All’inizio della riunione di oggi, 19 novembre 2012, la presidente Cristina Lodi rende atto al sistema dei servizi sociali del Comune di Genova di una tradizione di eccellenza, generalmente riconosciuta in Italia, nell’ambito delle politiche sociali a favore dei minori.
Dopo anni di tagli, però, anni in cui si è lavorato per salvaguardare il più possibile la qualità dei servizi, la prospettiva di un peggioramento generale delle condizioni d’intervento non è remota.
È urgente perciò «capire non solo quali attività il Comune abbia in piedi oggi, ma anche come potrà essere per il futuro». È un passaggio essenziale, questo, perché il Consiglio Comunale, in carica da sei mesi, possa intervenire sulla materia con cognizione di causa.
Paola Dameri, assessora alle Politiche Socio Sanitarie, riferisce che è in corso una procedura di catalogazione degli interventi in atto, «finalizzata alla raccolta di dati per la predisposizione del bilancio».
Tale attività è quanto mai opportuna se, come ricorda il consigliere Paolo Veardo in un intervento largamente condiviso, «è necessario essere pronti a rivedere il modello di intervento quanto prima, perché entro pochi mesi si dovrà approvare il bilancio.
Senza una precisa conoscenza del funzionamento del settore e in assenza di uno studio sulle possibili modifiche dei servizi, non si potrà, quando saranno necessari nuovi tagli,fare altro che una riduzione indiscriminata delle risorse per l’utenza e delle possibilità di lavoro per il terzo settore», che ha materialmente la responsabilità di lavorare con l’utenza.
Da più parti (Lucio Padovani, Paolo Putti e altri) sottolinea la necessità di grande attenzione per gli operatori dei servizi per i minori, che sono per una parte minima dipendenti del Comune, che mantiene, come ricorda Dameri, il controllo sull’accesso e la responsabilità dei progetti ma da tempo non svolge, salvo casi particolari, altre funzioni.
Quasi tutti coloro che lavorano direttamente con i bambini e con i ragazzi sono operatori del terzo settore, un patrimonio di professionalità e di conoscenza da salvaguardare e da impiegare al meglio, perché, come sostiene Padovani, «con i minori si lavora nella relazione; in questo campo non è possibile risparmiare utilizzando la tecnologia».
Perché l’assessorato possa dare forma ad alcune ipotesi di modifica del complesso sistema è necessario che riprenda il confronto, temporaneamente in fase di stallo per questioni procedurali, con il Forum del terzo settore. L’impegno è a riferire al più presto, presentando ipotesi che la Commissione, e con essa il Consiglio, possa valutare e integrare.
Guido Grillo propone che la commissione stessa convochi per consultazione il Forum. Chiede inoltre che gli uffici forniscano un dettaglio della spesa dei vari servizi.
Dopo anni di tagli, però, anni in cui si è lavorato per salvaguardare il più possibile la qualità dei servizi, la prospettiva di un peggioramento generale delle condizioni d’intervento non è remota.
È urgente perciò «capire non solo quali attività il Comune abbia in piedi oggi, ma anche come potrà essere per il futuro». È un passaggio essenziale, questo, perché il Consiglio Comunale, in carica da sei mesi, possa intervenire sulla materia con cognizione di causa.
Paola Dameri, assessora alle Politiche Socio Sanitarie, riferisce che è in corso una procedura di catalogazione degli interventi in atto, «finalizzata alla raccolta di dati per la predisposizione del bilancio».
Tale attività è quanto mai opportuna se, come ricorda il consigliere Paolo Veardo in un intervento largamente condiviso, «è necessario essere pronti a rivedere il modello di intervento quanto prima, perché entro pochi mesi si dovrà approvare il bilancio.
Senza una precisa conoscenza del funzionamento del settore e in assenza di uno studio sulle possibili modifiche dei servizi, non si potrà, quando saranno necessari nuovi tagli,fare altro che una riduzione indiscriminata delle risorse per l’utenza e delle possibilità di lavoro per il terzo settore», che ha materialmente la responsabilità di lavorare con l’utenza.
Da più parti (Lucio Padovani, Paolo Putti e altri) sottolinea la necessità di grande attenzione per gli operatori dei servizi per i minori, che sono per una parte minima dipendenti del Comune, che mantiene, come ricorda Dameri, il controllo sull’accesso e la responsabilità dei progetti ma da tempo non svolge, salvo casi particolari, altre funzioni.
Quasi tutti coloro che lavorano direttamente con i bambini e con i ragazzi sono operatori del terzo settore, un patrimonio di professionalità e di conoscenza da salvaguardare e da impiegare al meglio, perché, come sostiene Padovani, «con i minori si lavora nella relazione; in questo campo non è possibile risparmiare utilizzando la tecnologia».
Perché l’assessorato possa dare forma ad alcune ipotesi di modifica del complesso sistema è necessario che riprenda il confronto, temporaneamente in fase di stallo per questioni procedurali, con il Forum del terzo settore. L’impegno è a riferire al più presto, presentando ipotesi che la Commissione, e con essa il Consiglio, possa valutare e integrare.
Guido Grillo propone che la commissione stessa convochi per consultazione il Forum. Chiede inoltre che gli uffici forniscano un dettaglio della spesa dei vari servizi.