L’impatto sociale della crisi economica rischia di essere pesantissimo sul welfare cittadino. Se ne è parlato lunedì 20 maggio in sala rossa nel corso di una commissione consiliare presieduta dalla consigliera Cristina Lodi sul tema: “La fragilità del sistema sociale genovese”. L’assessore alle politiche socioeconomiche e della casa, Paola Dameri, ha presentato un documento programmatico che, utilizzando numerosi dati demografici e statistici, comprese le richieste d’aiuto raccolte nei municipi disegna una mappa dei bisogni sociali della città . Si parte dai minori stranieri: il 34,8 % (con una punta del 51,3 % a Sampierdarena) viene seguito dagli ambiti territoriali sociali. Un altro indicatore significativo si riferisce al numero delle persone che vivono sole: 56.417, di cui 2.655 in carico ai servizi sociali. Un altro campanello d’allarme riguarda i casi in collaborazione con l’Autorità giudiziaria: su 84.353 minorenni residenti a Genova, ben il 9,8%, cioè 8.291 giovani, vengono assistiti da operatori sociali e psicologi. Di contro, viene seguito il 6% degli anziani residenti , con una punta del 10% per ultra 85enni, e del 23% per chi ha già compito 95 anni. Infine, sono 128 le richieste di intervento domiciliare avanzate da disabili, a fronte degli attuali 71 utenti seguiti a casa.
Da questo quadro emergono sette aree di fragilità: famiglie, non autosufficienti, immigrati, giovani in cerca di autonomia, poveri, chi è senza casa o chi rischia di perderla. Un quadro di disagio sociale preoccupante, con un aumento costante di anziani, separazioni e disoccupazione. “A queste fragilità – ha detto l’assessore Paola Dameri - il Comune di Genova risponde mettendo a sistema e raggruppando i servizi sul territorio per rendere più forti le azioni contro povertà ed emarginazione. Nell'impossibilità di dare un contributo economico diretto, i Comuni cercano di attivarsi come possono, offrendo un insieme di servizi che vanno dal pagamento di bollette, affitti degli alloggi popolari, mense scolastiche". Un piccolo aiuto a chi, a causa di un licenziamento, cassa integrazione, separazione o malattia, non riesce a far fronte ad alcune spese ricorrenti.
“Per quanto riguarda la social card – conclude l’assessore Dameri – siamo nella fase attuativa e quindi contiamo di far pubblicare il bando con i requisiti richiesti entro luglio. E’ una misura prevista dallo Stato rivolta alle famiglie con minori che aiuterà, con 2,5 milioni stanziati, circa 900 famiglie genovesi, favorendo chi vive anche un disagio abitativo”.
Da questo quadro emergono sette aree di fragilità: famiglie, non autosufficienti, immigrati, giovani in cerca di autonomia, poveri, chi è senza casa o chi rischia di perderla. Un quadro di disagio sociale preoccupante, con un aumento costante di anziani, separazioni e disoccupazione. “A queste fragilità – ha detto l’assessore Paola Dameri - il Comune di Genova risponde mettendo a sistema e raggruppando i servizi sul territorio per rendere più forti le azioni contro povertà ed emarginazione. Nell'impossibilità di dare un contributo economico diretto, i Comuni cercano di attivarsi come possono, offrendo un insieme di servizi che vanno dal pagamento di bollette, affitti degli alloggi popolari, mense scolastiche". Un piccolo aiuto a chi, a causa di un licenziamento, cassa integrazione, separazione o malattia, non riesce a far fronte ad alcune spese ricorrenti.
“Per quanto riguarda la social card – conclude l’assessore Dameri – siamo nella fase attuativa e quindi contiamo di far pubblicare il bando con i requisiti richiesti entro luglio. E’ una misura prevista dallo Stato rivolta alle famiglie con minori che aiuterà, con 2,5 milioni stanziati, circa 900 famiglie genovesi, favorendo chi vive anche un disagio abitativo”.