«La giunta Doria è sostenuta dalle stesse forze politiche che appoggiavano Marta Vincenzi; l’apparato del Comune non è cambiato; perciò non c’è bisogno di molto tempo per valutare la questione, che è già ben nota». Questa la tesi dei lavoratori precari che si occupano a Genova della pulizia degli spazi pubblici dalle erbe infestanti e di altre bonifiche, che, presentatisi alla prima seduta del Consiglio comunale per porre all’attenzione della nuova Amministrazione il loro annoso problema (nella foto d’archivio una loro manifestazione nella Sala Consiliare), sono stati accolti e ricevuti dall’assessore Francesco Oddone.
Dopo circa mezz’ora di incontro, l’assessore si impegna a informarsi e, tra circa una settimana, esporre le proprie valutazioni e considerazioni.
È Fabrizio Nigro, 38 anni, uno dei componenti della delegazione, che ci racconta la storia di una quarantina di lavoratori e, in particolare, di sette che attualmente sono del tutto senza lavoro: gli stessi che nel 2011, dopo aver consultato un avvocato, avevano mandato all’azienda una raccomandata «a scopo cautelativo, prima dello scadere di due mesi, per fermare, come previsto dalla legge, i tempi di prescrizione per un’eventuale azione legale nei confronti dell’azienda».
In seguito «proprio noi siamo stati esclusi dalle successive assunzioni a tempo determinato. Abbiamo chiesto spiegazioni, ottenendo solo giustificazioni informali, date a voce: per l’azienda non sarebbe possibile assumere dipendenti che, sfruttando una possibilità prevista dalla legge, hanno avviato un’azione del genere».
La storia era iniziata nel 2004, «con il primo, 3 mesi con proroga di 2, di una lunga serie di contratti a termine. Da allora questi lavoratori sono rimasti a disposizione dell’azienda, che li ha chiamati per qualche mese ogni anno».
Nigro esprime qualche dubbio sulla conformità alla legge di un tale uso del contratto a termine: «non si può neanche parlare di contratti stagionali, perché la normativa del lavoro stagionale non è applicabile a figure professionali come la nostra».
Nel 2009 sembrava che si fosse giunti a una svolta, quando «il Comune ha firmato un protocollo d’intesa con i sindacati, secondo cui per le future assunzioni nelle aziende partecipate si farà riferimento a una graduatoria di lavoratori del diserbo. In seguito due di noi sono stati assunti da Aster a tempo indeterminato, ma nel 2010 e nel 2011 sono riprese le assunzioni per pochi mesi all’anno.
Nel 2011 la proibizione di assumere era meno ferrea; «alcuni precari Amiu sono stati assunti a tempo indeterminato. Anche noi del diserbo abbiamo chiesto, senza nulla ottenere, un trattamento simile». Seguirà la raccomandata che, a quanto pare, ha provocato la mancata riassunzione dei firmatari.
Dopo circa mezz’ora di incontro, l’assessore si impegna a informarsi e, tra circa una settimana, esporre le proprie valutazioni e considerazioni.
È Fabrizio Nigro, 38 anni, uno dei componenti della delegazione, che ci racconta la storia di una quarantina di lavoratori e, in particolare, di sette che attualmente sono del tutto senza lavoro: gli stessi che nel 2011, dopo aver consultato un avvocato, avevano mandato all’azienda una raccomandata «a scopo cautelativo, prima dello scadere di due mesi, per fermare, come previsto dalla legge, i tempi di prescrizione per un’eventuale azione legale nei confronti dell’azienda».
In seguito «proprio noi siamo stati esclusi dalle successive assunzioni a tempo determinato. Abbiamo chiesto spiegazioni, ottenendo solo giustificazioni informali, date a voce: per l’azienda non sarebbe possibile assumere dipendenti che, sfruttando una possibilità prevista dalla legge, hanno avviato un’azione del genere».
La storia era iniziata nel 2004, «con il primo, 3 mesi con proroga di 2, di una lunga serie di contratti a termine. Da allora questi lavoratori sono rimasti a disposizione dell’azienda, che li ha chiamati per qualche mese ogni anno».
Nigro esprime qualche dubbio sulla conformità alla legge di un tale uso del contratto a termine: «non si può neanche parlare di contratti stagionali, perché la normativa del lavoro stagionale non è applicabile a figure professionali come la nostra».
Nel 2009 sembrava che si fosse giunti a una svolta, quando «il Comune ha firmato un protocollo d’intesa con i sindacati, secondo cui per le future assunzioni nelle aziende partecipate si farà riferimento a una graduatoria di lavoratori del diserbo. In seguito due di noi sono stati assunti da Aster a tempo indeterminato, ma nel 2010 e nel 2011 sono riprese le assunzioni per pochi mesi all’anno.
Nel 2011 la proibizione di assumere era meno ferrea; «alcuni precari Amiu sono stati assunti a tempo indeterminato. Anche noi del diserbo abbiamo chiesto, senza nulla ottenere, un trattamento simile». Seguirà la raccomandata che, a quanto pare, ha provocato la mancata riassunzione dei firmatari.