Sono passati sei mesi dall'approvazione del cosiddetto pacchetto svuotacarceri, ma gli effetti del provvedimento sembrano essere stati nulli. Almeno a Genova: 800 detenuti presenti per 450 posti letto a Marassi e 180 presenze per 90 posti regolamentari a Pontedecimo. Stranieri presenti oltre il 60%, un detenuto su quattro è tossicodipendente, dove a lavorare è solo il 10% dei reclusi e dove i poliziotti dovrebbero essere 455 ed invece sono 130 in meno a Marassi e 50 in meno a Pontedecimo.
Ad affrontare questa situazione al limite del collasso oggi ci sarà anche il ministro della Giustizia, Paola Severino, in visita a Genova, per una visita programmata degli istituti circondariali di Marassi e Pontedecimo. Al suo arrivo in carcere un gruppo di familiari di detenuti l'hanno accolta urlando «amnistia, amnistia». Protesta anche del sindacato di polizia penitenziaria della Uil: una decina di poliziotti hanno inscenato una protesta simbolica con mascherine igieniche e la fascia nera del lutto al braccio.
Il perché della mascherina l'ha spiegato alla stampa Fabio Pagani, segretario regionale Uil penitenziaria: «Si lavora in condizioni impossibili: non ci vengono neanche riconosciuti i mezzi per poter affrontare le malattie, quando invece, in questo senso dovremmo saper adoperarci fin dall’inizio. Aprire una cella alle 8 di mattina alle volte è straziante». Il Centro Clinico di marassi ospita i detenuti problematici di tutta la Liguria, in particolare quelli con le patologie più difficili.
Con questo caldo le celle si trasformano in altrettante padelle sfrigolanti e il sovraffollamento diventa un disagio inumano. «Le carceri che per antonomasia soffrono di sovraffollamento sono quelle di Marassi e Sanremo – sottolinea Pagani – quanto alla carenza organica della polizia penitenziaria Sanremo batte ogni record, seguito da Marassi e Pontedecimo».
I lavoratori delle Case Circondariali di Marassi hanno accolto il ministro con una fasca a lutto al braccio per rappresentare gli agenti deceduti per cause di servizio: dall’inizio anno nel nostra Paese sei uomini della penitenziaria si sono suicidati a causa delle condizioni di lavoro. Sul versante dei detenuti, solo a Genova, dall'inizio dell'anno sono morti in cinque, per suicidi e cause ancora da accertare.
Ad affrontare questa situazione al limite del collasso oggi ci sarà anche il ministro della Giustizia, Paola Severino, in visita a Genova, per una visita programmata degli istituti circondariali di Marassi e Pontedecimo. Al suo arrivo in carcere un gruppo di familiari di detenuti l'hanno accolta urlando «amnistia, amnistia». Protesta anche del sindacato di polizia penitenziaria della Uil: una decina di poliziotti hanno inscenato una protesta simbolica con mascherine igieniche e la fascia nera del lutto al braccio.
Il perché della mascherina l'ha spiegato alla stampa Fabio Pagani, segretario regionale Uil penitenziaria: «Si lavora in condizioni impossibili: non ci vengono neanche riconosciuti i mezzi per poter affrontare le malattie, quando invece, in questo senso dovremmo saper adoperarci fin dall’inizio. Aprire una cella alle 8 di mattina alle volte è straziante». Il Centro Clinico di marassi ospita i detenuti problematici di tutta la Liguria, in particolare quelli con le patologie più difficili.
Con questo caldo le celle si trasformano in altrettante padelle sfrigolanti e il sovraffollamento diventa un disagio inumano. «Le carceri che per antonomasia soffrono di sovraffollamento sono quelle di Marassi e Sanremo – sottolinea Pagani – quanto alla carenza organica della polizia penitenziaria Sanremo batte ogni record, seguito da Marassi e Pontedecimo».
I lavoratori delle Case Circondariali di Marassi hanno accolto il ministro con una fasca a lutto al braccio per rappresentare gli agenti deceduti per cause di servizio: dall’inizio anno nel nostra Paese sei uomini della penitenziaria si sono suicidati a causa delle condizioni di lavoro. Sul versante dei detenuti, solo a Genova, dall'inizio dell'anno sono morti in cinque, per suicidi e cause ancora da accertare.