L’ora degli sciacalli: sulla pelle
degli alluvionati truffe e furti

Presi alla Foce e a Marassi intenti a rubare telefonini e mobili. Le raccomandazioni delle forze dell’ordine: nessuna organizzazione di alcun tipo organizza raccolta di fondi, chiamate polizia o carabinieri.

Testo Alternativo
Gli sciacalli non hanno neppure aspettato che il Fereggiano tornasse negli argini per entrare in azione. Ne hanno arrestati cinque in due giorni. L’episodio più grave risale al pomeriggio di sabato. Tre romeni si sono finti spalatori e, muniti di furgone, aiutavano a ripulire dal fango un negozio di arredamento. Avevano un modo sospetto di spalare e rimuovere i mobili sporchi di fango. Infatti la loro intenzione era di caricare quanto possibile sul loro camion e portarselo. I volontari veri se ne sono accorti e solo l’intervento dei carabinieri ha salvato i ladri dal linciaggio.

Dopo questo episodio, gli accertamenti sono aumentati, soprattutto nei confronti di chi non aveva palesamente ragione di transitare o sostare nelle zone sinistrate. Ma la miglior azione di contrasto allo sciacallaggio è, da sempre, il presidio del territorio, come ci conferma Giovanni Giuliano, dirigente presso le “volanti” della Polizia di Stato: «Siamo riusciti a contenere questo fenomeno grazie al rafforzamento del servizio di sorveglianza, al grande impegno del comando di San Fruttuoso e la collaborazione dei residenti. Abbiamo effettuato decine di controlli e accompagnato in questura per accertamenti coloro che avevano un atteggiamento particolarmente sospetto». Sono stati ispezionati gli esercizi commerciali, i portoni dei palazzi e molte abitazioni, specialmente durante la notte. Ma gli sciacalli non si limitano a rubare. Casi abbastanza recenti sono quelli denunciati da anziani che sono stati raggirati e derubati attraverso finte richieste di sottoscrizioni. C'è infatti anche chi sta approfittando della tragedia che ha colpito la città per lanciare false raccolte di fondi, anche facendosi precedere da chiamate telefoniche che annunciano la visita di sedicenti assistenti sociali o tecnici comunali. «In questi casi – raccomandano le forze dell’ordine - e comunque in tutti quelli in cui si viene contattati persone sconosciute, sia che si presentino alla porta di casa, sia che l’approccio avvenga per strada, occorre non cadere nel tranello e rivolgersi a carabinieri, ai numeri 112 o 113, attivi 24 ore su 24».

Anche il Comune di Genova, che ha potenziato il numero verde 800.177.797 per segnalazioni o informazioni urgenti, mette in guardia i genovesi contro i truffatori. Nei portoni dei palazzi alluvionati è stato affisso un avviso che riporta il numero di telefono del municipio al quale rivolgersi, tutti i giorni (sabato e domenica inclusi) dalle ore 8 alle ore 18, per accertare l’identità di chi bussa alla porta. Il servizio si chiama “Pronto Ascolto”. Alcuni incaricati del Comune, forniti di tessere di riconoscimento (si potrà verificare la loro autenticità telefonando a un apposito numero) faranno il giro delle famiglie per verificare le loro esigenze (non chiederanno ovviamente né denaro né altro: andranno per dare aiuto non per riceverne!). Chi non fosse contattato può telefonare secondo le indicazioni per richiedere un incontro.

E’ utile ricordare e far girare la vice che nessun ente, nessuna associazione, nessuna organizzazione di alcun tipo sta organizzando raccolte di fondi legate in alcun modo all’alluvione. I truffatori a volte si presentano anche sporchi di fango dicendo di appartenere ad associazioni di volontari, esibiscono giubbotti o tesserini con impressi sigle conosciute: non bisogna cadere nella trappola. Le raccolte ufficiali di denaro non vengono mai ritirate a mano ma vengono versate su conti correnti o comunque attraverso percorsi ufficiali controllabili e non per mezzo di persone fisiche.
Genova, 8 novembre 2011
Ultimo aggiornamento: 08/11/2011
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