anche sui dipendenti.E’ un dato molto interessante inaspettato che in qualche modo è diverso dalla realtà italiana, che come sappiamo è segnata da una ipotesi seria di recessione
Questi dati vanno letti come una spinta ulteriore alla realizzazione del parco tecnologico degli Erzelli?
Certo, indicano ancora una volta che non solo la metà dell’aziende si dichiarano interessate ad andare agli Erzelli, ma che abbiamo a Genova una massa critica di imprese di grande significato .
In qualche modo la filiera dell’elettronica industriale a Genova è prevalente ed è una realtà in qualche modo unica a livello italiano. In qualche modo noi dobbiamo valorizzare questa realtà. Nella quale lavorano circa undicimila addetti, in gran parte laureati o diplomati tecnici. Lo studio che abbiamo fatto qualche mese fa, indica che tra dieci anni potremmo aggiungere altri settemila addetti, di cui a buona parte agli Erzelli. Bisogna lavorare rapidamente in questa direzione
Ma serve veramente più integrazione tra imprese e università, che appunto dovrebbe spostarsi agli Erzelli insieme alle aziende?
Tutti i parchi tecnologici vedono la presenza delle facoltà scientifiche di formazione, soprattutto di ingegneria. Basta andare fuori dall’Italia ci si rende conto che bisogna lavorare insieme università, imprese e centri di ricerca, a Genova abbimo questa grande opportunità e non dobbiamo sprecarla.
Opportunità, ma anche difficoltà, soprattutto nella logistica. E mentre i collegamenti stradali ci sono, segnano il passo gli altri, soprattutto le ferrovie. Ci sarà la fermata ferroviaria degli Erzelli?
Il problema è di creare una stazione per l’aeroporto, e quindi il problema riguarda l’aeroporto. È assurdo che lo scalo aereo genovese non abbia una sua stazione ferroviaria, per un problema tutto sommato modesto e superabile (sembra che il no delle ferrovie dipenda dal fatto che la fermata sia in curva). Quindi è evidente che nel momento in cui si farà una stazione ferroviaria per l’aeroporto, quella stazione coinciderà con la stazione degli Erzelli. Questi collegamenti sono una realtà importante perché andranno a vivere e lavorare agli Erzelli oltre 15 mila persone.
"Numeri incoraggianti, - ha commentato Carlo Castellano, presidente di Dixet - che ci hanno sorpreso. Le quasi 100 aziende che hanno risposto all’indagine non soltanto hanno avuto un 2011 positivo. Seppure in termini contenuti, il fatturato è aumentato del 2 per cento e gli occupati sono aumenti del 4 per cento. Per il 2012 i dati sono ancora migliori perché è in forte crescita sia il fatturato sia ma anche sui dipendenti.E’ un dato molto interessante inaspettato che in qualche modo è diverso dalla realtà italiana, che come sappiamo è segnata da una ipotesi seria di recessione
Questi dati vanno letti come una spinta ulteriore alla realizzazione del parco tecnologico degli Erzelli?
Certo, indicano ancora una volta che non solo la metà dell’aziende si dichiarano interessate ad andare agli Erzelli, ma che abbiamo a Genova una massa critica di imprese di grande significato .
In qualche modo la filiera dell’elettronica industriale a Genova è prevalente ed è una realtà in qualche modo unica a livello italiano. In qualche modo noi dobbiamo valorizzare questa realtà. Nella quale lavorano circa undicimila addetti, in gran parte laureati o diplomati tecnici. Lo studio che abbiamo fatto qualche mese fa, indica che tra dieci anni potremmo aggiungere altri settemila addetti, di cui a buona parte agli Erzelli. Bisogna lavorare rapidamente in questa direzione
Ma serve veramente più integrazione tra imprese e università, che appunto dovrebbe spostarsi agli Erzelli insieme alle aziende?
Tutti i parchi tecnologici vedono la presenza delle facoltà scientifiche di formazione, soprattutto di ingegneria. Basta andare fuori dall’Italia ci si rende conto che bisogna lavorare insieme università, imprese e centri di ricerca, a Genova abbimo questa grande opportunità e non dobbiamo sprecarla.
Opportunità, ma anche difficoltà, soprattutto nella logistica. E mentre i collegamenti stradali ci sono, segnano il passo gli altri, soprattutto le ferrovie. Ci sarà la fermata ferroviaria degli Erzelli?
Il problema è di creare una stazione per l’aeroporto, e quindi il problema riguarda l’aeroporto. È assurdo che lo scalo aereo genovese non abbia una sua stazione ferroviaria, per un problema tutto sommato modesto e superabile (sembra che il no delle ferrovie dipenda dal fatto che la fermata sia in curva). Quindi è evidente che nel momento in cui si farà una stazione ferroviaria per l’aeroporto, quella stazione coinciderà con la stazione degli Erzelli. Questi collegamenti sono una realtà importante perché andranno a vivere e lavorare agli Erzelli oltre 15 mila persone.