La Commissione Welfare si appresta a un lavoro intenso e rapido: studiare modifiche al regolamento per l’assegnazione di alloggi pubblici sul territorio della Regione Liguria, da proporre alla Regione perché deliberi tali modifiche prima della fine dell’anno, quando il Comune prevede di emanare il prossimo bando. Per illustrare l’inconsueta procedura intervengono in seduta Dameri, Paola Vinelli e Rosa Calamita, dirigente e responsabile dei servizi comunali interessati.
Il Comune, da diversi anni, non ha più un suo regolamento per l’edilizia popolare, mentre nel 2004 la Regione ha deliberato, con la legge 10, la propria competenza sul proprio territorio. Questa norma, che nel tempo ha avuto un paio di modifiche, stabilisce i requisiti per l’ammissione alla gara, come il limite di reddito, e i criteri (punteggi da assegnare) per la formazione delle graduatorie.
I vari comuni, tra cui quello di Genova, mantengono la responsabilità di istituire le gare per l’assegnazione delle case, ma si devono attenere alla normativa regionale. Il regolamento relativo alla gara deve essere conforme a quanto stabilito in Regione.
Tuttavia la competenza in materia sociale è incontestabilmente dei comuni; è giusto perciò che siano loro a stabilire le modalità di applicazione degli interventi sociali.
La questione sembra molto complessa, ma l’apparente complicazione nasce da esigenze di uniformità e di semplificazione. Non si ritiene giusto, infatti, che le modalità di assegnazione degli alloggi siano sostanzialmente diverse tra Genova e, per esempio, Ventimiglia, ma anche Bogliasco o Campomorone, così vicini al capoluogo.
Dameri, illustrando l’argomento, indica vari punti critici di una normativa non più rispondente alle mutate condizioni sociali ed economiche della popolazione.
Tra i nodi c’è in particolare il meccanismo di scelta degli aventi diritto in base al reddito.
Il tetto massimo è sufficientemente elevato, ma chi ha entrate tali da poter pagare l’affitto è condannato a una posizione sfavorevole in graduatoria, per cui presumibilmente non potrà godere dell’alloggio. Favoriti sono invece i senza reddito, che in seguito saranno probabilmente morosi. L’ inquilino che partendo da un basso reddito migliorerà la propria condizione economica non sarà sfrattato, ma in questo modo godrà di un diritto che a un altro con le stesse capacità economiche è stato negato.
D’altronde, sarebbe giusto sfrattare un affittuario perché è finalmente in grado di pagare la pigione senza problemi? La questione, come si vede, è complessa.
È necessario scegliere, dopo un’attenta analisi della situazione, che via prendere. Il difficile compito della commissione, espressione dell’intero Consiglio e delle sue varie posizioni politiche, è studiare proposte da presentare all’assemblea, e al Sindaco, perché siano trasmesse alla Regione.
Da parte dell’ente di Piazza De Ferrari c’è, assicurano Dameri e gli uffici del Comune, la massima disponibilità ad accoglierle.
All’ordine del giorno della commissione c’era anche un aggiornamento sulla partita della sanità, che in tempi recenti ha visto vari organismi del Comune in posizione critica rispetto alle scelte della Regione.
Dameri riferisce di un sostanziale miglioramento della cooperazione tra i due enti, con significative convergenze sul piano operativo. In particolare c’è un buon accordo, con una significativa collaborazione, per l’istituzione di una “Casa della Salute” in Valpolcevera, da collocare nella zona di Rivarolo e Bolzaneto.
Il Comune, da diversi anni, non ha più un suo regolamento per l’edilizia popolare, mentre nel 2004 la Regione ha deliberato, con la legge 10, la propria competenza sul proprio territorio. Questa norma, che nel tempo ha avuto un paio di modifiche, stabilisce i requisiti per l’ammissione alla gara, come il limite di reddito, e i criteri (punteggi da assegnare) per la formazione delle graduatorie.
I vari comuni, tra cui quello di Genova, mantengono la responsabilità di istituire le gare per l’assegnazione delle case, ma si devono attenere alla normativa regionale. Il regolamento relativo alla gara deve essere conforme a quanto stabilito in Regione.
Tuttavia la competenza in materia sociale è incontestabilmente dei comuni; è giusto perciò che siano loro a stabilire le modalità di applicazione degli interventi sociali.
La questione sembra molto complessa, ma l’apparente complicazione nasce da esigenze di uniformità e di semplificazione. Non si ritiene giusto, infatti, che le modalità di assegnazione degli alloggi siano sostanzialmente diverse tra Genova e, per esempio, Ventimiglia, ma anche Bogliasco o Campomorone, così vicini al capoluogo.
Dameri, illustrando l’argomento, indica vari punti critici di una normativa non più rispondente alle mutate condizioni sociali ed economiche della popolazione.
Tra i nodi c’è in particolare il meccanismo di scelta degli aventi diritto in base al reddito.
Il tetto massimo è sufficientemente elevato, ma chi ha entrate tali da poter pagare l’affitto è condannato a una posizione sfavorevole in graduatoria, per cui presumibilmente non potrà godere dell’alloggio. Favoriti sono invece i senza reddito, che in seguito saranno probabilmente morosi. L’ inquilino che partendo da un basso reddito migliorerà la propria condizione economica non sarà sfrattato, ma in questo modo godrà di un diritto che a un altro con le stesse capacità economiche è stato negato.
D’altronde, sarebbe giusto sfrattare un affittuario perché è finalmente in grado di pagare la pigione senza problemi? La questione, come si vede, è complessa.
È necessario scegliere, dopo un’attenta analisi della situazione, che via prendere. Il difficile compito della commissione, espressione dell’intero Consiglio e delle sue varie posizioni politiche, è studiare proposte da presentare all’assemblea, e al Sindaco, perché siano trasmesse alla Regione.
Da parte dell’ente di Piazza De Ferrari c’è, assicurano Dameri e gli uffici del Comune, la massima disponibilità ad accoglierle.
All’ordine del giorno della commissione c’era anche un aggiornamento sulla partita della sanità, che in tempi recenti ha visto vari organismi del Comune in posizione critica rispetto alle scelte della Regione.
Dameri riferisce di un sostanziale miglioramento della cooperazione tra i due enti, con significative convergenze sul piano operativo. In particolare c’è un buon accordo, con una significativa collaborazione, per l’istituzione di una “Casa della Salute” in Valpolcevera, da collocare nella zona di Rivarolo e Bolzaneto.