L’attenzione del Comune di Genova è in questi giorni molto orientata alle condizioni di vita dei detenuti. Durante la fiaccolata di martedì sera, promossa dai Radicale per sensibilizzare i cittadini sul problema del sovraffollamento delle carceri, il direttore di Marassi, Salvatore Mazzeo, e il sindaco Marta Vincenzi hanno annunciato un nuovo progetto lanciato di comune accordo.
Si tratta dell’istituzione di 20 borse di lavoro da 500 euro al mese per i detenuti più meritevoli, perché «il lavoro è la migliore terapia riabilitativa», come sottolinea l’assessore Roberta Papi. Gli impieghi, ci spiega l’assessore Francesco Scidone, riguarderanno servizi utili ai cittadini e si concentreranno soprattutto sulla riqualificazione di alcuni spazi verdi, individuati di concerto con i Municipi. 6 ore al giorno, per 5 giorni. I fondi a disposizione del Comune, che si farà carico anche dei costi per le quote assicurative e per il trasporto dei carcerati, consentono attualmente l’avvio del progetto per 5 mesi, a partire dal prossimo autunno.
La seconda iniziativa riguarda la casa circondariale di Pontedecimo. O meglio, i figli delle sue detenute. La Giunta ha, infatti, approvato il protocollo di intesa con il carcere femminile che intende favorire l’uscita dei bambini dagli 0 ai 3 anni per frequentare l’asilo nido.
Il progetto nasce agli inizi degli anni ’90 e si sviluppa concretamente fin dal ’98 con lo scopo di fornire un sostegno alle madri per migliorare sia la qualità di vita dei piccoli all’interno del carcere, sia quella delle donne stesse garantendo loro la possibilità di beneficiare di alcuni momenti personali e di socializzazione, mentre la cura dei figli è affidata a personale qualificato.
Grazie al nuovo accordo, il Nido d’Infanzia “Alice” di via Isocorte si impegna a riservare due posti esclusivamente per i figli delle detenute, che precedentemente dovevano sottostare alla normale trafila che regola gli accessi ordinari.
Si tratta dell’istituzione di 20 borse di lavoro da 500 euro al mese per i detenuti più meritevoli, perché «il lavoro è la migliore terapia riabilitativa», come sottolinea l’assessore Roberta Papi. Gli impieghi, ci spiega l’assessore Francesco Scidone, riguarderanno servizi utili ai cittadini e si concentreranno soprattutto sulla riqualificazione di alcuni spazi verdi, individuati di concerto con i Municipi. 6 ore al giorno, per 5 giorni. I fondi a disposizione del Comune, che si farà carico anche dei costi per le quote assicurative e per il trasporto dei carcerati, consentono attualmente l’avvio del progetto per 5 mesi, a partire dal prossimo autunno.
La seconda iniziativa riguarda la casa circondariale di Pontedecimo. O meglio, i figli delle sue detenute. La Giunta ha, infatti, approvato il protocollo di intesa con il carcere femminile che intende favorire l’uscita dei bambini dagli 0 ai 3 anni per frequentare l’asilo nido.
Il progetto nasce agli inizi degli anni ’90 e si sviluppa concretamente fin dal ’98 con lo scopo di fornire un sostegno alle madri per migliorare sia la qualità di vita dei piccoli all’interno del carcere, sia quella delle donne stesse garantendo loro la possibilità di beneficiare di alcuni momenti personali e di socializzazione, mentre la cura dei figli è affidata a personale qualificato.
Grazie al nuovo accordo, il Nido d’Infanzia “Alice” di via Isocorte si impegna a riservare due posti esclusivamente per i figli delle detenute, che precedentemente dovevano sottostare alla normale trafila che regola gli accessi ordinari.